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Biblioteca Vaticana, mecenatismo culturale tra arte e memoria

Nel segno della condivisione l'intesa tra Fondazione Colnaghi e Biblioteca Vaticana per la riqualificazione strutturale della Sezione Archivi e la digitalizzazione degli antichi documenti. Per celebrarla un evento filantropico: capolavori rari di Michelangelo, Caravaggio, Bernini e Tintoretto dialogano con i documenti delle collezioni pontificie

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

Da una parte Michelangelo, Caravaggio, Bernini, Tintoretto. Dall’altra i Papi, loro mecenati: da Clemente VII a Paolo V o Urbano VIII. Una connessione visiva e semantica tra il mondo della Biblioteca Apostolica Vaticana (BAV) e quello dell’arte. Nel Salone Sistino e nel Vestibulum, della biblioteca del Papa, fino al prossimo 2 giugno una raccolta di capolavori unici, provenienti da collezioni private, è accostata ai preziosi documenti delle collezioni pontificie. La selezione delle opere artistiche è stata curata dalla galleria d'arte "Colnaghi", la più antica al mondo, attiva dal 1760.

Il Trionfo di Flora dipinto da Mario de'Fiori e Raffaello Vanni nel  1660 esposto nel Salone Sistino della Biblioteca Vaticana
Il Trionfo di Flora dipinto da Mario de'Fiori e Raffaello Vanni nel 1660 esposto nel Salone Sistino della Biblioteca Vaticana

Nel segno della condivisione

Ospitata in ambienti chiusi al pubblico, la mostra Codex è visitabile solo su invito. Non prevede dunque una fruizione su larga scala, ma il fine che si propone quello della più ampia condivisione del patrimonio librario e archivistico delle collezioni pontificie. L’evento sugella infatti un’intesa nel segno del mecenatismo culturale e celebra la nascita, in seno alla Fondazione Colnaghi, dei Patrons of the Vatican Apostolic Library: un’associazione con lo scopo di proteggere e tutelare il tesoro della BAV.

I manoscritti esposti
I manoscritti esposti

Riqualificazione e digitalizzazione della Sezione Archivi

«Si tratta di una bella forma di collaborazione», tiene a precisare il prefetto della BAV don Mauro Mantovani: «Grazie a Colnaghi abbiamo avviato un progetto di riqualificazione strutturale della nostra Sezione Archivi per salvaguardare e rendere maggiormente disponibile alla consultazione pubblica il nostro patrimonio».

Ascolta l'intervista a don Mauro Mantovani

La ristrutturazione architettonica è affidata allo studio internazionale David Chipperfield. Manoscritti particolarmente fragili e pregiati saranno successivamente digitalizzati e resi fruibili al più ampio pubblico grazie ad un potentissimo scanner ideato da Colnaghi Factum, realtà leader nella digitalizzazione di archivi e opere d’arte. «Ciò che ci avvicina umanamente - prosegue il prefetto - è la passione per il nostro lavoro e l’impegno a condividere ciò che abbiamo ereditato. C’è sinergia laddove ci si accorge che ognuno fa la sua parte. Si riceve molto più di quanto si cerca di dare».

L'allestimento dell'esposizione Codex
L'allestimento dell'esposizione Codex

Diplomazia culturale

Il dialogo che nell’esposizione temporanea si instaura tra capolavori artistici e patrimonio librario è testimonianza eloquente di quella diplomazia culturale che la Biblioteca Apostolica Vaticana persegue da tempo: «Attraverso la cultura si fanno dialogare i popoli e tradizioni diverse», osserva don Mantovani.

I documenti esposti
I documenti esposti

«Ogni opera è testimonianza della storia e della nostra rilettura di essa. Fine dell’attività di Colnaghi è la preservazione della memoria attraverso la conservazione dell’antico», precisa la curatrice Candida Lodovica de Angelis Corvi. Da qui la scelta del titolo Codex: «È un termine librario, ma è anche la radice etimologica di una parola abusata: coding, utilizzato nel linguaggio criptografico dell'informatica. Nel nostro caso ha il valore di un codice cifrato, di appartenenza da parte di committenti, artisti, intellettuali, mecenati delle arti, riuniti attorno al tema collettivo del dialogo tra arte e memoria”.

