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Pellegrini a Roma per il Giubileo dei giovani Pellegrini a Roma per il Giubileo dei giovani

I Papi, i giovani e la gioia: quella vera è l’incontro con Gesù

Nel giorno della Veglia a Tor Vergata, momento culminante del Giubileo dei giovani, ripercorriamo alcune riflessioni dei Pontefici sulla gioia. Quella autentica non è superficiale e transitoria. ? felicità vissuta in pienezza perché si lega ad una Persona

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

In questi giorni Roma è un mosaico di canti e voci della gioventù arrivata nella capitale per partecipare al Giubileo: brulicano di entusiasmo non solo le strade attorno alla Basilica di San Pietro. La spianata di Tor Vergata, che si protende verso i Castelli Romani, attende una folla senza confini, un popolo unito nella fede. Sono tanti i gruppi di giovani che, mischiando lingue e culture anche molto diverse, si muovono in questo scorcio d’estate costeggiando i panorami millenari dell’Urbe. È bello sostare e osservarli emergere dalla quotidianità. In questa Chiesa in cammino, tra i rettilinei e le curve di Lungotevere e di altri snodi urbani, si incrociano volti sorridenti.

Un balsamo per il mondo

I ritratti di questa moltitudine sono spesso accompagnati anche da parole essenziali. Alcune di queste hanno il sapore della preghiera. Dalle strade romane, riscaldate non solo dall’estate, ragazzi e ragazze di oltre 140 Paesi elevano suppliche che si fondono, in particolare, con il grido più condiviso: quello per la pace. Si possono anche scorgere i colori di bandiere di molti Paesi, come quelle dell’America Latina che si mescolano con vessilli dell’Africa e di altri Continenti. L’allegria dei giovani è contagiosa. Il festoso chiasso della “gioventù del Papa” è una benedizione non solo per Roma. È un balsamo per il mondo intero, un impasto di bandiere, lingue e speranze unite da un solo nome: quello di Gesù.

“Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. (Dal Vangelo secondo Giovanni)”

Condividere la gioia

La gioia autentica è felicità vissuta in pienezza, è il respiro del cristiano. Alla letizia, quella vera, i Pontefici hanno dedicato riflessioni, discorsi, parti del loro magistero. Ricevendo lo scorso 28 luglio , Papa Leone XIV auspicava che il Giubileo “non resti solo come un ricordo, solo come qualche foto carina, solo come qualcosa del passato”. L’augurio del Pontefice è che i giovani, una volta tornati nel loro Paese, possano inondare quelle loro “terre con la gioia e la forza del Vangelo”.

Una gioia non solo per sé stessi

In questi giorni di giubilo del Giubileo dei Giovani, tutti voi farete la bella esperienza del sentirsi parte del popolo di Dio, parte della Chiesa universale, che avvolge e abbraccia tutta la terra, senza distinzione di razza, lingua o nazione; estendendosi come l’arbusto della senape e fermentando come il lievito. Cari giovani, vorrei che tutto ciò che vivrete in queste giornate lo serbaste nel vostro cuore, ma che non lo conservaste solo per voi stessi. 

Il segreto della gioia

Ci sono molte luci, tra cui quelle della società tecnologica, che possono attrarre l'uomo e portarlo in uno stato di presunta felicità. Ma sono gratificazioni transitorie e fugaci. Il segreto della vera gioia, come sottolinea Papa Giovanni XXIII nel , ha un solo nome.

La gioia è sapersi redenti

È nato un Salvatore, che è il Cristo Signore. Qui sta il segreto della vera letizia, quella che non si può trovare nel rumore dell'esultanza mondana: quella che nulla, neppure la tribolazione, può estinguere: e cioè la gioia di sapersi redenti, di avere in Gesù il nostro fratello, amabile e buono, di essere stati fatti in Lui partecipi della natura divina, elevati ad una stretta comunanza di vita con Dio.

