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Leone XIV: i cristiani siano compassionevoli, Dio si rivela specialmente in chi soffre

Prima della preghiera del Regina Caeli, recitata per la prima volta dalla finestra del suo studio nel palazzo Apostolico che si affaccia su Piazza San Pietro, il Papa sottolinea che anche se siamo fragili, il Signore ci accompagna col suo Spirito e ci rende “strumento del suo amore per gli altri, per la società, per il mondo”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Ogni sorella e ogni fratello è dimora di Dio” e la sua presenza “si rivela specialmente nei piccoli, nei poveri e in coloro che soffrono, chiedendoci di essere cristiani attenti e compassionevoli”. Guarda alla “meravigliosa promessa” di Gesù agli Apostoli, quando annuncia loro il dono dello Spirito Santo, che precede la preghiera del Regina Caeli di questa Sesta domenica di Pasqua. L’abbiamo ascoltata nel Vangelo di Giovanni proposto dalla liturgia: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

La prima volta dalla finestra del Palazzo Apostolico

C'è grande entusiasmo tra i fedeli in Piazza San Pietro, quando per la prima volta Leone XIV appare alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico, che si affaccia su Piazza San Pietro. Il Papa ringrazia tutti i fedeli, i tantissimi tra le braccia del Colonnato, e quelli collegati attraverso i mezzi di comunicazione, “per l’affetto che mi state manifestando, mentre vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera e vicinanza”. Con un riferimento anche alla sua “chiamata” da parte del Signore, Leone XIV sottolinea che “nel percorso di vita così come nel cammino di fede, ci sentiamo a volte inadeguati”.

“Tuttavia, proprio il Vangelo di questa domenica ci dice che non dobbiamo guardare alle nostre forze, ma alla misericordia del Signore che ci ha scelti, certi che lo Spirito Santo ci guida e ci insegna ogni cosa.”

Piazza san Pietro piena di fedeli per il Regina Caeli di Papa Leone XIV
Piazza san Pietro piena di fedeli per il Regina Caeli di Papa Leone XIV   (@Vatican Media)

Se Dio dimora in noi, il suo amore ci illumina

Gesù libera gli Apostoli, turbati e angosciati alla vigilia della sua morte, da questa preoccupazione, annunciando il dono dello Spirito, e può die loro: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.

Se rimaniamo nel suo amore, infatti, Lui stesso prende dimora in noi, la nostra vita diventa tempio di Dio e questo amore ci illumina, si fa spazio nel nostro modo di pensare e nelle nostre scelte, fino a espandersi anche verso gli altri e irradiare tutte le situazioni della nostra esistenza

Anche se fragili, diveniamo strumento del suo amore

Il dono dello Spirito Santo, spiega il Pontefice, è proprio questo “dimorare di Dio in noi”, che “ci prende per mano e ci fa sperimentare, anche nella vita quotidiana, la presenza e la vicinanza di Dio, rendendoci sua dimora”. Ed è bello allora che, “guardando alla nostra chiamata, alle realtà e alle persone che ci sono state affidate, agli impegni che portiamo avanti, al nostro servizio nella Chiesa”, commenta Papa Leone XIV, ciascuno di noi possa dire con fiducia

Anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi, viene a prendere dimora dentro di me. Egli mi accompagna col suo Spirito, mi illumina e mi rende strumento del suo amore per gli altri, per la società, per il mondo.

Fedeli che esprimono con uno striscione la loro vicinanza al Papa
Fedeli che esprimono con uno striscione la loro vicinanza al Papa   (@Vatican Media)

La presenza di Dio nei piccoli e nei poveri

Rafforzati da questa promessa, conclude il Papa, “camminiamo nella gioia della fede, per essere tempio santo del Signore”.

“Impegniamoci a portare il suo amore ovunque, ricordandoci che ogni sorella e ogni fratello è dimora di Dio, e che la sua presenza si rivela specialmente nei piccoli, nei poveri e in coloro che soffrono, chiedendoci di essere cristiani attenti e compassionevoli”

In questo possiamo affidarci all’ intercessione di Maria Santissima, che, per opera dello Spirito Santo, è diventata “Dimora consacrata a Dio”. Con Lei, ricorda infine Leone XIV, “anche noi possiamo sperimentare la gioia di accogliere il Signore ed essere segno e strumento del suo amore”.  

Tutti gli appuntamenti del pomeriggio

Questo pomeriggio, alle 16, Papa Leone XIV lascia in auto il Vaticano per raggiungere la Piazza dell'Ara Coeli, dove, alle 16.15, ai piedi della scalinata del Campidoglio, riceve l'omaggio della Città di Roma da parte del sindaco, Roberto Gualtieri. Successivamente il corteo papale si trasferisce a Piazza di San Giovanni in Laterano. Alle 17, nella Basilica lateranense, il Pontefice presiede la celebrazione eucaristica e l’insediamento sulla Cathedra Romana come Vescovo di Roma. Subito dopo la liturgia, il Papa si affaccia dalla Loggia centrale della Basilica per la benedizione alla città di Roma. Alle 19, poi, Leone XIV si trasferisce a Santa Maria Maggiore per un momento di preghiera davanti all’icona mariana della Salus Populi Romani

Papa Leone XIV durante il Regina Caeli
Papa Leone XIV durante il Regina Caeli   (@Vatican Media)

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25 maggio 2025, 12:15

Cos’è il Regina Coeli ?

L’antifona Regina Coeli (o Regina Caeli) è una delle quattro antifone mariane (le altre sono l’Alma Redemptoris Mater,  l’Ave Regina Coelorum e il Salve Regina).

Fu Papa Benedetto XIV, nel 1742, a prescrivere che venisse recitata al posto dell’Angelus e stando in piedi, come segno di vittoria sulla morte, durante il Tempo Pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste.

Viene recitata, come l’Angelus, tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, per consacrare la giornata a Dio e a Maria.

Questa antica antifona risalirebbe, secondo una pia tradizione,  al VI o al X secolo, mentre la sua diffusione è documentata dalla prima metà del XIII secolo, quando viene inserita nel Breviario francescano. ? composta da quattro brevi versi ciascuno dei quali si conclude con l’Alleluia, ed è la preghiera che i fedeli rivolgono a Maria, Regina del Cielo, per gioire con lei della resurrezione di Cristo.

Papa Francesco, il , proprio durante la recita del Regina Coeli nel giorno successivo alla Pasqua, ha consigliato quale deve essere la disposizione del cuore quando si recita questa preghiera:  

“… ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.

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