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Dove tutto parla del libro

Si chiude oggi a Torino la XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro sul tema "Le parole tra noi leggere". Accompagnati da don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, scopriamo un luogo in Vaticano dove la lettura e i testi sono protagonisti incontrastati. Visitiamo la Sala del Vestibolo tra arte, storia, cultura e fede. Un tesoro da tramandare di generazione in generazione

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

C’è un luogo in Vaticano dove tutto parla del libro e della sua storia. Veicolo di trasmissione del sapere, della cultura, delle virtù, della fede. Di promozione dell’umano. È la Biblioteca Apostolica Vaticana, fondata da Papa Niccolò V nel XV secolo e che ha sede nell’edificio fatto costruire in soli due anni, tra il 1587 e il 1589, da Papa Sisto V. Nell’ambito della febbrile attività artistica promossa da questo Pontefice, al secolo Felice Peretti, si inserisce la decorazione pittorica dell’edificio, ornato all’esterno da pitture a graffito in gran parte perdute, e all’interno, negli ambienti destinati all’ingente patrimonio librario, oggi consistente in circa un milione e seicentomila volumi, da un’imponente decorazione ad affresco.

Il soffitto della Sala degli Scriptores. o Vestibulum
Il soffitto della Sala degli Scriptores. o Vestibulum

Il Salone Sistino e la celebrazione del sapere

Alle biblioteche dell’antichità, alla storia dell’alfabeto e ai concili ecumenici orientali e occidentali sono dedicati due cicli dell’ampio e luminoso Salone Sistino, esteso per oltre mille metri quadrati, il più ampio ambiente coperto di Roma che non avesse destinazione religiosa, un tempo destinato ad accogliere i codici. A guidare il nutrito gruppo di pittori che si avvicendarono nella decorazione delle pareti furono Giovanni Guerra e Cesare Nebbia, scelti probabilmente da Domenico Fontana, architetto e amministratore generale del Papa per tutte le attività artistiche.

La Galleria Lapidaria
La Galleria Lapidaria

Il Vestibolo: la sala degli Scrittori

Nell’attigua Sala degli Scrittori, nota anche come vestibulum, che costituiva l’ingresso della Biblioteca Sistina, le pitture e più in generale tutte le decorazioni sono finalizzate invece proprio alla celebrazione dei libri e del Pontefice che le commissionò. Gli affreschi sono riferiti dagli studiosi all’ambito di Paul Bril e dei fiamminghi attivi a Roma, ma anche all'italiano Antonio Tempesta. 

Il portone di Urbano VIII Barberini
Il portone di Urbano VIII Barberini

L’ingresso storico e il significato del Vestibolo

Accediamo a questo ambiente dalla Galleria Lapidaria, attraverso un portone storico che reca impresse le api araldiche di Papa Urbano VIII Barberini. Ad accoglierci c’è don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana: “Il Vestibolo”, spiega, “è la sala dove accedeva chi entrava in biblioteca, accolto dagli scriptores. Questi erano persone che avevano come compito lo studio, a partire dalla valorizzazione e dalla trascrizione dei testi. Oggi la Sala degli Scrittori è utilizzata per incontri importanti, di rappresentanza: le varie decorazioni esprimono la storia secolare della nostra istituzione”.

Il Vestibulum, Sala degli Scrittori
Il Vestibulum, Sala degli Scrittori

Gli arredi lignei: libri orizzontali e intarsi preziosi

Lo sguardo è colpito in modo particolare dai banchi in legno, provenienti dalla Biblioteca di Sisto IV e caratterizzati da spalliere finemente intarsiate: “Sono rappresentati i libri così come venivano conservati all’epoca, all’interno di sportelli e in posizione orizzontale, che per una migliore conservazione è quella più indicata”. La disposizione verticale sarà adottata più avanti, quando, con l’accrescimento del patrimonio librario, diviene necessario ripensare lo spazio.

Le tarsie lignee dei banchi di legno di Sisto IV
Le tarsie lignee dei banchi di legno di Sisto IV

Affreschi vibranti e simboli culturali

Alzando gli occhi, lo sguardo è rapito dal colore vibrante degli affreschi e dalle scene dipinte, contornate da grottesche e attraversate dal volo di farfalle e uccelli: “La dimensione del linguaggio – prosegue don Mantovani – è rappresentata dagli alfabeti diversi con le Sibille che rappresentano le diverse culture”. Queste figure alludono anche all’importante ruolo attribuito alla sapienza antica, interpretata come imperfetta prefigurazione che annuncia la rivelazione cristiana. Gli emblemi sistini - il trimonzio, la stella, il leone e le pere - fiancheggiano le personificazioni di Giustizia, Temperanza, Fortezza e Fede Cristiana. “Fede e ragione si incontrano. Divino e umano non sono uno opposto all'altro, ma si abbracciano nella figura di Cristo e nella vita stessa del cristiano”.

