Il Papa ai leader religiosi: sinergia per la pace, una sola voce per la dignità umana
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Impegnamoci instancabilmente per l’armonia, creando “una sinergia per la pace”, disarmata e disarmante, “umile e perseverante, sempre pronta alla carità e vicina a chi soffre”. Preghiamo “fianco a fianco, serviamo spalla a spalla e parliamo con una sola voce ovunque la dignità umana sia a rischio”. Così, ricordando le sue prime parole da Papa, Leone XIV si rivolge con il suo messaggio, in inglese, ai leader delle religioni mondiali e tradizionali riuniti da questa mattina 17 settembre ad Astana, in Kazakhstan, fino al 18, per l’VIII Congresso. Un evento al quale nel 2022 ha partecipato anche Papa Francesco.
Quando i leader religiosi si schierano insieme in difesa dei più vulnerabili, piantano alberi per prendersi cura della nostra casa comune o alzano una voce unita a sostegno della dignità umana, testimoniano la verità che la fede unisce più di quanto divida.
La religione è sorgente di guarigione e riconciliazione
Così, prosegue il Pontefice, citando il tema del Congresso “Dialogo delle Religioni: Sinergia per il Futuro”, la sinergia “diventa un potente segno di speranza per tutta l’umanità, rivelando che la religione, nella sua essenza, non è fonte di conflitto ma sorgente di guarigione e riconciliazione”. E’ questo, per Papa Leone XIV, il ruolo vitale del dialogo interreligioso “in un’epoca segnata da conflitti violenti”. Ed è per questo che I partecipanti hanno risposto all’invito del presidente della Repubblica del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, riunendosi “per rinnovare amicizie e crearne di nuove, uniti dal desiderio comune di portare guarigione al nostro mondo ferito e lacerato”.
Armonia tra noi, membri dell’unica famiglia umana
Il Papa sottolinea che “sinergia” vuol dire lavorare insieme, “sia tra di noi sia con il Divino” e che “ogni autentico impulso religioso favorisce il dialogo e la cooperazione”, nella consapevolezza “dell’interdipendenza che lega individui e nazioni”.
In questa prospettiva, operare in armonia non è semplicemente una scelta pragmatica, ma un riflesso dell’ordine più profondo della realtà. È in sintonia con il tessuto stesso della nostra esistenza condivisa, come membri dell’unica famiglia umana.
La solidarietà è sinergia in azione
E questa consapevolezza genera nella nostra coscienza, per Leone XIV, “un profondo senso di solidarietà – la convinzione che siamo responsabili gli uni degli altri”, come scriveva san Giovanni Paolo II nell’Enciclica del 1987. La solidarietà “è sinergia in azione: l’espressione vissuta dell’amore per il prossimo come per noi stessi, su scala globale”.
Le diversità fonte di arricchimento reciproco
Questa collaborazione tra le fedi, prosegue il Pontefice, “non è un invito a cancellare le differenze, ma piuttosto ad accogliere la diversità come fonte di arricchimento reciproco”. La Chiesa cattolica, fin dalla Dichiarazione conciliare , “riconosce e stima tutto ciò che vi è di ‘vero e santo’ nelle altre religioni”.
Essa cerca infatti di promuovere una sinergia autentica, portando alla tavola dell’incontro i doni distintivi di ogni tradizione, dove ciascuna fede contribuisce con la propria sapienza e compassione al servizio del bene comune.
Da Assisi ad Astana, passando per Abu Dhabi
Papa Leone XIV conclude il suo messaggio ricordando che questa sinergia per il futuro ha già portato frutti. Nel 1986, con lo storico , convocato da Papa Giovanni Paolo II, che “mostrò che non può esserci pace tra le nazioni senza pace tra le religioni”. Nel 2019, quando il , firmato ad Abu Dhabi nel 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, “ha offerto una chiara via su come la sinergia religiosa possa promuovere la pace e la convivenza globali”. E infine nel 2022, durante l’ultimo , “quando leader di diverse fedi, incluso Papa Francesco, si sono uniti per condannare la violenza e l’estremismo, difendere i rifugiati e invitare tutti i responsabili a lavorare insieme per la pace”.
Questi impegni di alto livello si riflettono in azioni concrete: quando avvengono disastri naturali, quando i rifugiati sono costretti a fuggire, o quando famiglie soffrono a causa della povertà estrema e della fame, le comunità di fede spesso si uniscono, lavorando fianco a fianco per portare sollievo e speranza a chi è più nel bisogno.
Frutti per il bene di tutti i popoli
Il futuro che sogniamo, conclude il Pontefice, di pace, fraternità e solidarietà, “richiede l’impegno di tutte le mani e di tutti i cuori”. Possa l’Onnipotente, è la sua preghiera finale, “benedire i nostri sforzi e portare abbondanti frutti per il bene di tutti i popoli”.
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