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Pellegrini giunti dal Libano in occasione del Giubileo dei Giovani partono da Piazza Pia alla volta della Porta Santa Pellegrini giunti dal Libano in occasione del Giubileo dei Giovani partono da Piazza Pia alla volta della Porta Santa 

Giubileo, i giovani del mondo "invadono" Roma: vogliamo vivere, non vivacchiare

Tra ieri e oggi nella Città Eterna arrivati in centinaia di migliaia da centinaia di Paesi per vivere l'appuntamento giubilare loro dedicato con Leone XIV. Musica, canti, grida, bandiere per le strade dell'Urbe. Altissime le aspettative dei ragazzi che vogliono parlare di ambiente, pace nel mondo e solidarietà tra i popoli. La testimonianza di Marta, venuta dall'Ucraina: "Il sostegno di tutti per il nostro Paese è una fonte di forza e speranza, che ci aiuta a resistere alla disperazione"

Daniele Piccini e Jacopo Mancini – Città del Vaticano

Il Giubileo dei Giovani cambia il volto di Roma. I maturi turisti americani, giapponesi, tedeschi, sempre presenti nei mesi estivi, hanno dovuto cedere il passo all’esercito pacifico di ragazze e ragazzi venuti per celebrare l'appuntamento dell'Anno Santo loro dedicato insieme a Papa Leone XIV. Solo ieri, lunedì 28 luglio, ne sono arrivati 500 mila da 146 Paesi. Le bandiere, le magliette, i cappelli e le bandane colorati delle Diocesi d'appartenenza riempiono metropolitane, strade, bus, bar, sotto la colonna sonora delle loro voci acerbe e dei loro tamburi.

Accolti dalle parrocchie di Roma

Una presenza che si è imposta caparbiamente anche alla tradizionale, sorniona imperturbabilità della Città Eterna. Che infatti li ha accolti prontamente e a braccia aperte. Per i giovani pellegrini si sono aperte le porte di 270 parrocchie, 400 strutture scolastiche, 40 siti extra-scolastici, oltre a case della protezione civile e palazzetti dello sport. Per la distribuzione dei pasti sono stati predisposti 20 punti specifici, organizzati con accrediti, per distribuire pranzi e cene.

Verso la Porta Santa

È attorno a piazza San Pietro, naturalmente, che questa allegra e variopinta entropia di giovani si concentra e si aggrega. Per dirigersi con i loro gruppi verso la Porta Santa partono da Piazza Pia, all’inizio di via della Conciliazione. I volontari che, dal gazebo allestito per accogliere i pellegrini dal Dicastero per l’Evangelizzazione, distribuiscono le croci di legno ai fedeli accreditati, oggi, non hanno avuto sosta. I gruppi “in partenza†verso San Pietro sono più numerosi del solito e si alternano senza pause. A rimarcare l’eccezionalità della giornata, a Piazza Pia, oltra al gazebo dei volontari, c’è la tenda di VolaInRete un’iniziativa di volontariato finalizzata all’accoglienza dei pellegrini, per dare loro informazioni su quale bus prendere, dove dirigersi o dove mangiare.

Marta, originaria di Irpin, Ucraina.
Marta, originaria di Irpin, Ucraina.

