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Il Papa all'Angelus Il Papa all'Angelus  (@VATICAN MEDIA)

Il Papa: Dio sta alla porta e bussa, la Chiesa sia casa aperta a tutti

Secondo Angelus da Castel Gandolfo per Leone XIV che nella catechesi ricorda come l’estate sia un tempo nel quale “rallentare” e cogliere l’occasione per incontrare Gesù, imparando così l’arte dell’ospitalità

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Il sole, il caldo, la folla festante accompagnano l’Angelus di Papa Leone che recita per la seconda volta da Piazza della Libertà a Castel Gandolfo, davanti a centinaia di persone. Nella catechesi è centrale il tema dell’ospitalità che ben si sposa con questo tempo estivo. Il Pontefice richiama l’accoglienza di Abramo e Sara e delle sorelle Marta e Maria, “ogni volta che accogliamo l’invito alla Cena del Signore e partecipiamo alla mensa eucaristica, - afferma il Papa è Dio stesso che ‘passa a servirci’”.

Eppure, il nostro Dio ha prima saputo farsi ospite, e anche oggi sta alla nostra porta e bussa (cfr Ap 3,20). È suggestivo che nella lingua italiana l’ospite è sia chi ospita, sia chi viene ospitato. Così, in questa domenica estiva possiamo contemplare il gioco di accoglienza reciproca, fuori dal quale la nostra vita impoverisce.

Fiorire aprendosi a qualcosa di grande

Papa Leone sottolinea che “ci vuole umiltà sia a ospitare sia a farsi ospitare” perché “occorrono delicatezza, attenzione, apertura”. Marta, la sorella di Maria, rischia di non vivere la gioia dell’incontro con Gesù perché affaccendata a preparare. Pur essendo generosa, le faccende la distolgono da quel qualcosa in più e di “più bello della stessa generosità”, che è l’uscire da sé.

Solo questo fa fiorire la nostra vita: aprirci a qualcosa che ci distoglie da noi stessi e nello stesso tempo ci riempie.

Leone XIV durante la preghiera dell'Angelus
Leone XIV durante la preghiera dell'Angelus   (@Vatican Media)

Necessario rallentare

Marta e Maria vivono diversamente l’incontro con Gesù. Marta fatica e Maria “ha come perso il senso del tempo, conquistata dalla parola di Gesù”. “Non è meno concreta di sua sorella e neanche meno generosa. Ha però colto l’occasione” per questo Gesù riprende Marta perché si è sottratta ad un’intimità che darebbe gioia.

Il tempo estivo può aiutarci a “rallentare” e a diventare più simili a Maria che a Marta. A volte non ci concediamo la parte migliore. Bisogna che viviamo un po’ di riposo, col desiderio di imparare di più l’arte dell’ospitalità.

Accogliere e farsi accogliere

“L’industria delle vacanze – sottolinea il Papa - vuole venderci ogni genere di esperienza, ma forse non quello che cerchiamo”. L’incontro con Dio, la natura e gli altri è gratuito.

Occorre solo farsi ospiti: fare posto e anche chiederlo; accogliere e farsi accogliere. Abbiamo tanto da ricevere e non solo da dare. Abramo e Sara, seppure anziani, si scoprirono fecondi quando accolsero con tranquillità il Signore stesso in tre viandanti. Anche per noi c’è tanta vita da accogliere ancora.

Il Papa si affaccia a Piazza della Libertà, a Castel Gandolfo, per la recita dell'Angelus
Il Papa si affaccia a Piazza della Libertà, a Castel Gandolfo, per la recita dell'Angelus   (@VATICAN MEDIA)

Chiesa, casa aperta

L’invito finale è quello di pregare Maria che ha accolto nel proprio grembo Gesù e insieme a Giuseppe gli ha dato casa.

In lei brilla la nostra vocazione, la vocazione della Chiesa a rimanere casa aperta a tutti, per continuare ad accogliere il suo Signore, che chiede permesso di entrare.

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20 luglio 2025, 12:08

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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