Il Dicastero per le Chiese Orientali
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
È il Dicastero della Curia romana che si prende cura, per conto del Papa, di tutte le Chiese orientali cattoliche, i cui territori propri si estendono dall’Etiopia al Medio Oriente, dall'Europa all'India, e di tutte le comunità della diaspora figlie di queste Chiese sui iuris (di diritto proprio) diffuse oggi, a causa delle numerose migrazioni, in moltissime parti del mondo. Il prefetto è il cardinale Claudio Gugerotti, il segretario l’arcivescovo Michel Jalakh, OAM.
Cenni storici
Nel 1573, Papa Gregorio XIII istituì la Congregatio de rebus Graecorum, alla quale era affidato il compito di seguire la vita dei cattolici di rito bizantino o greco, ma anche di promuovere la fede fra gli altri cristiani d’Oriente. Nel 1862, Pio IX, all’interno della Sacra Congregatio de Propaganda Fide, eresse, con compiti analoghi, la Congregatio de Propaganda Fide pro negotiis ritus orientalis. Nel 1917, Papa Benedetto XV, con il Motu proprio , creò la Congregazione per la Chiesa Orientale, e nel 1967 san Paolo VI, con la Costituzione apostolica , modificò il nome in Congregazione per le Chiese Orientali. Nel 1964 san Paolo VI ha pubblicato il decreto , e nel 1990 san Giovanni Paolo II il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Nel 2022, Papa Francesco, con la Costituzione apostolicaPraedicate Evangelium, ha modificato il nome in Dicastero per le Chiese Orientali. Nel 2022, Papa Francesco, con la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, ha modificato il nome in Dicastero per le Chiese Orientali. Tra i vari documenti magisteriali, i seguenti sono essenziali per approcciare l’affascinante mondo delle Chiese orientali cattoliche. La Lettera apostolica , con la quale Papa Leone XIII nel 1895 volle salvaguardare il significato delle tradizioni orientali per l’intera Chiesa, evidenziando la volontà della Santa Sede di tutelarne le specificità. Nel 1964 san Paolo VI pubblicò il decreto del Concilio Vaticano II sulle Chiese orientali cattoliche, . Nel 1990 san Giovanni Paolo II promulgò il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali e cinque anni più tardi, in occasione del centenario della Orientalium dignitas, pubblicò la Lettera apostolica
Competenze
Il Dicastero, secondo la Costituzione apostolica , si occupa delle materie che riguardano le Chiese cattoliche orientali sui iuris. Il Dicastero è competente in merito a tutte le questioni proprie delle Chiese orientali che sono di pertinenza della Santa Sede, come: la struttura e l’ordinamento delle Chiese; l’esercizio delle funzioni di insegnare, di santificare e di governare; le persone, il loro stato, i loro diritti e doveri. Quindi esercita sulle eparchie, sui vescovi, sul clero, sui religiosi e sui fedeli di rito orientale le facoltà che i Dicasteri per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per i Vescovi, per il Clero, per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e per l’Educazione cattolica hanno rispettivamente sulle diocesi, sui vescovi, sul clero, sui religiosi e sui fedeli di rito latino, salve alcune eccezioni.
Il Dicastero segue con attenzione le comunità di fedeli orientali che si trovano nelle Circoscrizioni territoriali della Chiesa latina, dette “della diaspora”. Provvede alle loro necessità spirituali per mezzo di visitatori o mediante una propria Gerarchia, laddove il numero dei fedeli e le circostanze lo esigono, dopo aver consultato il Dicastero competente per la costituzione di Chiese particolari nel medesimo territorio. Nelle regioni in cui, da antica data, sono prevalenti i riti orientali, l’apostolato e l’azione missionaria dipendono esclusivamente da questo Dicastero, anche se vengono svolti da fedeli della Chiesa latina. Il Dicastero ha pertanto competenza territoriale anche sui fedeli latini in Bulgaria, Cipro, Egitto, Giordania, Grecia, Iraq, Iran, Israele, Libano, Palestina, Siria, Turchia.
Nel Dicastero sono presenti la Commissione speciale per la Liturgia, con il compito di salvaguardare e promuovere il patrimonio liturgico dell’Oriente cristiano, la Commissione speciale per gli Studi sull’Oriente Cristiano e la Commissione speciale per la Formazione del Clero e dei Religiosi, che favorisce la formazione degli studenti orientali, specialmente a Roma. La ROACO (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali), un comitato che riunisce le agenzie-opere di vari Paesi del mondo, impegnate nel sostegno finanziario alle Chiese orientali in vari settori, dall’edilizia per i luoghi di culto alle borse di studio, dalle istituzioni educative e scolastiche a quelle dedite all’assistenza socio-sanitaria, è presieduta dal Prefetto ed ha come Vicepresidente il Segretario del Dicastero. Esso ha infine il compito di promuovere l’amore e la corresponsabilità ecclesiale nei riguardi della Terra Santa, e a tale scopo invia ogni anno a tutti i vescovi una Lettera Circolare in vista della Colletta per la Terra Santa, per sensibilizzare i fedeli all’aiuto spirituale e materiale a favore delle comunità e degli enti cattolici presenti nella terra di Gesù.
Recuperare il senso del mistero dell’Oriente cristiano
Lo ha sottolineato Papa Leone XIV, incontrando pastori e fedeli delle Chiese orientali cattoliche in occasione del loro : “La Chiesa ha bisogno di voi. Quanto è grande l’apporto che può darci oggi l’Oriente cristiano! Quanto bisogno abbiamo di recuperare il senso del mistero, così vivo nelle vostre liturgie, che coinvolgono la persona umana nella sua totalità, cantano la bellezza della salvezza e suscitano lo stupore per la grandezza divina che abbraccia la piccolezza umana!”. Grazie a voi, “cari fratelli e sorelle dell’Oriente, da cui è sorto Gesù, il Sole di giustizia, per essere ‘luci del mondo’”, ha concluso, auspicando che le Chiese Orientali continuino ad essere “esempio” e che i pastori promuovano “la comunione, soprattutto nei Sinodi dei Vescovi, perché siano luoghi di collegialità e di corresponsabilità autentica”. Un invito ribadito anche incontrando i membri della ROACO il 26 giugno 2025: “Vorrei che questa luce di sapienza e di salvezza [dell’Oriente] sia più conosciuta nella Chiesa cattolica, nella quale sussiste ancora molta ignoranza al riguardo […] Tuttavia, l’Oriente cristiano si può custodire solo se si ama; e si ama solo se si conosce. […] E c’è bisogno pure di incontro e di condivisione dell’azione pastorale, perché i cattolici orientali oggi non sono più cugini lontani che celebrano riti ignoti, ma fratelli e sorelle che, a motivo delle migrazioni forzate, ci vivono accanto. Il loro senso del sacro, la loro fede cristallina, resa granitica dalle prove, e la loro spiritualità che profuma del mistero divino possono giovare alla sete di Dio latente ma presente in Occidente”.
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