Sorrentino: Carlo Acutis, il volto di una Chiesa amabile e accogliente
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
L'arcivescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, ha accompagnato fina dalla prima ora il cammino di Carlo Acutis verso il riconoscimento ufficiale della santità. In un'intervista ai media vaticani, guarda alla sua canonizzazione di oggi, 7 settembre, con il cuore colmo di gioia, auspicando che il suo esempio possa spronare i credenti e incidere sul futuro della Chiesa. “Vivo questo momento come il vescovo che si trova dentro un turbine della grazia”, afferma condividendo i sentimenti personali. Il presule ha vissuto da vicino l’affermazione di questa storia di santità a livello mondiale, nonché gli importanti riflessi che hanno segnato e che stanno continuando a segnare la vita della comunità di Assisi.
"Il polso di una Chiesa viva"
La visione, però, si estende ben oltre i confini del paese umbro da dove tutto questo è cominciato specialmente dal 2019, quando la salma dell’allora giovane venerabile venne traslata dal cimitero cittadino all’interno del Santuario della Spogliazione. “Un’esperienza – dice guardando a quanto accaduto – che mi ha fatto avere davvero il polso di una Chiesa viva, nonostante i tanti segni che soprattutto nella nostra Europa ce la configurano come una Chiesa stanca, vecchia, che si allontana dalle radici cristiane”.
"Una bolla d'acqua fresca"
Ed è proprio in tale prospettiva che secondo il vescovo Sorrentino bisogna leggere l’attualità di Carlo. “Dentro questo panorama che siamo abituati a raccontare un po' lamentosamente – spiega – è come se fosse sorta una bolla d’acqua fresca che ci ha rimesso tutti in uno stato di speranza, di consolazione, di voglia di riprendere l'evangelizzazione”.
Una Chiesa giovane e sorridente
Per il presule, si tratta di una potente iniezione di entusiasmo per tutti i credenti. “Carlo – sottolinea – chiede alla Chiesa di essere come è: giovane, sorridente, amabile, accogliente. Una Chiesa che davvero si faccia desiderare perché Gesù è desiderabile. E quando concentriamo in Lui i nostri occhi e il nostro cuore, la vita cambia diventando bella e gioiosa. Il messaggio della santità di Carlo – aggiunge – è il messaggio di una gioia possibile secondo la parola di Gesù che ci ha detto: ‘la mia gioia sia in voi, la vostra gioia sia piena’”.
La santità della porta accanto
Tutto questo con estrema semplicità, altro cardine del dialogo con ciascun fedele. Come molti ripetono, si tratta della esemplificazione della santità della porta accanto. E cioè di una santità a portata di mano, che ci ricorda che per essere santi non servono i superpoteri. La sua figura oggi è venerata in tutto il pianeta, dove si stanno sviluppando molte missioni intitolate al suo nome. “Fino ad ora – racconta Sorrentino – abbiamo visitato circa 24 Paesi e dappertutto sempre con questa stessa espressione di una partecipazione che sorprende in tutte le fasce d’età”. Non solo giovani, dunque. “Davvero c’è qualcosa di grande e di soprannaturale che il Signore ha voluto dire alla Chiesa con questa santità. E questo – conclude – ci mette tutti quanti in pista, in corsa”.
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