Sinodo, suor Becquart: il nuovo documento favorisce lo scambio tra le Chiese locali
Christopher Wells - Città del Vaticano
Attuare, concretizzare il Sinodo a "livello locale", attraverso uno "scambio di doni" tra le comunità ecclesiastiche di tutto il mondo. Questo è il cuore del documento pubblicato ieri, 7 luglio, dalla Segreteria generale del Sinodo, dal titolo . Suor Nathalie Becquart, sottosegretario della Segreteria Generale del Sinodo, racconta gli obiettivi del documento, la necessità di implementare la sua "ricezione", a colloquio con i media vaticani.
Suor Becquart, il Sinodo ha pubblicato un nuovo documento, Tracce per la fase attuativa del Sinodo, un testo a supporto dello scambio di doni tra le Chiese. Può spiegare in cosa consiste la sua fase di attuazione?
Questa fase è iniziata subito dopo il Sinodo che si è concluso a Roma nell¡¯ottobre 2024. Con la nostra , era stato sottolineato che la ricezione delle attuazioni del Sinodo ¡ª cioè mettere in pratica i suoi frutti ¡ª sarebbe stata una fase molto importante. Per la prima volta, Papa Francesco ha approvato direttamente il . Ora, esso fa parte del Magistero ordinario, e viene richiesto di metterlo in pratica, attuare quei frutti con creatività, nella diversità dei contesti delle Chiese locali. Quindi siamo ora in questa fase, perché non basta avere un documento e lasciarlo sullo scaffale.
Le prime due fasi del Sinodo, la fase di ascolto e poi la fase celebrativa, avevano periodi di tempo stabiliti. Anche la fase di attuazione avrà questo requisito?
È aperta, ma ciò che è stato organizzato con il Segretariato Generale del Sinodo e l¡¯approvazione di Papa Francesco, e poi di Papa Leone XIV, è un quadro di tre anni per sostenere questa fase. A ottobre 2028, ci sarà un¡¯Assemblea Ecclesiale a Roma per condividere i suoi frutti e fare una sorta di valutazione. Questo inizierà anche a livello locale, con assemblee nelle diocesi, e a livello nazionale e continentale. Sappiamo che attuare la sinodalità ovunque, a tutti i livelli della Chiesa, richiederà tempo. Ma la cosa più importante è il processo, passo dopo passo, e andare avanti. Questi percorsi aiuteranno chi ha bisogno di più suggerimenti pratici per intraprendere questo cammino. Molti l¡¯hanno già iniziato da quando è stato pubblicato il Documento Finale del Sinodo.
In effetti, abbiamo visto una grande risposta di tutta la Chiesa al concetto di sinodalità nel suo insieme e alle iniziative del Papa. Molti forse si chiedono ¡°Cos¡¯è la sinodalità?¡± Alcuni lo chiedono con toni critici, ma tanti altri in buona fede. Può dare una definizione di base?
Sì. Abbiamo ormai una definizione nel Documento Finale del Sinodo, a cui faccio sempre riferimento, ma possiamo anche comprendere la sinodalità in due modi diversi. Per il primo, cito spesso un teologo australiano che era presente all'assemblea, Ormond Rush, che dice: ¡°La sinodalità è il Concilio Vaticano II in sintesi.¡± Tutti i nostri documenti sottolineano che ciò che stiamo facendo si riferisce davvero alla visione del Concilio. Possiamo dire che, in questa fase di ricezione, la sinodalità è il modo di comprendere l'ecclesiologia del Vaticano II. Perché esso non è ancora completamente attuato ovunque, in un certo senso.
L¡¯altro modo ¡ª più semplice ¡ª fa riferimento al nostro logo, ed evidenzia tre parole chiave: comunione, partecipazione, missione. Possiamo dire che la sinodalità è un modo per aiutare la Chiesa a diventare più missionaria e più partecipativa. Quindi la sinodalità è il modo in cui Dio chiama oggi la Chiesa ad esercitare meglio la sua missione. È un modo di essere Chiesa, che deriva dalla sua forma primitiva e che riprendiamo dal Vaticano II sottolineando che, innanzitutto, siamo tutti battezzati; e come battezzati siamo chiamati a portare avanti la missione insieme. C¡¯è diversità di vocazioni, carismi, ministeri. Ma siamo popolo di Dio, in cammino con gli altri popoli.