Ascolta l'intervista a Candida Lodovica de Angelis Corvi

Michelangelo, arte e documenti

Rivelatrici del temperamento del grande Michelangelo e della sua potenza espressiva sono due opere esposte: uno schizzo a sanguigna, studio per una figura della Cappella Sistina, e un frammento murale a carboncino proveniente dalla cucina di Casa Buonarroti a Settignano con un nudo maschile di tre quarti: forse un tritone o un satiro. A questi capolavori grafici sono affiancati testi, note e disegni autografi del grande scultore e pittore rinascimentale, custoditi nella Biblioteca Vaticana.

Michelangelo, frammento murale a carboncino con un nudo maschile di tre quarti
Michelangelo, frammento murale a carboncino con un nudo maschile di tre quarti

Intensa e drammatica nella sua ambientazione naturale è la figura di San Pietro penitente, eseguita in olio su tela da Anthony Van Dyck, unico dipinto non italiano in rassegna.

Tiziano Vecellio, Ritratto di Papa Paolo III con camauro, 1546, collezione privata
Tiziano Vecellio, Ritratto di Papa Paolo III con camauro, 1546, collezione privata

Il Tiziano ritrovato

Di grande introspezione psicologica e intensità cromatica è il ritratto dell’anziano Papa Paolo III con camauro, realizzato da Tiziano nel 1546 e a lui attribuito solo dieci anni fa. Potente l’espressione di Papa Clemente VII nel dipinto di Sebastiano del Piombo, del quale  è esposto anche un contratto firmato per l’esecuzione di un’opera per la chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.

Sebastiano del Piombo, Ritratto di Papa Clemente VII
Sebastiano del Piombo, Ritratto di Papa Clemente VII

La pennellata vibrante di Tintoretto caratterizza il ritratto del cardinale Marcantonio da Mula, diplomatico della Repubblica di Venezia e tra i protagonisti del Concilio di Trento: un’opera eccezionale nell’ambito della produzione dell’artista, sia per la scelta del taglio che per il virtuosismo pittorico.

Caravaggio, Ritratto di Francesco Barberini, 1603-04
Caravaggio, Ritratto di Francesco Barberini, 1603-04

Il ritratto di Caravaggio e la caricatura di Bernini

Emerge da uno sfondo scuro, nel caratteristico gioco di luci e ombre, la figura di Francesco Barberini nel mirabile olio su tela di Caravaggio: lo sguardo stanco, le mani allungate e la resa materica delle vesti rivelano lo stile del grande pittore, cui si riferisce anche il documento di pagamento per tre dipinti da parte del Vescovo di Gubbio. Francesco Barberini è raffigurato anche in un’espressiva caricatura opera di Gian Lorenzo Bernini, rappresentato anche dal busto in bronzo di Papa Urbano VIII.

Gian Lorenzo Bernini, Ritratto di prelato
Gian Lorenzo Bernini, Ritratto di prelato

Connessioni

L’ape dello stemma di Casa Barberini spicca nel pregiato martello cerimoniale del primo quarto del XVII secolo esposto in una vetrina. «Un oggetto - spiega Luigina Orlandi, dell’Ufficio Promozione e Sviluppo della Biblioteca Vaticana - al quale è accostato un documento del nostro archivio che rende conto di una commissione per realizzare proprio un martello cerimoniale. Non sappiamo se si tratti dello stesso manufatto, ma il legame è forte ed evocativo. Codex valorizza e connette oggetti culturali provenienti da contesti diversi, in un allestimento che ne esalta l’unicità e, al tempo stesso, la complementarietà».

Ascolta l'intervista a Luigina Orlandi

Ogni anno, un evento tra arte e memoria

«Siamo molto contenti e vogliamo guardare soprattutto avanti, ai progetti futuri», conclude don Mauro Mantovani. Codex infatti è solo il primo di una serie di eventi in collaborazione tra BAV e Colnaghi Foundation. “Ogni anno, almeno per i prossimi cinque anni”, puntualizza Candida Lodovica de Angelis Corvi, “Colnaghi creerà un ensemble di capolavori capaci di dialogare con documenti d'archivio della Biblioteca Apostolica Vaticana, rinnovando questo dialogo tra arte e memoria”.

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26 maggio 2025, 13:42