Dall'Ucraina per condividere la luce di Cristo

Per la fortuna di tutti, le piogge delle scorse ore hanno mitigato la temperatura e donato una tonalità di indaco al cielo di Roma. Del resto, non è certo dal caldo che questi giovani pellegrini si lascerebbero scoraggiare. Marta, avvolta dalla bandiera dell’Ucraina, arriva con le sue amiche da diverse regioni del Paese in guerra: Donetsk, Kyiv, Irpin. Il gruppo, accompagnato da una suora, è stato selezionato grazie a un’iniziativa lanciata da diverse parrocchie ucraine che hanno messo in palio biglietti per partecipare al Giubileo. Per queste ragazze, essere a Roma è un segno concreto di speranza e di fede viva, non solo per ciascuna di loro, ma per il loro Paese, che continua a essere teatro di violenze e instabilità. “Essere qui ci permette di ricevere, come Paese, il supporto dei cristiani di altri Paesiâ€, dice Marta, originaria di Irpin, città simbolo della distruzione causata dall’invasione russa iniziata nel febbraio 2022. “Possiamo condividere qui – prosegue Marta - le nostre storie di vita, le nostre esperienze, la nostra forza di amare, pregare e di combattere per le cose in cui crediamo. Ci aspettiamo di incontrare persone che ci accolgano, che ci diano il loro supporto e che condividano con noi quella luce che portano attraverso Cristo, e che portiamo anche noi. Ne abbiamo davvero bisognoâ€.

Marta sa che non tarderanno ad arrivare da parte di Papa Leone XIV parole di pace e di incoraggiamento per il suo Paese. “L’attenzione che Papa Leone XIV sempre dedica all'Ucraina è molto importante, non solo per chi è credente. Per noi ucraini leggere sui social o vedere nei media in generale, messaggi di incoraggiamento da altri Paesi o dal Pontefice, ci dà tanta forza e accresce la nostra fede. Vivere a Kyiv significa passare ogni notte nei rifugi anti-bombardamento: è difficile viverci e lavorarci. Questo sostegno – conclude la ragazza - è per noi una vera fonte di forza e di speranza, che ci aiuta a resistere alla disperazione quotidiana".

Giorgio è venuto a Roma da Libano con un gruppo di 45 persone.
Giorgio è venuto a Roma da Libano con un gruppo di 45 persone.

Pace per il Libano e per il mondo

Anche Giorgio, che viene dal Libano, terra coinvolta nel conflitto che dal 7 ottobre 2023 scuote tutto il Medio Oriente, è venuto a Roma con un gruppo di 45 persone per sentirsi accolto dalla Chiesa universale. “Sono a Roma, per la prima volta, per essere vicino a Dio. È bellissimo vedere persone da tutto il mondo che vengono qui per Cristo. Dobbiamo tutti pregare per la pace, non sono in Libano, ma in tutto il mondo. Per questo siamo qui tutti. Speriamo che il Papa possa visitare prossimamente il nostro Paese e speriamo di poterlo accogliere in un Medio Oriente finalmente riappacificatoâ€.

"Tante culture e tante lingue, lo stesso cammino"

Dalla provincia all'abbraccio della Chiesa universale

Un sentimento ed un bisogno di sentirsi abbracciati da una realtà più grande, che prova anche Michele, 27 anni, dalla provincia di Novara, giunto a Roma con un gruppo di 26 ragazzi accompagnati da un seminarista. “Ci aspettiamo di vivere una settimana di incontri. A cominciare dalla Messa di stasera in Piazza San Pietro. Vogliamo respirare l’aria della Chiesa. Noi veniamo da un piccolo paesino e per noi è importante renderci conto di essere parte di un mondo di fratelli, abbracciati alla stessa Croce. Siamo circondati da tante persone di altre nazioni, con le quali certamente condividiamo le stesse esperienzeâ€.

Orazio da Biella: "Non vogliamo vivacchiare, vogliamo vivere!"

A Roma sotto il segno del beato Frassati

Orazio, 21 anni dalla parrocchia di San Paolo di Biella, sembra farsi portavoce delle istanze che tutti i giovani portano nel cuore quando, con idee molto chiare, dice di aspettarsi che, in questi giorni, “si parli di ecologia, di ambiente, di speranza, di pace, della risoluzione dei conflitti che ci sono nel Medio Oriente, ma anche in tutte le altre parti del mondo. Vogliamo una Chiesa che si schieri e lotti per la pace. Perché, come diceva il beato Pier Giorgio Frassati, piemontese come noi, ‘non vogliamo vivacchiare, vogliamo vivere’â€.

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29 luglio 2025, 16:35