Dobbiamo quindi intendere la sinodalità in entrambi i modi: un modo di essere Chiesa, come fratelli e sorelle in Cristo; e un modo di essere Chiesa lavorando con tutti gli altri. Quindi va di pari passo con l¡¯ecumenismo, che è stato uno dei frutti più forti del Sinodo; ma anche con il dialogo interreligioso, il dialogo con la società, con tutte le persone; è importante sottolineare la necessità di ascoltare tutti, specialmente i poveri o i marginalizzati. Essere una Chiesa accogliente, disposta a lavorare con tutti per annunciare il Vangelo.
Passando ora al documento Percorsi per la Fase di Attuazione del Sinodo: qual è il suo scopo e cosa sperate di ottenere con esso?
Questo documento risponde a domande semplici; serve a sostenere, come dicevo, prima di tutto l¡¯attuazione del Sinodo a livello locale; ma allo stesso tempo anche quello che chiamiamo ¡°lo scambio di doni¡± tra le Chiese locali. Questa nozione è centrale del Documento Finale. Tutti abbiamo qualcosa da dare e qualcosa da ricevere. Nella mia missione qui, sono stata benedetta, come il cardinale Grech, monsignor Ruiz e altri, nel viaggiare molto per sostenere il cammino sinodale delle Chiese locali. E lì possiamo vedere la bellezza delle nostre comunità. Siamo una Chiesa, ma con diversità nelle situazioni, culture, contesti. Quindi il modo in cui viviamo la missione nella diversità è anche plasmato dalla cultura.
Ogni Chiesa locale ha il suo percorso, ma non può essere isolata. Quindi questo documento vuole anche sottolineare che non si può attuare una conversione sinodale da soli, ma è molto importante lavorare insieme come diverse Chiese locali. Il Sinodo chiede maggiore enfasi su di esse, ma allo stesso tempo sottolinea l¡¯importanza di un dialogo più forte tra le varie comunità. Può avvenire a livello di provincia ecclesiastica; tra alcune diocesi; nelle conferenze episcopali (di solito a livello nazionale); e a livello continentale.
Questo documento aiuta anche a sostenere l'importanza di condividere i frutti delle iniziative del cammino sinodale a livello locale con gli altri. Ecco perché il piano per le fasi successive, approvato da Papa Francesco e poi da Papa Leone XIV, prevede diverse tappe, con assemblee nelle diocesi e nelle eparchie delle Chiese orientali, poi a livello nazionale e continentale. E infine ci sarà un'Assemblea Ecclesiale a Roma per assicurare che lavoriamo insieme come Chiese locali.
Abbiamo detto più volte che la fase di attuazione è molto concreta. Può offrire qualche suggerimento concreto su come le Chiese locali, ma anche i singoli fedeli battezzati ¡ª dato che tutti siamo chiamati a far parte di questo processo ¡ª possano iniziare a contribuire all¡¯attuazione del Sinodo? E quale potrebbe essere un primo passo per le persone che leggono questo documento e si chiedono: ¡°Come posso far parte del cammino della sinodalità?¡±
Questo documento è importante, ma fa riferimento a quello finale del Sinodo. Quindi, in un certo senso, questi percorsi sono uno strumento per aiutare a immergersi nel Documento Finale e ad accoglierlo, per attuarlo a livello locale, anche con quella creatività che viene dallo Spirito Santo, perché non può esserci un unico modo valido per tutti nel mondo.
