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Un bombardamento israeliano a Gaza Un bombardamento israeliano a Gaza  (MAHMOUD ISSA)

Parolin: situazione tragica a Gaza, si fermi la carneficina in Ucraina

Il cardinale segretario di Stato ha parlato a margine di un evento al Bambino Gesù: al momento nessuno dialoga, la Santa Sede continua a levare la voce nella speranza che si trovino soluzioni per entrambi i fronti di guerra

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

È al momento una voce che grida nel deserto dell’attenzione internazionale, perché gli obiettivi sono altri. La voce della Santa Sede, che invoca fin dall’inizio della crisi nella Striscia di Gaza un cessate il fuoco, il via libera agli aiuti umanitari e l’avvio di un negoziato costruttivo. Ma è un’eco che al momento si perde lontana, mentre la constatazione realistica venata d’amarezza è che, nonostante lo stillicidio di stragi quotidiane, “attualmente non ci sono dialoghi”. Il cardinale Pietro Parolin parla dall’Ospedale Bambino Gesù dove oggi, 5 settembre, si è recato per benedire un’immagine di Pier Giorgio Frassati, che Papa Leone domenica prossima canonizzerà assieme a Carlo Acutis.

La tragedia chiede dialogo

Il collega Daniele Rocchi dell’Agenzia Sir raccoglie le considerazioni del segretario di Stato, in particolare l’insistenza - così spesso dimostrata dal Papa - “perché le parti riprendano il dialogo, e attraverso il dialogo - auspica il cardinale Parolin - possano trovare delle soluzioni alla terribile e tragica situazione di Gaza”. La nostra, prosegue il porporato, “è una voce che continua a levarsi perché l'avevamo fatto anche in precedenza. L'abbiamo fatto ieri in maniera molto decisa anche con il presidente di Israele e speriamo che questa voce unita anche alla voce della comunità internazionale, possa produrre qualche effetto”.

Proteggere chi non può spostarsi

Una domanda sollecita il segretario di Stato sulla situazione critica, come quella di tutta Gaza, che vive la parrocchia locale, che fin dallo scoppio delle ostilità ha dato rifugio a centinaia di persone. La preoccupazione per loro, dice il cardinale Parolin, “è alta nel senso che lì ci sono anche molte persone disabili che non possono essere trasferite altrove, quindi noi speriamo che ci sia rispetto per quelli che hanno deciso di rimanere lì e che non possono fare altrimenti. E che si ascolti questo appello a rispettarli e a proteggerli”.

Ucraina, le porte aperte del Vaticano

L’ultimo pensiero è per l’altro fronte di guerra europeo, quell’Ucraina per la quale i Paesi della coalizione dei volenterosi hanno ribadito l’impegno a garantire la sicurezza. In questo caso, riafferma il segretario di Stato, “la posizione della Santa Sede è che si avvii un dialogo” e lo stesso Leone XIV, ricorda, “aveva addirittura messo a disposizione il Vaticano come luogo perché potessero avvenire questi colloqui”. Si tratta, conclude il cardinale Parolin, di “una grande disponibilità proprio per aiutare a trovare tutte le vie e tutti i mezzi che possono mettere fine a questa carneficina”.

 

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05 settembre 2025, 18:10