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Parolin: speriamo che Istanbul avvii percorsi di pace. La Santa Sede pronta a offrire spazi

Il cardinale, a margine di un evento sull’Ucraina alla Gregoriana, risponde alle domande dei giornalisti sui negoziati diretti al via domani in Turchia: “Speriamo sia punto di partenza serio per mettere fine alla guerra”. Assicura poi che è “attivo” il meccanismo per il rimpatrio dei minori ucraini. Mentre su Papa Leone XIV afferma che “è un uomo di pace” e si mostra aperto alla possibilità che il suo primo viaggio possa svolgersi a Nicea

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Lo sguardo è alla Turchia, possibile meta del primo viaggio di Papa Leone XIV per i 1700 anni del Concilio di Nicea e teatro, a partire da domani, del vertice di Istanbul che dovrebbe vedere riuniti i presidenti di Russia e Ucraina per negoziati diretti con l’obiettivo di arrivare finalmente a un cessate il fuoco. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, risponde – per la prima volta dopo il Conclave - alle domande dei giornalisti a margine di un evento alla Gregoriana dal titolo “Toward a Theology of Hope for and from Ukraine”, organizzata sotto il patrocinio della Chiesa greco-cattolica ucraina, e condivide le aspettative per questi negoziati diretti, con la mediazione degli Usa, che potrebbero vedere la presenza per la prima volta insieme dei presidenti ucraino e russo Zelensky e Putin.

“Speriamo sempre che ci siano spiragli di pace”, dice il cardinale ai diversi media. “Siamo contenti che finalmente ci sia la possibilità di un incontro diretto. Speriamo che lì si sciolgano i nodi che esistono finora e che si possa avviare davvero un percorso di pace”. Secondo il segretario di Stato, “è prematuro” oggi dire cosa accadrà, la speranza è che Istanbul sia “un punto di partenza serio” per arrivare a mettere fine alla guerra.

Prematuro pensare a un viaggio del Papa a Kyiv

“Prematuro”, secondo Parolin, è anche ipotizzare una possibile visita di Papa Leone XIV in Ucraina, in risposta all’invito del presidente Zelensky nella telefonata di lunedì mattina. Il Papa - che nel Regina Caeli di domenica ma anche nel lungo discorso di stamane ai partecipanti al Giubileo delle Chiese orientali ha lanciato forti appelli per i territori feriti dalle violenze - “rinnoverà come ha già fatto più volte dall'inizio del suo pontificato l’appello per la fine della guerra”, assicura il cardinale. “Noi – aggiunge - rimaniamo sempre disponibili ad offrire anche uno spazio. Parlare di mediazione è eccessivo, ma perlomeno di buoni uffici, di facilitazione dell’incontro”. Al contempo non si vuole “interferire su altre iniziative in corso”.

Attivo il meccanismo per il rimpatrio dei bambini

Quella della Santa Sede, afferma il Segretario di Stato, è una “posizione che cerca di avvicinare le parti più che di creare ulteriori divisioni”. Assicura che, intanto, rimane “attivo” il “meccanismo” – avviato e corroborato dalla missione del cardinale Matteo Zuppi – che ha condotto anche al rimpatrio di alcuni bambini ucraini portati con la forza in Russia. Si tratta principalmente di “scambi di nomi attraverso le Nunziature, poi le verifiche sul luogo e le risposte”. I numeri di questi bambini sono “molto controversi”, ma l’importante “è che ritornino un po’ alla volta nelle loro famiglie, nelle loro case, dai loro cari”.

Far cessare il conflitto a Gaza

Anche sul Medio Oriente, il Papa e la Santa Sede proseguiranno sulla stessa linea finora tracciata da Francesco e, cioè, il costante appello a “far finire il conflitto a Gaza, ottenere la liberazione degli ostaggi” e “per l’assistenza umanitaria a Gaza”. Su questi punti c’è stato “un forte richiamo ad un serio intervento” durante le congregazioni generali pre-Conclave, unito alla “preoccupazione perché il Medio Oriente si sta svuotando dei cristiani”. “Quindi bisognerà trovare delle risposte a questa grande problematica che ci assilla un po' tutti”.

Leone XIV, uomo di pace che vuole la pace

Glissando sulle domande relative alle discussioni prima e durante il Conclave (“Non fateci domande sulle quali dobbiamo rispondere picche”, sorride il cardinale), Parolin si concentra invece sulla figura del neo eletto Pontefice che ha riscosso commenti e reazioni “molto positive”. “Si è presentato in una maniera molto serena. È un uomo di pace che vuole la pace e che costruirà la pace proprio attraverso questi ponti che ha richiamato fin dalle prime parole del suo saluto ai fedeli”.

Il possibile viaggio a Nicea

Il porporato, infine, risponde alla domanda su dove possa tenersi il primo viaggio di Papa Leone: “Penso a Nicea”, dice.  “È un momento importante per la Chiesa Cattolica, è un momento importante per l’ecumenismo. Sicuramente era previsto che Papa Francesco andasse. Immagino che Papa Leone si metterà sulla stessa direzione”.

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14 maggio 2025, 18:15