È molto importante sottolineare chi deve partecipare alla fase di attuazione. Naturalmente, il primo responsabile è il vescovo diocesano o eparchiale. Ma evidenziamo anche che tutti hanno un ruolo da svolgere, non è solo il vescovo che può farlo. Perciò chiediamo a ogni diocesi e a ogni conferenza episcopale di avere una squadra sinodale, e molte già le hanno, che aiutino a lavorare con il vescovo per vedere come andare avanti. Come dicevo, tutti i battezzati sono chiamati a essere protagonisti di questa ricezione del Sinodo e di questa attuazione, e possono prendere iniziative nelle loro comunità. Naturalmente sempre in dialogo con i loro pastori.
Sottolineiamo anche il ruolo dei raggruppamenti di Chiese. Come ho detto, possono essere la provincia ecclesiastica, una conferenza episcopale, anche continentale ¡ª e alcune le hanno già: per esempio in Asia, la Fabc; o in America Latina, il Celam. Quindi, come sottolineo sempre e come evidenziamo, nessuno è da solo. Non si tratta solo di ciò che si può fare nelle parrocchie e nelle diocesi, ma anche in tutti i tipi di organizzazioni ecclesiali. Per esempio, è molto importante, se vogliamo una Chiesa sinodale, attuare la sinodalità nelle scuole e università cattoliche, nel ministero giovanile, nelle organizzazioni caritative, come la Caritas. E sono già molto coinvolti nel Sinodo e nell¡¯attuazione anche i religiosi e le religiose, che hanno davvero accolto questa chiamata alla sinodalità.
D: Una delle parole che ha usato più volte è ¡°ricezione¡±. Forse la gente ha un¡¯idea comune di cosa significhi ¡°ricevere¡± qualcosa, ma c¡¯è una certa profondità teologica in questa idea di ricevere il Vaticano II, ricevere il Sinodo. Può parlare di cosa significa la ricezione?
Sì, possiamo dire che la ricezione è un fatto concreto. Quando c¡¯è un concilio o un sinodo, si tratta di discernere la chiamata di Dio, cercare la verità. E fin dall¡¯inizio della Chiesa, sinodi e concili sono stati convocati per affrontare alcuni temi o questioni, soprattutto in caso di conflitti, per cercare davvero la verità. E riconosciamo che il modo in cui lo Spirito Santo parla e ci chiama è portando armonia. E alla fine di ogni concilio e di ogni sinodo, l¡¯idea del consenso è molto importante. Quindi coloro che partecipano ¡ª e abbiamo visto che funziona nell¡¯Assemblea Sinodale ¡ª hanno davvero un¡¯esperienza profonda spirituale, umana, ecclesiale, e poi diventano missionari della sinodalità.
Ma se ciò che è stato deliberato come via da seguire non viene ricevuto ¡ª accolto, accettato ¡ª alla base, è un problema. Non basta che solo poche persone lo ricevano o che diventi un documento. Quindi, l¡¯idea di ricezione è proprio l¡¯idea di abbracciare i frutti e i percorsi che sono stati comunicati. E di solito vediamo, per esempio nella storia della Chiesa, che ci possono volere fino a quasi 100 o 150 anni per ricevere un Concilio. Dò un esempio molto concreto per aiutare a capire. Quando fu convocato il Concilio di Trento, uno degli argomenti importanti era la formazione per il sacerdozio; e ciò che emerse fu l¡¯idea di organizzare una formazione per i sacerdoti nei seminari come li conosciamo oggi. Ma in alcuni Paesi ci sono voluti più di 100 anni per prendere davvero e mettere in pratica le raccomandazioni del Concilio.
Papa Francesco ha certamente dato lo slancio per il Sinodo sulla sinodalità. Come vede la sinodalità nella Chiesa procedere sotto il pontificato di Papa Leone XIV?
Quello che abbiamo visto, fin da quando Papa Leone XIV è stato eletto, è il sottolineare la volontà di essere una Chiesa sinodale, in diversi discorsi e in modi differenti. Ha veramente evidenziato l¡¯importanza della sinodalità e l¡¯impegno a proseguire questo cammino sinodale.