Le figure allegoriche nel soffitto della Sala degli Scrittori. La fortezza e la temperanza con i simboli araldici di Sisto V
Le figure allegoriche nel soffitto della Sala degli Scrittori. La fortezza e la temperanza con i simboli araldici di Sisto V

Il libro come tecnologia di punta del Cinquecento

L’esaltazione della parola scritta, attraverso la storia del libro, è presente nelle scene ambientate all’interno di paesaggi naturali, fluviali o campestri: dalla fabbricazione ed essiccazione della carta alla creazione dei caratteri mobili con la stampa, piegatura e rilegatura dei volumi, dal trasporto e diffusione dei libri, allo studio, alla lettura per diletto e all’educazione dei fanciulli.

La fabbricazione della carta
La fabbricazione della carta

“L'idea che natura e cultura procedano sinergicamente nella formazione dell'uomo e nella coltivazione dell'humanum, in fondo fa parte della vocazione della Biblioteca Apostolica Vaticana che – precisa il Prefetto – consiste nel promuovere la cultura per la formazione dell'uomo”.

L'invenzione dei caratteri mobili e della stampa
L'invenzione dei caratteri mobili e della stampa

Le pitture esaltano il libro, “tecnologia di punta nel Cinquecento, quando dal manoscritto si passa al testo stampato. Vediamo in questi affreschi la rappresentazione delle prime tipografie, delle biblioteche… Gli ambienti sono sempre bucolici.

La rilegatura
La rilegatura

La bellezza di queste immagini sembra riecheggiare , dove ha messo in luce l'importanza dei libri come nostri compagni di viaggio che permettono di aprire gli orizzonti, andare in profondità e comprendere meglio gli avvenimenti”.

La lettura per diletto
La lettura per diletto

Ritratti e memorie musicali

Sulle pareti della Sala degli Scrittori si avvicendano i ritratti dei cardinali bibliotecari di Santa Romana Chiesa. Don Mauro Mantovani ci fa notare il primo, quello di Marcello Cervini degli Spannocchi:

Il ritratto del primo cardinale bibliotecario Marcello Cervini
Il ritratto del primo cardinale bibliotecario Marcello Cervini

“Divenuto Pontefice conservò il nome: Papa Marcello II e regnò per sole tre settimane. Giovanni Pierluigi da Palestrina, di cui celebriamo quest’anno i cinquecento anni dalla nascita, gli dedicò un capolavoro della polifonia: la Missa Papae Marcelli. Nella nostra Biblioteca conserviamo manoscritti e volumi legati a questo maestro”.

Una delle lapidi di Sisto V con le regole di consultazione e la minaccia di scomunica per chiunque avesse danneggiato il patrimonio della Biblioteca
Una delle lapidi di Sisto V con le regole di consultazione e la minaccia di scomunica per chiunque avesse danneggiato il patrimonio della Biblioteca

La minaccia di scomunica

Prima di congedarci notiamo come il valore del libro e della trasmissione del sapere siano testimoniati anche da due tavole marmoree affisse sulle pareti del vestibulum, di fianco alla porta di accesso al Salone Sistino: l’iscrizione di sinistra celebra la Biblioteca pontificia e l’impresa di Papa Peretti; quella di destra elenca le regole di consultazione che arrivano a includere la minaccia di scomunica per chiunque avesse danneggiato i libri. “

Proteggere e tramandare il sapere

Certamente le persone vengono prima delle cose”, osserva don Mantovani. “Tuttavia ci sono cose, come il patrimonio di una Biblioteca, che raccontano la storia delle persone e rappresentano un patrimonio che è importante conservare. Noi lo facciamo anche attraverso tutta l'opera dei nostri laboratori, a partire da quello di restauro fino a quello fotografico che contribuisce alla digitalizzazione e quindi a una fruizione di volumi altrimenti difficilmente consultabili. Come chi ci ha preceduti siamo chiamati a tramandare questo patrimonio a chi verrà dopo di noi affinché l'umano fiorisca anche nelle future generazioni”.

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La storia del libro nella Sala degli Scrittori della Biblioteca Apostolica Vaticana
19 maggio 2025, 13:15