Francesco: passare dalla logica dell’ambizione a quella della compassione
Debora Donnini – Città del Vaticano
Siamo sempre tentati di vivere tutto, persino le relazioni, per alimentare “la nostra ambizioneâ€, “salire i gradini del successoâ€, “raggiungere posti importantiâ€. Bisogna, invece, passare da questa “mentalità mondana†a quella di Gesù che è di immergersi “con compassione nella vita di chi incontriamoâ€. È la chiamata che il Papa rivolge di questa domenica di ottobre, affacciandosi dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico su Piazza San Pietro. Due “logiche diverse†espresse dai verbi emergere e immergersi. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
La ricerca del prestigio personale può diventare una malattia dello spirito, mascherandosi perfino dietro a buone intenzioni; ad esempio quando, dietro al bene che facciamo e predichiamo, cerchiamo in realtà solo noi stessi e la nostra affermazione, cioè andare avanti noi, arrampicarci e questo anche nella Chiesa lo vediamo… Quante volte, noi cristiani, che dovremmo essere i servitori, cerchiamo di arrampicarci, di andare avanti.
Tante gente ha fame
Il Papa esorta, dunque, a “verificare le vere intenzioni del cuoreâ€, chiedendosi se quando si porta avanti un lavoro, lo si faccia per offrire un servizio o per essere notati e lodati. La riflessione di Papa Francesco si dipana, infatti, sulle orme del Vangelo proposto dalla Liturgia odierna: Giacomo e Giovanni chiedono al Signore di sedere un giorno accanto a Lui nella gloria. Gesù insegna loro che la vera gloria non si ottiene elevandosi sopra gli altri ma vivendo lo stesso “battesimo†che egli riceverà: con la sua Passione “Gesù si è immerso nella morte, offrendo la sua vita per salvarciâ€. La gloria di Dio è, dunque, “amore che si fa servizioâ€, non “potere che ambisce al dominioâ€. Gesù ricorderà, infatti, che chi vuole diventare grande, si farà “vostro servitoreâ€. In proposito, Francesco invita a pensare con compassione alla fame di tante persone:
Quando noi siamo davanti al pasto che è una grazia di Dio che noi possiamo mangiare, c’è tanta gente che lavora e non riesce ad avere il pasto sufficiente per tutto il mese. Pensiamo a quello. E immergersi con compassione, avere compassione non è un dato di enciclopedia, ci sono tanti affamati… No! Sono persone, e io ho compassione per le persone? Con compassione della vita di chi incontriamo, come ha fatto Gesù con me, con te, con tutti noi, si è avvicinato con compassione.
A braccio racconta che stava vedendo nel programma “A sua immagine†quel servizio delle Caritas perché a nessuno manchi il cibo ed esorta, quindi, a "preoccuparsi della fame degli altri, preoccuparsi dei bisogni degli altri". "Sono tanti, tanti i bisognosi oggi, e dopo la pandemia di più".
La forza del Battesimo
Questo significa scendere dal piedistallo per servire gli altri, invece di cercare di emergere. Il Papa esorta, quindi, a guardare il Signore Crocifisso immerso fino in fondo “nella nostra storia ferita†per scoprire così “il modo di fare di Dio†che si è abbassato a lavarci i piedi:
Dio è amore e l’amore è umile, non si innalza, ma scende in basso, come la pioggia che cade sulla terra e porta vita. Ma come fare a mettersi nella stessa direzione di Gesù, a passare dall’emergere all’immergerci, dalla mentalità del prestigio, quella mondana a quella del servizio, quella cristiana? Serve impegno, ma non basta. Da soli è difficile, per non dire impossibile, però abbiamo dentro una forza che ci aiuta. È quella del Battesimo, di quell’immersione in Gesù che tutti noi abbiamo già ricevuto per grazia e che ci direziona, ci spinge a seguirlo, a non cercare il nostro interesse ma a metterci al servizio.
Si tratta però di una grazia che va alimentata. Per questo il Papa esorta a chiedere oggi allo Spirito Santo che rinnovi “in noi la grazia del Battesimo, l’immersione in Gesù, nel suo modo di essereâ€, per essere più servitori.
Le sue parole dopo l'Angelus
Dopo la recita della preghiera mariana, incoraggia la campagna di preghiera di Aiuto alla Chiesa che Soffre: “Per l’unità e la pace, un milione di bambini recita il Rosarioâ€. E ringrazia tutti i bambini che vi partecipano. Il suo pensiero va anche alla beatificazione, ieri a Cordova, in Spagna, del sacerdote Juan Elías Medina e 126 compagni martiri. Si tratta di sacerdoti, religiose, seminaristi e laici, uccisi in odio alla fede durante "la violenta persecuzione religiosa degli anni trenta in Spagna". “La loro fedeltà - afferma - dia la forza a tutti noi, specialmente ai cristiani perseguitati in diverse parti del mondo, la forza di testimoniare con coraggio il Vangeloâ€. Saluta anche il “Pellegrinaggio ecumenico per la giustizia ecologicaâ€, formato da cristiani di diverse confessioni, partiti dalla Polonia e diretti in Scozia in occasione del vertice sul clima COP26. Quindi, a proposito dei vari attentati compiuti la scorsa settimana in Norvegia, Afghanistan e Inghilterra, che hanno provocato morti e feriti, chiede di abbandonare la via della violenza che è sempre una sconfitta per tutti: “violenza - rimarca- genera violenzaâ€.
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