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2025.07.29 Giubileo dei Giovani - Santa Messa di Accoglienza

Il Papa ai giovani: siate luce e speranza, il nostro grido sia per la pace nel mondo

Fra i 120 mila radunati in piazza San Pietro e in via della Conciliazione per la Messa di apertura del Giubileo dei giovani, presieduta dal pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione monsignor Fisichella, arriva a sorpresa, al termine della celebrazione, Leone XIV che invita ragazzi e ragazze ad essere testimoni della pace di Gesù Cristo e della riconciliazione

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

“Buonasera! Buenas tardes! Good evening! Gesù ci dice: ‘Voi siete il sale della terra’, ‘Voi siete la luce del mondo!’". A sorpresa, in Piazza San Pietro, al termine della Messa di apertura del Giubileo dei giovani, presieduta da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile dell’organizzazione dell’Anno Santo, arriva il Papa. Dopo un lungo giro in papamobile tra i 120 mila presenti che riempiono anche Piazza Pio XII e via della Conciliazione, Leone XIV saluta calorosamente ragazzi e adolescenti. Esplode la festa tra la folla quando il Pontefice giunge con la sua vettura scoperta. In tanti si accalcano alle transenne per vederlo passare e salutarlo. Intonano inni, alzano i loro telefoni per immortalare il momento, gli lanciano regali.

Il Papa sul sagrato della basilica vaticana
Il Papa sul sagrato della basilica vaticana   (@Vatican Media)

Un grido per la pace nel mondo

I cori gioiosi accompagnano tutto il percorso del Papa, che giunto sul sagrato della basilica vaticana, in spagnolo, risponde così all'entusiasmo di ragazzi e ragazze: "Le vostre grida, tutte per Gesù Cristo, saranno ascoltate fino alla fine del mondo". E prosegue: "Il mondo ha bisogno di messaggi di speranza. Voi siete questo messaggio, e dovete continuare a dare speranza a tutti". “Speriamo che tutti voi siate sempre segni di speranza nel mondo!” auspica, poi, il Pontefice rivolgendosi in italiano ai giovani che ‘commentano’ ogni sua parola con urla di approvazione e applausi. “Oggi stiamo cominciando. Nei prossimi giorni avrete l’opportunità di essere una forza che può dare la grazia di Dio, messaggio di speranza, una luce alla città di Roma, all’Italia e a tutto il mondo”, aggiunge Leone XIV, che poi invita: “Camminiamo insieme con la nostra fede in Gesù Cristo. Il nostro grido deve essere anche per la pace nel mondo”. Alla piazza, poi, il Pontefice chiede di ripetere: “Vogliamo la pace nel mondo”. Tutti rispondono: “Vogliamo la pace nel mondo”.

Leone XIV tra i giovani in via della Conciliazione
Leone XIV tra i giovani in via della Conciliazione   (@Vatican Media)

L’arrivederci a Tor Vergata

"Oremos por la paz". "Preghiamo per la pace - termina il Papa tornando a parlare in spagnolo -. Siamo testimoni della pace di Gesù Cristo, della riconciliazione, questa luce del mondo che tutti stiamo cercando. Sorelle e fratelli, il Signore è con noi, il nostro aiuto è nel nome del Signore. Benedetto sia il nome del Signore”. Poi, dopo aver impartito la benedizione l'arrivederci: “Ci vediamo. Ci troviamo a Tor Vergata. Buona settimana!”.

Alcuni giovani festanti
Alcuni giovani festanti   (@Vatican Media)

Il benvenuto ai giovani

A dare il benvenuto ai giovani, all’inizio della liturgia - concelebrata dai cardinali Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e Marc Ouellet - monsignor Fisichella, che ha ringraziato i presenti “per aver accolto l’invito” del Pontefice a partecipare a questo Giubileo dedicato alle nuove generazioni “e alla speranza che ognuno porta dentro di sé”. Con lo sguardo al variopinto emiciclo del Bernini e alla contigua piazza Pio XII, dove sventolavano bandiere di svariati Paesi del mondo, bandane e cappellini, mentre il sole cala e gli ultimi raggi rischiaravano piazza San Pietro e via della Conciliazione,  monsignor Fisichella ha indirizzato le sue parole, in particolare, agli “amici che provengono anche da molte zone di guerra”. “Dall’Ucraina dalla Palestina giunga a tutti l’abbraccio di fraternità che ci rendi uniti e un corpo solo” ha detto, esortando i giovani a  non fare “mancare” ai loro coetanei giunti da aree dilaniate da conflitti “segni” di “amicizia”.

