Dal Papa nel segno dell’inclusione e della pace
Fabrizio Peloni – Città del Vaticano
“Ho fatto gli auguri al Papa dicendogli che l’amore è bellissimo perché è di tuttiâ€. Con questo pensiero l’attore con sindrome di down Andrea Lo Schiavo, durante l’udienza generale di questa mattina, mercoledì 17 settembre, si è rivolto a Robert Francis Prevost nel giorno del suo onomastico. E alla fine dell’udienza il Pontefice, prima di concludere con il canto del Pater noster e la benedizione apostolica in latino, ha ringraziato lui, insieme con tutti i presenti e quanti gli avessero manifestato gli auguri nel giorno di San Roberto Bellarmino. Molti infatti i cartelli e gli striscioni di “buon onomastico†mostrati dai fedeli durante il consueto giro in papamobile prima dell’udienza.
Nell’altro lo specchio di noi stessi
“Andrea a teatro interpreta un Pontefice che si chiama Ugo; è un nome corto e così non ha problemi nel pronunciarloâ€, ha raccontato l’attore toscano Paolo Ruffini, presente in piazza San Pietro insieme con i colleghi del gruppo teatrale livornese Mayor Von Frinzius, di cui Andrea e altri attori con sindrome di Down fanno parte. Con loro Ruffini sta portando in vari teatri d’Italia lo spettacolo “Din Don Down - Alla ricerca di (D)ioâ€, diretto da Lamberto Giannini. â€œÈ uno show sorprendente e attraverso la chiave dell’ironia, ha l’obiettivo di incantare giocando sulla bellezza delle fragilità umane, e tentando di trattare le questioni che riguardano il divinoâ€, ha affermato l’attore toscano, spiegando che sul palco “durante l’esibizione siamo tutti uguali, e questo ci permette di trasmettere il concetto di amare il prossimo come noi stessi, anche perché nel prossimo troviamo noi stessiâ€.
Dalla fattoria sociale a San Pietro
Anche altri ragazzi con sindrome di Down hanno augurato buon onomastico a Leone XIV al termine dell’udienza generale. Fanno parte di “Rurabilandiaâ€, un’associazione che ad Atri, in provincia di Teramo, presso l’omonimo agriturismo, ha dato vita a una fattoria didattica e sociale dove i ragazzi con disabilità collaborano con gli operatori, interagiscono con gli ospiti e affrontano un percorso di inserimento lavorativo. Hanno portato in dono al Pontefice un cesto con olio, pasta e farina: i prodotti della terra che loro stessi hanno coltivato. “Dopo essere stati al Palazzo di Vetro a New York, aver servito il pranzo sulla ‘Amerigo Vespucci’ e aver esposto i nostri prodotti all’Expo di Osaka, è per noi il coronamento di un sogno essere qui in piazza San Pietroâ€, ha detto uno dei fondatori di Rurabilandia, Matteo De Lauretis.
San Michele, protettore dell’Ucraina
Dall’Ucraina una ventina di familiari di persone disperse, di civili, medici e militari fatti prigionieri dall’esercito russo, dei difensori di Mariupol sono venuti a ringraziare Papa Leone per il suo impegno per il martoriato Paese dell’est europeo. Nell’augurargli buon onomastico hanno portato in dono al Pontefice l’icona di San Michele, protettore dell’Ucraina.
Comunicare la Chiesa
Sedici giovani comunicatori professionisti, provenienti da undici Paesi e partecipanti alla quinta edizione del progetto “Faith communication in the Digital World†— promosso dal Dicastero per la comunicazione — hanno salutato il vescovo di Roma al termine dell’udienza. Tra loro Miraal, 25 anni, da Betlemme, impiegata nel reparto della comunicazione del Patriarcato Latino di Gerusalemme, “venuta con il cuore aperto per ascoltare e imparare quello che il Signore ha in serbo per me in questa settimana che trascorreremo insieme a Roma. Ma al tempo stesso con me porto anche il dolore della realtà da cui provengoâ€. E Kendall, 25 anni, da Washington D.C., impiegato nel reparto dedicato alla comunicazione della Conferenza statunitense dei vescovi cattolici, che si dice entusiasta del “fatto di potere interagire con colleghi e coetanei da ogni parte del mondo: mi espone a diverse prospettive, e soprattutto all’universalità della Chiesaâ€.
Un messaggio di pace
Appena arrivato sul sagrato della Basilica Vaticana, prima di pronunciare la catechesi, Leone XIV si è fermato in preghiera davanti la statua della Madonna dell’Addolorata, proveniente da Tuscania per il pellegrinaggio giubilare del piccolo centro viterbese. Erano circa trecento i fedeli tuscanesi presenti all’udienza generale che successivamente in processione hanno attraversato la Porta Santa e partecipato alla santa messa in Basilica Vaticana. Da Antegnate “siamo venuti per invocare la pace nel mondo, chiedendo al Santo Padre di mettere questo ramoscello di ulivo scolpito in metallo nelle mani della statua della Vergine Maria del nostro santuario e poi gli abbiamo chiesto di benedire il ‘manto della misericordia’ realizzato dalle suore dominicane di clausura del Rosario di Cremona, con pezzi di tessuto donati dai nostri parrocchianiâ€, ha raccontato don Angelo Maffioletti, parroco di San Michele Arcangelo di Antegnate, nella diocesi di Cremona.
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