Le "notti bianche" dei giovani a Tor Vergata
Edoardo Giribaldi – Tor Vergata, Roma
Il Papa ha salutato tutti poco dopo le 22. Il buio è sceso in silenzio, come una coperta posata piano su un campo troppo grande per contenerla tutta. E infatti, qualcosa è rimasto scoperto. Non il buio totale - brillavano i riflessi delle coperte termiche distribuite ai pellegrini - ma quel tipo di buio che non spaventa. Svela. Evapora l’ufficialità della giornata trascorsa aspettando il Papa e lascia solo il sudore, le scorie di un’euforia da smaltire, le emozioni da rivivere. Inizia così la notte bianca di Tor Vergata, intermezzo tra la veglia e la Messa con Leone XIV. Anzi, le "notti bianche", come il romanzo di Dostoevskij, perché ogni pellegrino vive la propria.
L'euforia del post-veglia
Qualcuno prova a dormire, rannicchiato nel sacco a pelo, il cappuccio tirato fin sul naso. La bandana verde speranza sugli occhi, come a schermarsi dal peso della giornata. Chi invece non riesce - per l’adrenalina, per il rumore, o per un’insonnia che viene da lontano - si lascia trasportare dal post-veglia. I corridoi tra i settori della spianata sono un’emorragia di pellegrini. Un milione circa, che si muove come un unico organismo. Chi prova a camminare piano, come in una processione laica, ne viene inghiottito.
Legami sinceri
Un canto urlato, il nome di una nazione scandito a squarciagola - “Mexico!” - crea legami istantanei, effimeri, figli del flusso inarrestabile della folla. Ma in quello scambio di sguardi e grida estemporanee, c’è quasi un'eco delle “amicizie sincere, generose e vere” auspicate dal Pontefice nella veglia della sera precedente.
Luci e telefoni scarichi
Camminare tra le tende e i sacchi a pelo è un atto d’equilibrio. Quelli neri si confondono con il buio e la paura è quella - concreta - di calpestare qualcuno. Chi ha seguito il consiglio, inusuale ma efficace, del vademecum del Giubileo ha una torcia in testa. I telefoni sono scarichi: troppe foto, troppe chiamate per ritrovare il proprio gruppo. Le stazioni di ricarica sono intasate come la metro in ora di punta.
I discorsi dei pellegrini
I discorsi intorno alle tende spaziano tra il surreale e il profondo. “Sanno di benzina, però sono buoni”, dice una ragazza, addentando i biscotti del kit alimentare distribuito a ciascun pellegrino. C’è chi, con voce grave, rievoca le parole del Papa. Chi cerca una bottiglietta vuota perché i bagni sono troppo lontani. Chi semplicemente ride, sotto un cielo senza orologio.
Bandane scambiate
L’atmosfera è quella dei grandi festival musicali. E restando in tema, la notte di Tor Vergata raccoglie qualche ritardatario, accorso tardi perchè bloccato dal concerto dei cantanti americani Kendrick Lamar e Sza allo Stadio Olimpico. C’è chi si presenta con la bandana del concerto, e la scambia con quella verde del Giubileo. E non la usa per dormire. “Mi raccomando, riposatevi un po’.” L’ultima, paterna raccomandazione del Papa. Forse l’unica che, nella notte di Tor Vergata, sembra legittimo non seguire.
Sveglia all'alba
E poi accade, senza che nessuno se ne accorga: il cielo scolorisce. Non c’è un’alba, c’è una dissolvenza. Una luce lieve, che si insinua tra i sacchi a pelo, tra le tende, tra gli occhi chiusi di chi ancora dorme e quelli aperti di chi non ha mai smesso di guardare in su. Un vago, fragile senso di essere stati lì. Insieme. Nella notte. Per chi, come un bambino testardo, ha passato ore a cercare di fotografare la luna, troppo pallida per essere postata. Per chi si è è stato svegliato dalle prime prove audio, alle 6.30 circa, e ha alzato la testa. “Era tutto blu. Avevo le mani fredde. Ho detto ‘aiuto’, ma in realtà ero serena”, racconta una ragazza all'amica. Entrambe in fila per le fontanelle, utilizzate non per ricaricare le borracce ma per gettarsi un po' d'acqua in faccia e negli occhi.
"Spero che abbiate riposato un pochino"
Il Papa tornerà. Presto. La notte fuori è passata. Magari anche quella dentro. I protagonisti delle Notti bianche si auguravano questo: “Un giorno ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani.” Domani è già oggi.
Sono da poco passate le 7.30 e il Papa arriva. Anzi, torna. E anche in anticipo rispetto al previsto. "Spero che abbiate riposato un pochino", il suo primo pensiero. Li perdonerà, quelli che non l'hanno fatto.
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