I giovani italiani esultano per il loro Giubileo: ¡°La fede ci fa respirare¡±
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
¡°Ho capito che capire è difficile¡ scusa il gioco di parole. Quindi a volte la fede è un ossigeno che fa respirare, tra le brutture del mondo.¡±
La fede di Sara, 23 anni, da San Gimignano è, per sua stessa ammissione, ¡°disorientata¡±. Eppure la strada per Roma e per piazza San Pietro, oggi pomeriggio, 31 luglio, l¡¯ha trovata. Come lei, tanti altri giovani, circa 40mila, hanno raggiunto il cuore dell¡¯emiciclo berniniano per rinnovare quella fede nel rito presieduto dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. L¡¯evento, intitolato Tu sei Pietro e organizzato dalla Cei, è stato preceduto da testimonianze e momenti di condivisione capaci di orientare, come vere bussole, i passi incerti dei giovani pellegrini giunti da tutto lo Stivale.
La vita a colori di Sammy Basso
Ma alcune vite non si limitano a orientare: riescono anche a colorare quelle intorno. Come quella di Sammy Basso, biologo molecolare e attivista affetto da progeria, morto lo scorso 6 ottobre. "Siete un bellissimo giardino fiorito", è il saluto, emozionato, che Laura Lucchini, madre di Sammy, rivolge ai giovani raccolti in Piazza San Pietro, colorandola di fatto, anche loro, attraverso magliette e bandiere. ¡°Mi sono sempre divertita tanto insieme a lui¡±, racconta. ¡°Non penso di aver avuto un privilegio particolare, ho avuto solo questa esperienza e non sono in grado di dire che la mia è stata più importante di altre, ma Sammy è sempre stato speciale, e non per la sua patologia ma per come ha vissuto questo tratto di vita¡±. Un¡¯esistenza luminosa, vissuta ¡°senza mai recriminare sul ¡®perché proprio a me¡¯¡±. Al punto che, quando Laura lo invitava a chiedere la guarigione al Signore, lui le rispondeva sorridendo: ¡°No mamma, se io sono nato così un motivo c¡¯è, probabilmente il Signore ha un progetto su di me!¡± Al centro, sempre il dialogo autentico: ¡°Tralasciando l¡¯involucro di cui l¡¯anima si serve per questa vita terrena¡±, Sammy ha promosso un¡¯accoglienza sincera, fatta di ascolto attento ai bisogni altrui, e anche del silenzio, "quando serve".
La sua è stata una fede ¡°vissuta nel concreto, sentita e ricercata quotidianamente come punto di partenza di ogni giornata e testimoniata con coraggio¡±. E poi, la lezione più profonda: ¡°Che mai avrei voluto imparare da mio figlio, perché non si dovrebbe mai sopravvivere a un figlio, ma succede, e quando questo accade è devastante. Ma anche in questo delicato e doloroso momento Sammy mi ha insegnato che questa vita altro non è che il passaggio che ognuno di noi deve compiere per arrivare alla vita vera, al cospetto di Colui dal quale tutto ha inizio, il Signore nostro.¡±
Le "rondini" del Rione Sanità
Il disorientamento di Sara, a Napoli, viene tradotto da don Antonio Loffredo in un detto popolare che ha il sapore della verità antica: ¡°Se po' campà senza sapé pecché, ma non se po' campà senza sapé pecch족. Ovvero: si può vivere senza capire il motivo della propria esistenza, ma non si può vivere senza sapere per chi si vive. Una frase accolta con un applauso dai presenti, che la ripetono con convinzione. Già parroco del Rione Sanità, don Loffredo ha raccontato la propria vocazione, nata dalla domanda che Gesù rivolge a Pietro: ¡°Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?¡± E come Pietro, anche lui ha risposto con il pudore di chi ama davvero: ¡°Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene.¡± Un incontro con un Dio ¡°che non rimprovera e non offre lezioni¡±, ma che ¡°accende domande e chiama a cercare dentro di s顱. Ai ¡°gufi¡± ¡ª come lui stesso ha definito i diffidenti, quelli che dicevano ¡°nulla cambierࡱ, ¡°si è fatto sempre cos족, ¡°è inevitabile¡± ¡ª don Loffredo oppone un¡¯esperienza concreta. Quella vissuta nel Rione Sanità, dove un gruppo di adolescenti ha trasformato lo scetticismo in speranza.
