Il Papa: Dio sta alla porta e bussa, la Chiesa sia casa aperta a tutti
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Il sole, il caldo, la folla festante accompagnano l’Angelus di Papa Leone che recita per la seconda volta da Piazza della Libertà a Castel Gandolfo, davanti a centinaia di persone. Nella catechesi è centrale il tema dell’ospitalità che ben si sposa con questo tempo estivo. Il Pontefice richiama l’accoglienza di Abramo e Sara e delle sorelle Marta e Maria, “ogni volta che accogliamo l’invito alla Cena del Signore e partecipiamo alla mensa eucaristica, - afferma il Papa è Dio stesso che ‘passa a servirci’”.
Eppure, il nostro Dio ha prima saputo farsi ospite, e anche oggi sta alla nostra porta e bussa (cfr Ap 3,20). È suggestivo che nella lingua italiana l’ospite è sia chi ospita, sia chi viene ospitato. Così, in questa domenica estiva possiamo contemplare il gioco di accoglienza reciproca, fuori dal quale la nostra vita impoverisce.
Fiorire aprendosi a qualcosa di grande
Papa Leone sottolinea che “ci vuole umiltà sia a ospitare sia a farsi ospitare” perché “occorrono delicatezza, attenzione, apertura”. Marta, la sorella di Maria, rischia di non vivere la gioia dell’incontro con Gesù perché affaccendata a preparare. Pur essendo generosa, le faccende la distolgono da quel qualcosa in più e di “più bello della stessa generosità”, che è l’uscire da sé.
Solo questo fa fiorire la nostra vita: aprirci a qualcosa che ci distoglie da noi stessi e nello stesso tempo ci riempie.
Necessario rallentare
Marta e Maria vivono diversamente l’incontro con Gesù. Marta fatica e Maria “ha come perso il senso del tempo, conquistata dalla parola di Gesù”. “Non è meno concreta di sua sorella e neanche meno generosa. Ha però colto l’occasione” per questo Gesù riprende Marta perché si è sottratta ad un’intimità che darebbe gioia.
Il tempo estivo può aiutarci a “rallentare” e a diventare più simili a Maria che a Marta. A volte non ci concediamo la parte migliore. Bisogna che viviamo un po’ di riposo, col desiderio di imparare di più l’arte dell’ospitalità.
Accogliere e farsi accogliere
“L’industria delle vacanze – sottolinea il Papa - vuole venderci ogni genere di esperienza, ma forse non quello che cerchiamo”. L’incontro con Dio, la natura e gli altri è gratuito.
Occorre solo farsi ospiti: fare posto e anche chiederlo; accogliere e farsi accogliere. Abbiamo tanto da ricevere e non solo da dare. Abramo e Sara, seppure anziani, si scoprirono fecondi quando accolsero con tranquillità il Signore stesso in tre viandanti. Anche per noi c’è tanta vita da accogliere ancora.
Chiesa, casa aperta
L’invito finale è quello di pregare Maria che ha accolto nel proprio grembo Gesù e insieme a Giuseppe gli ha dato casa.
In lei brilla la nostra vocazione, la vocazione della Chiesa a rimanere casa aperta a tutti, per continuare ad accogliere il suo Signore, che chiede permesso di entrare.
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