Parolin: Albania, esempio di accoglienza dei rifugiati
Isabella Piro â Città del Vaticano
âÈ un bellâesempio per tutti!â: con queste parole, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ringrazia lâAlbania âper lâaccoglienza offerta ai numerosi rifugiati che attraversano da diversi anni la rotta balcanica, non ultimo quelli dellâAfghanistanâ e âper non aver chiuso le porte alla loro speranzaâ. Il porporato pronuncia il suo discorso in occasione di un ricevimento offerto da Majlinda Dodaj, incaricato dâaffari dellâAmbasciata della Repubblica dâAlbania. Lâevento, svoltosi il 26 novembre, commemora due grandi momenti del Paese: la Festa nazionale, ovvero lâindipendenza dallâImpero ottomano raggiunta il 28 novembre 1912, e i trent'anni delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, avviate il 7 settembre 1991.
Un Paese in cammino, tra progressi e sfide
In queste tre decadi, spiega il cardinale Parolin, âlâAlbania ha realizzato progressi molto significativiâ, che la Santa Sede ha seguito âcon viva attenzione e compiacimentoâ. Tuttavia, non mancano âsfide ancora aperteâ: in particolare, il porporato si sofferma sul âconsolidamento delle istituzioni democraticheâ e sulle âscelte coraggiose per sostenere lo sviluppo, la famiglia e i giovaniâ. Al contempo, il segretario di Stato esprime âparticolare gratitudineâ per âil rispetto e la stimaâ che lâAlbania ha ânei riguardi della Chiesa cattolicaâ e per âlâattenzione che le autorità civili mostrano verso la Santa Sedeâ.
Il contributo dellâAlbania allâEuropa
Dal suo canto questâultima, sottolinea il cardinale, ânon mancherà di sostenere il Paese nel suo dialogo con le confessioni religiose e nel cammino verso la piena integrazione nella famiglia dei popoli europeiâ. In Europa, infatti, lâAlbania â âterra di eroi, che hanno sacrificato la vita per lâindipendenza del Paese, e terra di martiri, che hanno testimoniato la loro fede nei tempi difficili della persecuzioneâ, come lâha definita Papa Francesco visitandola nel settembre del 2014 â ânon solo riceve, ma porta anche i valori che la distinguono da sempre come lâospitalità, la sacralità della famiglia e lâarmonia religiosaâ.
Santa Sede-Albania: 30 anni di rapporti diplomatici
Al ricevimento di ieri ha preso parte anche il primo ministro albanese, Edi Rama, che oggi è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco. Il premier ha conferito unâonorificenza al cardinale Parolin, il quale ha sottolineato come tale gesto esprima âun significativo riconoscimento di ciò che la Santa Sede, il Papa e i suoi collaboratori nella Curia Romana, hanno fatto e stanno facendo per lâAlbania e per i cordiali rapporti bilaterali che intercorrono fra le due Partiâ. Da ricordare che, fino alla seconda Guerra mondiale, in Albania era presente una Delegazione apostolica, eretta nel 1920. Ma dal 1945, con lâavvento del regime comunista, essa rimase vacante, dopo lâespulsione del Delegato apostolico, monsignor Leone Nigris, e la tragica morte del suo successore, il beato Frano Gjini, fucilato nel 1948. Da allora, le comunicazioni tra Vaticano ed Albania sono rimaste interrotte. E solo nel 1990, un anno dopo la caduta del Muro di Berlino, alcuni sacerdoti coraggiosi, insieme ai fedeli cattolici, sono riusciti a celebrare pubblicamente la Messa. Quindi, il 7 settembre 1991 sono state riallacciate le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e lâAlbania. Il 22 ottobre 1991, lâallora Monsignor Ivan Dias è stato nominato primo Nunzio Apostolico a Tirana. Oggi, tale carica è ricoperta da monsignor Luigi Bonazzi.
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