E, per me, quando Papa Francesco è venuto a mancare, sono stata molto toccata e commossa dal fatto che immediatamente tutte le persone, nella diversità del Popolo di Dio, sono venute a rendergli omaggio. Francesco era legato al popolo, era unito al popolo. E si poteva vedere, nella Basilica di San Pietro, una tale diversità di persone venute a rendergli omaggio: poveri, famiglie con bambini; un imam musulmano che pregava, poi un vescovo ortodosso, persone di ogni tipo di background, anche con disabilità che cercavano di alzarsi dalla sedia a rotelle. E in occasione del funerale si è vista, senza bisogno di parole, esattamente la visione della Chiesa. Espressa attraverso la diversità di persone che c¡¯erano; non solo fedeli cattolici, ma tantissimi delegati ecumenici, più di 100 rappresentanti di altre religioni, presidenti, politici, la diversità della società.
Ed è stato esattamente lo stesso quando Papa Leone XIV è stato eletto. La folla era lì e lui ha subito stabilito una connessione con essa. Quindi, attraverso i Pontefici ¡ª Papa Francesco e Papa Leone ¡ª si nota subito un legame intimo con il popolo. Abbiamo osservato la sinodalità in azione. Papa Prevost ha iniziato il Sinodo quando era vescovo in Perù. Ha fatto la fase di ascolto, la fase di consultazione nella sua diocesi. Era molto coinvolto. Poi è arrivato qui a Roma nel periodo degli incontri continentali del Sinodo. Ricordo la prima volta che venne qui, era quando stavamo preparando l¡¯Instrumentum Laboris per l¡¯assemblea, e abbiamo chiesto a tutti i prefetti di venire a dialogare con noi. Poi è stato all¡¯assemblea come prefetto nell¡¯ottobre 2023 e poi nell¡¯ottobre 2024. Ha preso parte a due Gruppi di Studio. Quindi è stato coinvolto nel Sinodo fin dall¡¯inizio.
E si vede che ha uno stile di guida molto simile, ascoltando davvero con una spiritualità profonda, perché la sinodalità inizia dentro di noi. È prima di tutto un atteggiamento spirituale, ma poi deve anche tradursi in strutture, in azioni concrete. Ed è per questo che i nostri Percorsi per la Fase di Implementazione del Sinodo non solo evidenziano l¡¯importanza della nostra conversione personale, della spiritualità della sinodalità ¡ª che è la prima parte del Documento Finale ¡ª ma ci chiedono anche di guardare a passi molto concreti che possiamo compiere negli organismi decisionali; implementando, per esempio, consigli come i consigli parrocchiali o il consiglio pastorale diocesano. E vediamo che Papa Leone XIV non solo parla di sinodalità e della sua importanza, ma già l¡¯ha abbracciata prima che fosse formalmente strutturata così. E già esercita il suo ministero di Papa in uno stile sinodale. E quando è venuto al Segretariato del Sinodo, avevamo quindi già un dialogo avviato con lui.
D: C¡¯è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Vorrei aggiungere qualcosa, se possibile ¡ª anche perché penso sia importante dare un¡¯idea di come lo Spirito Santo abbia accompagnato fin dall¡¯inizio il Sinodo. Perché se comprendiamo bene la sinodalità, essa è davvero la chiamata di Dio per la Chiesa ad essere più missionaria. Perché tutto questo processo è volto alla missione. E quello che evidenziamo nei Percorsi è proprio che ciò che stiamo facendo è focalizzato sulla missione. E se abbracciamo uno stile sinodale migliore, porteremo più frutti. E così la Chiesa potrà proclamare meglio il Vangelo, trasmettere la fede, amare e servire il popolo. Perché questa è la missione della Chiesa.
Vorrei anche sottolineare ciò che è già in corso, perché, come ho detto, molti non hanno aspettato questo documento, hanno già cominciato. E speriamo che con il documento molti altri continuino questo cammino sinodale. E quello che vediamo è che molte conferenze episcopali, organismi continentali, ma anche organizzazioni come l¡¯Unione Internazionale delle Superiore Generali per la vita religiosa e altri movimenti internazionali, hanno già costituito i loro team sinodali, e speriamo che molti altri continuino. Quindi, con creatività, le commissioni nazionali e a livello di diocesi stanno lavorando. Vediamo anche che in alcune diocesi sono state introdotte nuove funzioni: per esempio, un vicario generale per la sinodalità o una donna laica come direttrice per l¡¯implementazione sinodale. Possiamo dire che in molti posti la sinodalità è abbracciata nelle strutture istituzionali.
