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Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano

Debito ecologico, Parolin: "Ingiusta la sproporzione tra Nord e Sud del mondo"

In occasione del Giubileo dei governanti e degli amministratori, ieri a Roma un incontro per riflettere sulla sperequazione tra il consumo delle risorse della Terra ed i danni climatici che investono soprattutto i Paesi poveri. Il cardinale segretario di Stato: "L’impegno nel ridurre l'impatto ambientale è anche un modo per affrontare il debito finanziario. ? necessario cambiare l'architettura finanziaria internazionale"

 Federico Piana - Città del Vaticano

“Purtroppo, dobbiamo constatare che l'attuale preoccupante contesto storico è caratterizzato da troppa discordia, troppe ferite causate dall'odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”. Ha voluto citare un brano dell’omelia della Messa di pontificato di Leone XIV, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in apertura del suo discorso pronunciato ieri sera, 21 giugno, durante l’incontro sul tema del “Debito ecologico”, svoltosi a Roma nell’ambito del Giubileo dei governanti e degli amministratori.

Davanti ad una folta platea di rappresentanti di governi stranieri e di amministratori locali italiani riuniti nell’Aula Giulio Cesare in Campidoglio, Parolin ha posto l’accento sul fatto che oggi più che mai si sta notando “una forte incapacità di ascoltare l'altro, di vedere le grandi opportunità che si schiudono a noi con il semplice atto di collaborare insieme, di interagire nel rispetto reciproco e nella responsabile consapevolezza che tutto è interconnesso”. Dunque, si fa sempre più urgente una necessità: “Costruire un mondo nuovo in cui regni la pace, questo è l'obiettivo, impegnativo ma allo stesso tempo stimolante, che si pone di fronte a noi e per la cui realizzazione non mancano di certo i mezzi. Ciò di cui abbiamo bisogno è uno ‘sguardo nuovo’ verso un ‘mondo nuovo’, capace di leggere attentamente le sfide e quei ‘segni dei tempi’ che possano contribuire alla pace stimolando il dialogo sociale riscoprendo in essi quella speranza alla quale ci esorta la Spes non confundit”.

Cambiamento di prospettiva

Per il segretario di Stato la centralità della parola e l'essenzialità del messaggio evangelico “sono con assoluta semplicità alla base della pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente” ha detto, citando ancora Leone XIV. E, facendo riferimento alla questione del debito ecologico, ha messo in evidenza che esso rappresenta “l’ingiusta sproporzione tra il danno ambientale causato dalle nazioni ricche, principalmente del nord globale, e le sofferenze sopportate dalle nazioni più povere del sud globale. L’impegno nel ridurre l'impatto ambientale è anche un modo per affrontare il debito finanziario. È necessario cambiare l'architettura finanziaria internazionale. Non solo inserendo clausole che considerino il cambiamento climatico nei debiti, ma anche riformulando in modo significativo il sistema finanziario”.

Vecchi e nuovi poteri forti

Proprio soffermandosi su questo punto il cardinale ha evidenziato che “chi decide i tassi d’interesse e il prezzo delle valute sono le banche centrali e i fondi finanziari privati; le norme che stabiliscono i contratti sono quelle dei Paesi dove si trovano le borse valori". "Gli interventi con pacchetti finanziari di sostegno provengono dal prestatore di ultima istanza, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, i cui principali azionisti sono i Paesi creditori", ha aggiunto Parolin, e "nche la finanza privata interviene ‘a salvataggio’ dei Paesi debitori, ma con fondi speculativi. Il quadro comune per la ristrutturazione del debito creato non sta funzionando in quanto rappresenta gli stessi vecchi e nuovi poteri forti, non le popolazioni”.

Casini, Gualtieri e Rocca: "La politica ascolti di più"

A presiedere i lavori dell’incontro è stato il senatore Pier Ferdinando Casini, presidente onorario dell’Unione interparlamentare, che ha esortato la comunità internazionale ad ascoltare e mettere in pratica le parole del Papa che richiamano "al dovere di tutelare il bene comune. Questo deve fare la politica buona per favorire una equa distribuzione delle risorse”. Nei suoi saluti istituzionali anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha sostenuto che il “concetto di debito ecologico mostra la responsabilità che i Paesi avanzati hanno nei confronti di quelli in via di sviluppo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, che durante un suo breve saluto ha sostenuto che “quando si vuol fare politica alta la si può fare solo con l’ascolto dei più poveri: serve un recupero del ruolo politico che sappia intercettare il disagio”.  

Monti: l'Europa sia in prima linea

Tra i relatori anche l’ex premier italiano Mario Monti, senatore a vita, il quale, allargando lo sguardo, ha espresso l’auspicio che la risoluzione delle problematiche di sperequazione tra nord e sud del mondo possa maturare all’interno della vecchia Europa. Essa, ha detto, “rappresenta una formazione di Paesi di comprovata democrazia liberale e sono fondati sullo stato di diritto”.

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22 giugno 2025, 10:00