La Santa Sede all'Aiea: impedire la proliferazione delle armi nucleari
Vatican News
Assicurare l’uso pacifico dell’energia nucleare, prevenendo la proliferazione delle armi atomiche, "è un imperativo morale". Questa ferma posizione della Santa Sede è stata riaffermata ieri da monsignor Daniel Pacho, sottosegretario per gli Affari multilaterali, che dopo aver presentato i saluti di Papa Leone XIV ai partecipanti alla 69ma Conferenza generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha espresso l’apprezzamento della Santa Sede per il lavoro “instancabile”, “anche in condizioni impegnative”, del direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, e dei membri del segretariato.
Il contrasto tra spese militari e bisogni primari
Il dovere di impedire la proliferazione delle armi nucleari, secondo monsignor Pacho, “è particolarmente evidente nell’epoca attuale, in cui l’incongruenza di allocare risorse preziose allo sviluppo e all’accumulo di armi nucleari è in netto contrasto con il fatto che così tante persone su questo pianeta stanno lottando per sopravvivere”. Il sottosegretario per gli Affari multilaterali ha quindi espresso preoccupazione per l’aumento delle spese militari, in particolare di quelle nucleari, definendolo “un affronto all’intera umanità, in quanto un grave confronto nucleare avrebbe indubbiamente un impatto irreparabile e devastante, e produrrebbe una perdita di vite umane senza pari”.
Gli 80 anni da Hiroshima e Nagasaki
Ricordando l’80mo anniversario del drammatico lancio delle bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki, Pacho ha ribadito quindi l’impegno della Santa Sede per i principi fondativi delle Nazioni Unite, dell’Aeia e per il disarmo. Le armi nucleari – ha affermato il sottosegretario – “sono indiscriminate, sproporzionate e fondamentalmente incompatibili con i principi umanitari e etici. Inoltre il loro possesso e il loro stoccaggio può solo aggravare ulteriormente le paure e provocare reazioni ingiustificate creando rischi senza precedenti”. Secondo la Santa Sede, inoltre, rispettare le missioni di monitoraggio e le attività di verifica dell’Aiea “è cruciale oggi al fine di ricostruire la fiducia reciproca necessaria per riprendere il dialogo, costruire la pace e assicurare la sicurezza a livello regionale e globale.
Timori dall'Ucraina al Medio Oriente
Monsignor Pacho ha espresso quindi preoccupazione per la “tremenda guerra in Ucraina”, per la crisi in Medio Oriente, mentre ha evidenziato che prendere di mira militarmente gli impianti nucleari dell’Iran “ha il potenziale di portare a un’ulteriore escalation, rendendo la situazione ancora più delicata”. Citando le parole di Papa Leone, il sottosegretario ha riaffermato quindi “l’esigenza di dare nuova vita alla diplomazia multilaterale” e alle istituzioni internazionali volte a risolvere le dispute, fermando parallelamente “la produzione degli strumenti di distruzione e morte”. In questo senso, ha osservato Pacho, l’Aiea è “il modello del multilateralismo”, “più importante che mai in un mondo sempre più frammentato”.
Il nucleare civile
Dal sottosegretario agli Affari multilaterali, infine, una distinzione sull’uso delle tecnologie nucleari per scopi pacifici, nei campi della medicina, del cambiamento climatico, dell’agricoltura, della gestione delle acque e dell’energia. “Questo uso - ha precisato - deve essere sempre guidato da un robusto quadro regolatorio basato sui principi etici: sicurezza, trasparenza, giustizia intergenerazionale e cura per il Creato”.
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