Caccia: rinnovare la cooperazione multilaterale per il bene comune
Giovanni Zavatta - Città del Vaticano
La tutela dei diritti umani, la promozione della pace, della sicurezza, della cooperazione internazionale, del progresso sociale ed economico per tutti i popoli: l’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata fondata su questi principi che “rimangono vitali oggi come lo erano ottant'anni fa, guidando i nostri sforzi per affrontare le sfide globali”. A sottolinearlo è stato l’arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, intervenuto ieri, 22 luglio, a New York al dibattito generale del Forum politico di alto livello dell’Ecosoc, il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. La Santa Sede ribadisce che “lo sviluppo deve essere ancorato a questi ideali fondamentali, assicurando che ogni azione sostenga la dignità donata da Dio alla persona umana e promuova la solidarietà tra le nazioni”.
Disattesi gli obiettivi dell’Agenda 2030
Nella sua dichiarazione monsignor Caccia ricorda gli impegni presi nel 2015 con l’approvazione dell’Agenda 2030 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, impegni tesi a sradicare la povertà in tutte le sue forme e dimensioni e a garantire che ogni bambino, ogni donna, ogni uomo sulla Terra abbiano le condizioni necessarie per vivere in vera libertà e dignità. Ebbene, a dieci anni dalla sua adozione, osserva il nunzio apostolico, “milioni di persone vivono ancora in condizioni di povertà estrema, soffrono la fame e non hanno accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria. È imperativo che tutti gli sforzi diano priorità allo sviluppo umano integrale, che comprende il benessere spirituale, sociale e materiale di ogni persona”. Lo sviluppo infatti “non è solo una questione di crescita economica”, ma anche “un invito a creare le condizioni in cui tutti possano prosperare, prestando particolare attenzione a coloro che sono più nel bisogno: i bambini, gli anziani, i poveri e coloro che si trovano in situazioni vulnerabili”.
L’esortazione del Papa a superare disuguaglianze
L’arcivescovo Caccia, nel suo intervento, ha citato il discorso pronunciato da Leone XIV il 16 maggio davanti al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Per il Papa dovrebbe essere fatto ogni sforzo “per superare le disuguaglianze globali – tra opulenza e miseria – che stanno scavando profonde divisioni tra continenti, paesi e persino all’interno delle singole società». E ancora: secondo Leone XIV è il momento di “lasciarci alle spalle i conflitti e intraprendere un nuovo cammino, fiduciosi che, lavorando insieme, ciascuno di noi [...] può costruire un mondo in cui tutti possano condurre un’esistenza autenticamente umana nella verità, nella giustizia e nella pace». Parole, ha commentato Caccia, che “sfidano le forti disparità che minano la dignità umana e minacciano la stabilità della nostra comunità globale”. Per questo la delegazione della Santa Sede, al forum dell’Ecosoc, ha sostenuto la necessità di un “rinnovato sistema di cooperazione multilaterale che sia radicato nei principi fondanti delle Nazioni Unite per un cambiamento trasformativo”. Dialogo e rispetto devono guidare l'impegno condiviso per raggiungere il bene comune. Inoltre, ha concluso l’osservatore permanente, sono essenziali “maggiori investimenti nelle famiglie come fondamento della società, insieme a un’istruzione e a un’assistenza sanitaria accessibili e di qualità, affinché gli individui e le società prosperino”.
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