Una ¡°paranza¡± ¡ª li chiama così ¡ª di costruttori, capaci di opporsi alla rassegnazione. Li paragona alle rondini, con le parole di Giorgio La Pira, membro dell'Assemblea Costituente della Repubblica italiana: ¡°Quando viene la primavera si muovono, sospinti da un invincibile istinto vitale, verso la terra ove la primavera è in fiore.¡± E quella primavera ha preso forma in luoghi dimenticati: chiese abbandonate, trasformate in Comunità educative, dove oggi fioriscono teatro, musica, pittura, canto, scultura. ¡°Azioni che hanno opposto alla notte dell¡¯inevitabile, la via della folgorazione. La via della Bellezza.¡±
"La cosa più sovversiva", la speranza
¡°Finirai a inscatolare le merendine in fabbrica". ¡°Credo in te. Sei meglio di così. Puoi farcela.¡± Due professoresse, due approcci. Uno che ha rischiato di disorientare, appunto, la vità di Nicolò Govoni, scrittore e fondatore di ¡°Still I Rise¡±, un¡¯organizzazione umanitaria in prima linea per l¡¯educazione di bambini profughi e vulnerabili in varie aree del mondo. L'altro, quella di Nicoletta, capace di cambiare "per sempre", in meglio, la sua vita. E ai giovani di oggi, nel suo intervento, ha rilanciato l'appello a fare "la cosa più sovversiva", "strana", "folle" e "rivoluzionaria": ovvero, "avere speranza".
Parole e musica per raccontare Pietro
Gli interventi sono stati intervallati da alcune esibizioni musicali, accolte con grandi ovazioni dai giovani, che hanno accompagnato i cantanti sulle note dei loro successi più famosi. Supereroi, nel caso di Mr. Rain, e le cover di brani iconici: Com'è profondo il mare, di Lucio Dalla, reinterpretato da Pierdavide Carone, o If I Ain't Got You, di Alicia Keys, ripresa da Mimì. Non solo musica pop, ma anche sacra. La Professione è stata infatti anche anticipata da un itinerario personale e comunitario curato dal doppiatore Paolo Logli che, in un connubio tra le parole dell¡¯attore Giorgio Pasotti e le note dell¡¯Orchestra sinfonica del Conservatorio A. Casella dell¡¯Aquila diretta dal maestro Leonardo De Amicis, ha ridisegnato la figura di Pietro, adattandolo all¡¯attualità.
Il sindaco: i giovani, speranza di un futuro più bello e giusto
L'evento è stato aperto dal saluto del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha dedicato un "pensiero speciale" a Papa Leone XIV, "che guida con straordinaria passione questo appuntamento di fede così importante". Il primo cittadino ha poi osservato la gioia di vedere i giovani "animare i vicoli, i quartieri", le piazze della Capitale, che storicamente "conosce il valore della diversità, della fratellanza, dell'ospitalità", in quanto "città universale che apre le porte, che accoglie sempre chi arriva da lontano, chi fugge da guerra e fame, chi cerca dignità e futuro". Gualtieri ha definito i giovani "la speranza di un futuro più bello e più giusto", esortandoli a parlare "un linguaggio che tocca il cuore di tutti gli uomini, di tutta l'umanità".
Sperimentare il dinamismo della fede
La storia di Sara, giunta dalla Toscana per venire a trovare un¡¯amica volontaria nello staff del Giubileo, si affianca a quella di Samuele, 27 anni, da Napoli, che lavora come rider ma sogna di diventare fotografo. ¡°Pensavo di prendermi una pausa dalle corse¡±, racconta, ¡°e invece qui non mi fermo un attimo¡±. Con la sua Canon, scatta foto alle bandiere che sventolano nello sfondo del cielo limpido romano. "Pensavo che la fede fosse qualcosa di statico, invece l¡¯ho vista nei gesti: un abbraccio improvviso, una mano che si tende, una lacrima che cade e nessuno si vergogna." Nel segno della multietnicità che sta caratterizzando il Giubileo dei giovani, gli eventi dedicati ai pellegrini italiani attirano anche bandiere ed accenti stranieri. Come Diego, 25 anni, che viene dalla Spagna, La Coruña. ¡°Domani ci saranno gli eventi della nostra Conferenza Episcopale¡ speriamo ci sia anche qualche italiano!¡±, auspica con un sorriso.
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