Poi vediamo che molte diocesi ora organizzano un Sinodo diocesano per vedere come implementare la sinodalità a livello locale. Per esempio, in Australia hanno avuto un Consiglio Plenario e poi il Sinodo sulla Sinodalità. Quindi ora quasi tutte le diocesi stanno facendo ¡ª hanno fatto o stanno facendo ¡ª un Sinodo diocesano per implementare i frutti del Consiglio Plenario e del Sinodo sulla Sinodalità nelle loro diocesi. In altre diocesi nel mondo a volte si fanno Sinodi diocesani, ma anche assemblee sinodali, processi sinodali. Posso fare un esempio: nell¡¯arcidiocesi di Abidjan in Costa d¡¯Avorio hanno deciso che il tema dell¡¯anno pastorale sarà guidare una Chiesa sinodale. E hanno fatto una sorta di bilancio alla fine dell¡¯anno pastorale, mettendo in luce molti frutti. È molto interessante.
Quindi si fa così. Vescovi locali che scrivono lettere pastorali sulla sinodalità, come ora è stato pubblicato nella diocesi di Milano. Molti hanno anche organizzato giornate di implementazione per categorie diverse, a volte per sacerdoti, o per operatori pastorali, o per categorie diverse o tutti insieme. Alcuni hanno già scritto, ed è molto interessante, un vademecum per l¡¯implementazione del Documento Finale del Sinodo nel loro contesto. Prendendolo quindi in carico.
Un altro campo dove abbiamo molte iniziative è la formazione e l¡¯educazione alla sinodalità. Ora ci sono scuole permanenti di sinodalità: per esempio, nell¡¯Africa francofona, una suora che era al Sinodo ha organizzato una scuola di sinodalità dopo la prima Assemblea e ora sta riprendendo il Documento Finale; alcune organizzazioni come l¡¯Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche hanno stabilito una scuola di sinodalità. Alcune università stanno iniziando corsi o scuole sul tema. Quindi, nel mondo teologico e accademico, ci sono molte iniziative di corsi di formazione, nuovi dipartimenti, per esempio un dipartimento di sinodalità, e vediamo sempre più studenti di dottorato o tesi di laurea proprio su temi di sinodalità. Molte pubblicazioni e ricerche, tanti programmi e workshop.
Voglio anche sottolineare ¡ª ed è molto interessante ¡ª ciò che si fa anche nei progetti educativi e pedagogici, nelle scuole cattoliche, per esempio nelle Filippine dove la cosa è stata presa molto seriamente. Ora hanno manuali o libri che integrano il principio della sinodalità. Poi abbiamo anche iniziative creative e culturali. In alcune parti del mondo hanno organizzato concerti sulla sinodalità, chiedendo a cori o a persone di scrivere canzoni e inni sul Sinodo, traducendo il Documento Finale in musica e in concerto.
Poi ci sono anche molte iniziative dal punto di vista spirituale, esercizi spirituali sulla sinodalità e iniziative varie di questo tipo. Infine, voglio sottolineare anche l¡¯importante dimensione ecumenica del Sinodo: diversi delegati hanno partecipato al Sinodo; molte altre Chiese ora promuovono dialogo e condividono la loro esperienza di sinodalità. E in alcuni Paesi si riflette e si evidenzia la sinodalità attraverso dialoghi religiosi interni. Lo Spirito Santo, quindi, sta già operando. E condividiamo tutto questo sul nostro sito del Sinodo, ¡°Synod Resources¡±, affinché possa ispirare altri, ma non per fare un semplice ¡°copia e incolla¡±, bensì per discernere nel proprio contesto come continuare questa conversione sinodale e implementare i frutti del Sinodo, prendendo in mano il Documento Finale.
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