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Leone XIV: prendersi cura degli altri, legge suprema prima di ogni regola sociale

A Castel Gandolfo, nella catechesi prima dell’Angelus, il Papa rilegge il Vangelo del buon samaritano, sottolineando che il dono della vita eterna si eredita accogliendo la volontà del Padre e guardando a Gesù, rivelazione del vero amore che "non possiede", perdona e “soccorreâ€. L'invito è a portare come Cristo consolazione e speranza “specialmente a chi è scoraggiato e delusoâ€

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Per vivere in eterno, “non occorre ingannare la morte, ma servire la vita, cioè prendersi cura dell’esistenza degli altri nel tempo che condividiamoâ€. È questa, per Leone XIV, la “legge suprema che viene prima di ogni regola moraleâ€, che Gesù ci trasmette con la parabola del buon samaritano, protagonista del Vangelo di questa XV domenica del tempo ordinario. Il Papa lo sottolinea nella breve catechesi prima della preghiera mariana dell’Angelus, recitata per la prima volta in Piazza della Libertà a Castel Gandolfo, dopo aver celebrato la Messa a pochi passi, nella vicinissima chiesa di San Tommaso da Villanova. Il Papa la raggiunge a piedi in mezzo alle grida gioiose e le braccia protese di migliaia di persone, assiepate lì dal mattino.

La vita eterna, bene che Dio ci trasmette in eredità

Soffermandosi sulla pagina del Vangelo di Luca, Leone XIV ricorda che la “bellissima domanda†fatta a Gesù - “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna†- esprime il nostro costante “desiderio di salvezzaâ€, di “un’esistenza libera dal fallimento, dal male e dalla morteâ€. Un bene “da ereditareâ€, non da conquistare “con la forzaâ€, da implorare o ottenere “per contrattoâ€.

La vita eterna, che Dio solo può dare, viene trasmessa in eredità all’uomo come dal padre al figlio

Il Papa durante la recita dell'Angelus
Il Papa durante la recita dell'Angelus   (@Vatican Media)

La volontà di Dio è l’amore come legge di vita

Per questo, prosegue il Pontefice, Gesù risponde “che per ricevere il dono di Dio bisogna accogliere la sua volontàâ€. Quella scritta nella Legge: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore» e «il tuo prossimo come te stesso»". In questo modo, spiega il Papa, “corrispondiamo all’amore del Padreâ€: la Sua volontà, infatti, è quella legge di vita che Lui per primo “pratica verso di noi, amandoci con tutto sé stesso nel Figlio Gesùâ€.

Gesù rivelazione del vero amore che dona, perdona e soccorre

L’invito di Leone XIV è quindi quello di guardare a Gesù, “rivelazione del vero amore verso Dio e verso l’uomo: amore che si dona e non possiede, amore che perdona e non pretende, amore che soccorre e non abbandona maiâ€.

In Cristo, Dio si è fatto prossimo di ogni uomo e di ogni donna: perciò ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino. Sull’esempio di Gesù, Salvatore del mondo, anche noi siamo chiamati a portare consolazione e speranza, specialmente a chi è scoraggiato e deluso

La folla di fedeli presenti all'Angelus
La folla di fedeli presenti all'Angelus   (@Vatican Media)

Maria ci aiuti ad essere ogni giorno operatori di pace

Il Pontefice conclude con la preghiera alla Vergine Maria, Madre di misericordia, perché ci aiuti “ad accogliere nel nostro cuore la volontà di Dio, che è sempre volontà d’amore e di salvezza, per essere ogni giorno operatori di paceâ€.

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13 luglio 2025, 12:10

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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