Umiltà, strada che conduce alla gloria
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Viviamo la Settimana Santa guidati dalle meravigliose immagini tratte dai tesori della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il , un esemplare di particolare pregio nel panorama artistico fiorentino tra fine XV e inizio XVI secolo, ci offre alcune scene della Passione che contempliamo in questi giorni. Si tratta di un manoscritto realizzato tra il 1494 e il 1502 per il Battistero di San Giovanni a Firenze.
L’apparato illustrativo è opere di Monte di Giovanni di Miniato, detto anche del Fora, un miniatore raffinato, riconoscibile per la pennellata pastosa e l’utilizzo di una gamma cromatica varia e cangiante. Fu attivo a Firenze tra la fine del XV secolo e l’inizio del successivo.
Il Vangelo della Domenica delle Palme
Nel recto del foglio 185 sono compendiati vari momenti che meditiamo nella Domenica delle Palme e nel Giovedì Santo: al centro la scena dell’Entrata a Gerusalemme, sullo sfondo, l’Ultima cena e in primo piano l’Istituzione dell’Eucarestia, mentre nel riquadro inferiore è raffigurata l’Orazione nell’orto. Particolarmente efficace l’evocazione della “Lavanda dei piedi” attraverso gli oggetti che debordano dalla cornice, quasi uscendo dal quadro: il telo, un paio di scarpe slacciate, le brocche e il catino. Molto significative ed eloquenti anche le espressioni dei diversi discepoli e lo sguardo di Gesù rivolto in basso verso di loro.
La Via Crucis
Dal codice 39 provengono invece le scene concitate e ricche di dettagli della Via Crucis. Caricato del legno della croce Gesù incontra le donne di Gerusalemme in lacrime e dice loro: “Non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli!”. A questa illustrazione sono accostate come fotogrammi cinematografici quelle del Cristo inchiodato alla croce e della crocifissione.
Quest’ultima è ricca di dettagli: la Madre che sviene tra le braccia di Giovanni, i tre uomini che incarnando la profezia tirano a sorte sulle vesti del Messia, il soldato romano Longino che trafigge con una lancia il costato del Figlio di Dio da cui scaturiscono sangue e acqua.
Come la pittura medievale
Nella scelta di questa modalità raffigurativa, il miniatore sembra voler riproporre soluzioni tipiche della pittura monumentale ad affresco, sia per l’iconografia sia per l’organizzazione della pagina. I responsabili del complesso apparato illustrativo, realizzato con una gamma cromatica vivace e varia, sono Stefano di Alberto Azzi e Nicolò di Giacomo di Nascimbene. Lo suggeriscono l’analisi stilistica, ma anche la sottoscrizione presente su due fogli del codice su cui è possibile leggere il nome di «Nicolaus de Bononia», una delle personalità più prolifiche e complesse del panorama artistico bolognese dell’ultimo quarto del XIV secolo. Il codice contiene diversi trattati di Giovanni da Legnano, tra i più insigni giuristi del XIV secolo, maestro di Arti Liberali e di Diritto Canonico a Bologna; i testi sono copiati in scrittura gotica, su due colonne.
La Resurrezione
Sempre al sopracitato fanno riferimento invece le scene pasquali. Sono dipinte sul recto del foglio 193 e presentano, all’interno dell’iniziale R di Resurrexi et adhuc tecum sum, la scena delle Marie al sepolcro e l’angelo e, nel medaglione istoriato nel margine inferiore, l’immagine della Resurrezione di Cristo.
(Papa Francesco - Pasqua 2015)
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui