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La distruzione della guerra a Gaza City La distruzione della guerra a Gaza City  (AFP or licensors)

Parolin: dall'Europa al Medio Oriente c'è il rischio di un'escalation senza fine

Il cardinale segretario di Stato, parlando a margine di un convegno alla Casina Pio IV, esprime la sua preoccupazione per i recenti sviluppi sui principali fronti di guerra: “Se non c’è un attimo di ripensamento c’è il rischio di uno scoppio di una guerra di più ampio raggio”

Valerio Palombaro - Città del Vaticano

Siamo sull’orlo del baratro perché c’è il rischio di un’escalation senza fine che fa paura. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, non nasconde la sua preoccupazione per “il rischio di una guerra di più largo raggio” rispondendo alle domande dei giornalisti sull’attacco russo con i droni in violazione dello spazio aereo della Polonia. Parlando alla Casina Pio IV, a margine del seminario internazionale sul tema “Creato, Natura, Ambiente, per un Mondo di Pace”, Parolin ha detto di condividere l’analisi espressa ieri sul punto dal presidente italiano, Sergio Mattarella, che ha parlato di un livello di tensione simile a quella che precedette la Prima Guerra mondiale: “Se veramente non c’è un attimo di ripensamento sul cammino intrapreso c’è il rischio di un’escalation senza fine e quindi anche di uno scoppio di una guerra di più largo raggio”.

Il dramma umanitario della Striscia di Gaza

La preoccupazione del cardinale Parolin è anche per la guerra in Medio Oriente e per la tragedia di Gaza. L’escalation israeliana sulla Striscia – ha detto - “purtroppo non si ferma, nonostante i tanti appelli che sono stati rivolti anche della Chiesa cattolica, anche dal patriarca dei latini, cardinale Pizzaballa”. Dall’altra parte, il porporato ha voluto mettere in luce la capacità di “resistenza veramente ammirevole” del parroco della Sacra Famiglia di Gaza, padre Gabriel Romanelli, e delle persone ospitate nella Chiesa di Gaza City: “Rimangono accanto alle persone disabili e quindi non vogliono cedere di fronte alla violenza”. Rispondendo poi ad una domanda sulla Global Sumud Flotilla, il segretario di Stato ha sottolineato che “tutte le operazioni umanitarie che possono servire ad alleviare la situazione di grave crisi umanitaria che è presente nel territorio sono utili, quindi le valutiamo positivamente”.

Lo spazio per il dialogo e la diplomazia

La Santa Sede, inoltre, prosegue instancabilmente nella sua azione diplomatica. “Stiamo facendo tutto il possibile – ha detto -. La nostra diplomazia sta cercando i contatti con tutti i protagonisti, parliamo, insistiamo, questi sono gli strumenti di cui disponiamo per cercare di fermare questa escalation”.

L’uso del termine genocidio

Il cardinale ha risposto poi ad una domanda sulla risoluzione odierna del Parlamento europeo, che invita gli Stati membri a riconoscere la Palestina ma non contiene la parola “genocidio” per quello che sta succedendo a Gaza, contrariamente al documento firmato lo scorso lunedì da alcuni sacerdoti e vescovi: “Loro probabilmente avranno ritrovato in quello che sta succedendo gli elementi per dare questa definizione. Noi – ha chiarito – per il momento non l’abbiamo ancora fatto. Questo si vedrà. Bisogna studiare, bisogna che ci siano appunto le condizioni per poter fare un’affermazione del genere”. Commentando infine l’incontro della scorsa settimana in Vaticano tra Papa Leone XIV e il presidente israeliano, Isaac Herzog, Parolin ha detto che dal capo dello Stato sono state date “rassicurazioni che non ci sarà l’occupazione di Gaza”. “Io do la buona fede a tutti, poi si tratta di vedere i fatti”, ha concluso.

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11 settembre 2025, 18:16