Un gruppo di suore
Un gruppo di suore   (@Vatican Media)

Vivere i giorni del Giubileo con gioia e spiritualità

Il pensiero del presule è andato anche ai “molti” ragazzi che “hanno fatto tanti sacrifici per essere” nella capitale. Poi a tutti ha annunciato: “Il Signore non vi deluderà. Vi viene incontro”. Ed ha esortato: “Siate vigili per cogliere la sua presenza. Vivete questi giorni con gioia e spiritualità, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplate Roma e le tante opere d’arte espressione della fede che ha generato tanta bellezza”. Infine, nel suo saluto, ripetuto anche in inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco, il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha spiegato che motivo del raduno giovanile giubilare nel cuore della cristianità è “trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù Cristo possiede nella nostra vita” ed ha incoraggiato a rispondere “con entusiasmo”.

Monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione
Monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione   (@Vatican Media)

Gesù ci viene incontro per primo

Nella sua omelia, poi, monsignor Fisichella, ha preso spunto dal racconto evangelico della risurrezione di Lazzaro, che narra anche del dialogo con le sorelle Marta e Maria, per evidenziare che Gesù, saputo che l’amico stava male, ritardando la sua visita “insegna a noi qualcosa di importante”, che “la fede è un incontro, ma il primo che ci viene incontro è Gesù”, “quando vuole, come vuole, nel tempo stabilito da Lui, non da noi”. “Noi siamo chiamati solo a rispondere” quando ci “viene incontro”, “a metterci in cammino verso di Lui”, ha sollecitato il presule, che ha poi definito Marta “il segno della nostra fede, segno che quando il Signore vuole incontrarci, deve trovare in noi delle persone vigilanti, pronte, pronte a correre verso di Lui senza esitare”.

Alcuni concelebranti
Alcuni concelebranti   (@Vatican Media)

La fede una scelta di libertà

Ma la fede “è una scelta di libertà”, ha proseguito monsignor Fisichella, “libertà con la quale vogliamo metterci alla sequela. A seguire il Signore”, “dove Lui vuole condurci” e “ha stabilito per ognuno di noi la vera felicità”. Questa scelta di libertà ce la mostrano Marta e Maria, che avvisando Gesù delle condizioni di salute del fratello “non gli dicono vieni e compi un miracolo”. “Gesù deve decidere Lui quello che è opportuno fare”, ha chiarito il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, “non solo il tempo, ma anche le modalità, i modi con i quali ci viene incontro, perché dobbiamo rispettare la libertà di Dio”, “che non ci abbandona” mai, perché siamo amati da Lui. “Non saremo mai soli, non potremo mai essere abbandonati, perché Gesù è nostro compagno di strada”, ha continuato il presule, avvertendo che “ogni gesto di libertà comporta una rinuncia, per essere autenticamente liberi di dover seguire il Signore”.

Il Papa tra la folla
Il Papa tra la folla   (@Vatican Media)

Essere costruttori di pace

“Siamo realmente liberi nel momento in cui compiamo qualche rinuncia, ma soprattutto quando questa rinuncia è finalizzata ad incontrare il Signore e a doverlo seguire”, ha affermato Fisichella, il quale ha rimarcato, inoltre, che la fede “è anche ascolto”, una fede che ci rende testimoni del Risorto e ci deve porta all’azione a “dar da mangiare a chi ha fame, dar da bere a chi ha sete” a “essere presenti” quando qualcuno “ha bisogno di noi”, è malato o in carcere, o quando viene meno “il diritto fondamentale alla dignità”. “Viviamo un periodo di grande violenza”, “nelle nostre strade e nelle nostre città”, ha concluso il responsabile dell’organizzazione del Giubileo, che invita a “dare certezza della speranza che l'amore vince sempre, che la bontà supera la violenza” e ad essere “costruttori di pace”.

Il Papa mentre saluta i giovani
Il Papa mentre saluta i giovani   (@Vatican Media)

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29 luglio 2025, 22:00