Lo Spirito Santo è fonte della vera gioia

Sono dunque molti coloro che pensano di trovare la felicità attraverso piaceri mondani. La vera gioia non è superficiale: colma il cuore umano ed è frutto dello Spirito Santo.  Papa Giovanni Paolo II all’, dopo essersi soffermato sulla prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, sottolinea che il Vangelo è “un invito alla gioia e un’esperienza di gioia profonda”.

Solo lo Spirito Santo dà la gioia profonda

Se il cristiano “rattrista” lo Spirito Santo, vivente nell’anima, non può certo sperare di possedere la vera gioia, che viene da lui: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace . . .” (Gal 5, 22). Solo lo Spirito Santo dà la gioia profonda, piena e durevole, a cui aspira ogni cuore umano. L’uomo è un essere fatto per la gioia, non per la tristezza. Lo ha ricordato Paolo VI ai cristiani e a tutti gli uomini del nostro tempo con l’esortazione apostolica “Gaudete in Domino”. E la gioia vera è dono dello Spirito Santo.

Alcuni ragazzi che partecipano al Giubileo dei giovani
Alcuni ragazzi che partecipano al Giubileo dei giovani

L'invito alla gioia è profezia di salvezza

Il dono della vera gioia non è riservato a pochi: è un annuncio profetico destinato all’umanità intera. Papa Benedetto XVI all’, ricorda che molti sono “orfani della gioia” autentica, ma possono trovare un completo riscatto con il rinnovamento interiore.

L'invito alla gioia é profezia di salvezza

Pensiamo anche a coloro - specialmente ai giovani - che hanno smarrito il senso della vera gioia, e la cercano invano là dove è impossibile trovarla: nell’esasperata corsa verso l’autoaffermazione e il successo, nei falsi divertimenti, nel consumismo, nei momenti di ebbrezza, nei paradisi artificiali della droga e di ogni forma di alienazione. ...Come ai tempi del profeta Sofonìa, è proprio a chi è nella prova, ai "feriti della vita ed orfani della gioia" che si rivolge in modo privilegiato la Parola del Signore. L’invito alla gioia non è un messaggio alienante, né uno sterile palliativo, ma, al contrario, é profezia di salvezza, appello ad un riscatto che parte dal rinnovamento interiore.

Annunciare la gioia

Il messaggio cristiano è l’annuncio di “una grande gioia”. Non si tratta dunque di qualcosa legato ad un piacere transitorio, ad un evento, ad una festa ma ad una Persona. Gesù è la gioia. Papa Francesco all’ ricorda che la gioia deve essere il tratto distintivo dello stile cristiano.

Un cristiano scontento non è credibile

Gesù è la gioia. È Lui il Dio fatto uomo che è venuto da noi! La questione, cari fratelli e sorelle, non è dunque se annunciarlo, ma come annunciarlo, e questo “come” è la gioia. O annunciamo Gesù con gioia, o non lo annunciamo, perché un’altra via di annunciarlo non è capace di portare la vera realtà di Gesù. Ecco perché un cristiano scontento, un cristiano triste, un cristiano insoddisfatto o, peggio ancora, risentito e rancoroso non è credibile.

Il Giubileo dei giovani è un abbraccio gioioso da Roma al mondo. I volti dei ragazzi e delle ragazze che partecipano a questo grande evento interpellano con il loro entusiasmo non solo le nuove generazioni. Tutti, insieme, siamo chiamati a portare nel mondo la gioia che nasce dall’incontro con Gesù. In quest'Anno Santo la grande opportunità è quella di ritornare alle sorgenti della gioia. Non ci sono vette di felicità più alte. La letizia cristiana - come ricordava Papa Pio XII all' - "non sarà soggetta alle mutazioni delle gioie effimere che il mondo promette". "La gioia di essere cristiano, strettamente unito alla Chiesa, 'nel Cristo', in stato di grazia con Dio - scrive Papa Paolo VI nell'esortazione apostolica - è davvero capace di riempire il cuore dell'uomo".

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02 agosto 2025, 09:00