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Il Papa: la vita non è una gara, la Chiesa sia "palestra di ³Ü³¾¾±±ô³Ùà"

All’Angelus in Piazza San Pietro, il Pontefice riflette sul Vangelo del giorno tratto da Luca in cui Gesù pranza dai farisei e nota “che c’è una corsa a prendere i primi postiâ€. Esorta la Chiesa ad essere una “casa in cui si è sempre benvenuti, dove i posti non vanno conquistati†e di riconoscere la nostra dignità come “figlia o figlio di Dioâ€

Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano  

“L’umiltà†è “la libertà da sé stessi†e nasce “quando il Regno di Dio e la sua giustizia hanno veramente preso il nostro interesse e ci possiamo permettere di guardare lontano: non la punta dei nostri piedi, ma lontano!â€. Affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico, Leone XIV incoraggia ad imparare da Cristo come servire e guardare oltre sé stessi, nella catechesi dell’Angelus pronunciata oggi, 31 agosto. Questo sollecito all’umiltà parte da una riflessione sul Vangelo del giorno tratto dall’Evangelista Luca, in cui Gesù pranza da uno dei capi dei farisei, nota “che c’è una corsa a prendere i primi posti†e “con una parabola, descrive ciò che vede e invita chi lo osserva a pensareâ€. E il Papa, nella sua catechesi, si rivolge in particolare alla Chiesa dicendo:

Chiediamo oggi che la Chiesa sia per tutti una palestra di umiltà, cioè quella casa in cui si è sempre benvenuti, dove i posti non vanno conquistati, dove Gesù può ancora prendere la parola ed educarci alla sua umiltà, alla sua libertà.

Lasciarsi scuotere dalla Parola di Cristo

Parlando ai fedeli, il Pontefice sottolinea come andare a Messa la domenica “significa anche per noi lasciare a Gesù la parola†perché lui “si fa volentieri nostro ospite e può descriverci come Lui ci vedeâ€. Il Papa esorta a “fermarci a riflettere†in modo da “lasciarci scuotere da una Parola che mette in discussione le priorità che ci occupano il cuore: è un’esperienza di libertà. Gesù ci chiama alla libertàâ€. Questa corsa a prendere i primi posti descritta nel Vangelo “succede anche oggi, non in famiglia, ma nelle occasioni in cui conta 'farsi notare'; allora lo stare insieme si trasforma in una competizioneâ€, afferma.

È tanto importante vederci con il suo sguardo: ripensare a come spesso riduciamo la vita a una gara, a come diventiamo scomposti per ottenere qualche riconoscimento, a come ci paragoniamo inutilmente gli uni agli altri.

La dignità e libertà che viene da Dio

E infatti Leone XIV sottolinea “umiltà†come la parola chiave di questo Vangelo per descrivere la libertà. “Chi si esalta, in genere, sembra non avere trovato niente di più interessante di sé stesso, e in fondo è ben poco sicuro di sé stessoâ€, evidenzia il Pontefice.

Ma chi ha compreso di essere tanto prezioso agli occhi di Dio, chi sente profondamente di essere figlio o figlia di Dio, ha cose più grandi di cui esaltarsi e ha una dignità che brilla da sé stessa. Essa viene in primo piano, sta al primo posto, senza sforzo e senza strategie, quando invece di servirci delle situazioni impariamo a servire.

Imparare ad essere ospiti ed ospitare

Il Papa spiega inoltre come Gesù “era guardato con un certo sospetto†dai farisei, che erano “rigorosi interpreti della tradizioneâ€. Nonostante ciò, “l’incontro avviene, perché Gesù si fa realmente vicino, non rimane esterno alla situazione†facendosi “ospite davvero, con rispetto e autenticità. Rinuncia a quelle buone maniere che sono soltanto formalità per evitare di coinvolgersi reciprocamenteâ€. 

Avere ospiti allarga lo spazio del cuore e farsi ospiti chiede l’umiltà di entrare nel mondo altrui. Una cultura dell’incontro si nutre di questi gesti che avvicinano.

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I fedeli all'Angelus di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro
31 agosto 2025, 12:20

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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