Romea Strata, geografie del possibile lungo un’antica via
Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano
Il 17 giugno 2025, il Consiglio d’Europa ha ufficialmente certificato la "Romea Strata" come Itinerario culturale europeo. L’antico cammino che un tempo guidava i pellegrini centro-orientali verso Roma viene oggi riconosciuto come arteria viva del patrimonio culturale europeo. Oltre 4000 km, 245 tappe, 55 siti Unesco, dall’Estonia all’Italia, attraversando Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria, la "Romea Strata" racconta secoli di storia, scambi, spiritualità e umanità. Un riconoscimento che non suggella, ma rilancia un progetto culturale vivo e necessario, che parte dalla storia per parlare al presente.
Cultura come risposta alle tensioni
Don Raimondo Sinibaldi, presidente dell’Associazione europea Romea Strata (AERS), sottolinea l’importanza simbolica di questo riconoscimento in un’epoca segnata da conflitti e frammentazioni: “Questo storico itinerario testimonia come i popoli possano unirsi attraverso la cultura e la storia comuni. È una risposta concreta, una via di riconciliazione”, si offre così come un gesto di fiducia, un’infrastruttura di pace che non richiede cemento, ma ascolto e cammino da fare insieme.
Strata: cammino e memoria
Il nome "Strata" non indica solo una via, ma evoca anche gli strati di significati accumulati nel tempo: rotte commerciali percorse da ambra, ferro, sale e seta, vie di fede battute da pellegrini e menti illuminate come Copernico, Keplero, Galileo. Un tracciato che ha trasportato religioni, idee e conoscenze, lasciando un’impronta profonda su architetture, ospitalità e luoghi della memoria. Percorrerla oggi significa rileggere questi paesaggi come specchio delle identità culturali in trasformazione.
Un riconoscimento, molte responsabilità
La certificazione conferita dal Consiglio d’Europa è più di un simbolo. Riconosce il valore della "Romea Strata" come ponte tra culture e nazioni, capace di sostenere lo sviluppo sostenibile delle comunità, attivare pratiche locali e valorizzare destinazioni spesso escluse dai grandi circuiti. Si configura così come un laboratorio vivo, dove la cooperazione diventa strumento di crescita e la cultura motore di inclusione e dialogo.
Una rete che si espande, un modello che cresce
La "Romea Strata" si sviluppa grazie a una rete ampia e dinamica che oggi conta 60 membri in sette Paesi europei, tra cui amministrazioni pubbliche, università, imprese, realtà religiose e culturali. È un’architettura collaborativa che cresce costantemente - nel solo 2024 si sono aggiunti quattro nuovi aderenti, con altri otto in arrivo - e che consente al cammino di evolversi in modo capillare e partecipato. Questa struttura si distingue non soltanto per la sua estensione geografica, ma per la ricchezza e l’integrazione delle azioni intraprese: ogni iniziativa si innesta in una visione coerente, in sintonia con le priorità del Consiglio d’Europa, configurando la strada come un vero e proprio laboratorio culturale diffuso.
Iniziative interconnesse
Lungo il tracciato si attivano pratiche di ricerca, educazione, arte e memoria che restituiscono profondità al percorso. Seminari scientifici, assemblee annuali e momenti di confronto rigenerano la lettura del patrimonio, mentre eventi ispirati ai temi della pace e dell’ambiente animano territori marginali, rendendo la storia esperienza viva. L’impegno educativo coinvolge le scuole attraverso reti dedicate al turismo lento e progetti Erasmus che offrono ai giovani strumenti di apprendimento immersivo. Anche l’arte contemporanea, con mostre, concorsi e performance itineranti, entra nel cammino come linguaggio attivo, capace di connettere pubblico e territorio in una narrazione condivisa e in continua trasformazione. Infine, il turismo culturale sostenibile si traduce in viaggi promozionali, collaborazioni con operatori e giornalisti, e nella creazione di pacchetti turistici integrati per accompagnare i visitatori in un’esperienza lenta e consapevole, attenta ai ritmi dei luoghi e delle comunità.
Definire una identità
Ogni ambito d’intervento, così connesso agli altri, contribuisce a definire l’identità della "Romea Strata" come un ecosistema culturale aperto, che cresce grazie alla cooperazione e si radica nella complessità del reale. Non un museo a cielo aperto, ma una infrastruttura di relazioni, in costante trasformazione. Non una semplice via di pellegrinaggio, ma una lente sulla complessità dell’identità europea, sul suo farsi e disfarsi continuo, tra memorie comuni e prospettive future.
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