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La chiesa della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza dopo l'attacco del luglio scorso La chiesa della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza dopo l'attacco del luglio scorso

Gaza, il Papa telefona al parroco Romanelli: preoccupazione e vicinanza

Da Castel Gandolfo Leone XIV ha contattato oggi il parroco della Sacra Famiglia per farsi aggiornare sulla situazione, all'indomani dell'attacco di terra dell'esercito israeliano a Gaza City. Il Pontefice ha manifestato la sua preoccupazione per quanto avviene e ha assicurato la sua preghiera a quanti si rivolgono alla parrocchia. Al momento sono circa 450 le persone rifugiate nella Chiesa. L'ultima telefonata del Papa al sacerdote argentino una settimana fa

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Leone XIV non distoglie il suo sguardo da Gaza, dove ieri, un'ora prima di mezzanotte, l'esercito israeliano ha iniziato l'attacco di terra, con i media della Striscia che hanno segnalato 37 attacchi in 20 minuti e la fuga di massa della popolazione dalla zona nord-occidentale. Proprio per informarsi della situazione, il Papa ha telefonato questa mattina, da Castel Gandolfo - dove ha trascorso la notte e parte della giornata - al sacerdote argentino padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia. A confermare il colloquio è la Sala Stampa della Santa Sede.

La parrocchia della Sacra Famiglia - colpita nel giugno scorso da un raid israeliano che aveva ferito lo stesso Romanelli - continua ad aiutare le circa 450 persone che vi si sono rifugiate e coloro che vi si rivolgono, distribuendo pasti e acqua e tenendo aperta la farmacia interna. Prosegue inoltre la sua attività l’oratorio, con i bambini e i giovani e l’assistenza agli anziani e ai malati, nonostante l’intensificarsi della situazione di conflitto.

"Il Papa - informa la Sala Stampa - ha manifestato la sua preoccupazione per quanto avviene, e ha assicurato a padre Gabriel, e tutti coloro che si rivolgono alla parrocchia, la sua vicinanza e la sua preghiera".

L'ultima telefonata, una settimana fa

Era stato Papa Francesco ad avviare allo scoppio della guerra in Medio Oriente questa 'tradizione' di videochiamare ogni sera, puntuale alle 19, Romanelli e il vice parroco, l'egiziano Iusuf Asad, per sincerarsi delle condizioni di tutto il popolo della Sacra Famiglia. Leone prosegue questa manifestazione di vicinanza che va di pari passo con i suoi appelli di pace, ribaditi in ogni occasione pubblica. 

È di una settimana fa - quando Israele aveva lanciato l'ordine immediato di evacuazione agli abitanti di Gaza City - l'ultima telefonata del Pontefice a padre Gabriel. Il quale in un primo momento non aveva risposto perché impegnato, insieme a tutta la gente in parrocchia, in una lunga celebrazione liturgica. Leone XIV, fuori da Castel Gandolfo, dove aveva trascorso meno di una mezza giornata, diceva di aver provato a contattare il parroco ma di non aver avuto notizie. In serata Romanelli, tramite i suoi canali social, aveva confermato di essere riuscito a parlare con Papa Leone. "Una grande gioia" e una "benedizione", definiva quel colloquio in un video condiviso con i media vaticani.

Il video della preghiera durante i bombardamenti

E sempre tramite il suo account su X e quello su Instagram, padre Gabriel ha postato ieri un filmato in cui si sentono i bombardamenti mentre era in corso una liturgia in parrocchia. Meno di 30 secondi in cui il frastuono di un attacco interrompe il silenzio dei fedeli che hanno continuato tuttavia a pregare, abituati ormai a vivere questo orrore quotidiano.

 

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16 settembre 2025, 14:45