La Fondazione Agostiniani nel Mondo: portiamo avanti i valori che il Papa esprime
Antonella Palermo - Città del Vaticano
All'indomani del settantesimo compleanno di Leone XIV, continuano le manifestazioni di affetto da parte di tutti coloro che gravitano attorno alle opere che egli stesso, quando era priore generale, ha contribuito a far nascere e a promuovere. Tra queste, c'è la Fondazione Agostiniani nel Mondo che oggi, 15 settembre, ha incontrato il Pontefice nella Curia generalizia degli agostiniani, a margine dei lavori del Capitolo generale. Con un impatto benefico sulla vita di 25 mila persone in Africa (Algeria, Mozambico, Nigeria, Kenya, RD Congo, Togo), Asia (India, Indonesia), America (Cuba, Ecuador, Perù, Venezuela), Europa (Ucraina, Italia), la Fondazione si occupa di difesa dei diritti umani, educazione per tutti, sviluppo equo sostenibile. Il direttore esecutivo Maurizio Misitano, che rappresentava stamani questa realtà, racconta ai media vaticani quanto questo moto di empatia dia molta forza al Papa, di cui "arriva tutta la semplicità, l'umiltà".
"Vorremmo infiammare il mondo d'amore"
"Abbiamo letto insieme alcuni di questi messaggi di auguri, per esempio ricordo quello di un bambino, un dodicenne. O quello di una donna che dice di pregare sempre per lui. E in effetti, lui chiede di pregare per il Papa. È stato un momento veramente bello", spiega Misitano. C'è bisogno di un mondo che bruci di amore, sottolinea, mentre illustra il logo della fondazione: il cuore di Sant'Agostino impresso sul fondo che è il mondo, appunto. "Vorremmo infiammare d¡¯amore il mondo. Ce n¡¯è proprio bisogno: ogni volta che il Papa parla, lancia un appello alla pace, alla pace vera, sentita, duratura. Anche oggi ha richiamato all¡¯attenzione ai più poveri. Una delle volte in cui lo abbiamo incontrato alla Messa per la festa di Sant¡¯Agostino, gli abbiamo detto: 'Santo Padre, ci dia un consiglio su come andare avanti in un momento così difficile'. E ci ha risposto: 'Guardate, sono io che ho bisogno dei vostri consigli'. Ed effettivamente serve il lavoro di tutti per superare questo periodo che è veramente assurdo".
"Noi - prosegue il direttore dell'organismo - stiamo semplicemente eseguendo quello che lui aveva iniziato durante il suo priorato che si è concluso nel 2013. La Fondazione non è che il braccio operativo. Portiamo avanti i valori che anche oggi lui sta esprimendo. Glielo abbiamo detto, noi le parole che il mondo sta ascoltando le conosciamo da tanto tempo". Ancora Misitano spiega come il lavoro sia frutto della collaborazione stretta e costante con le missionarie e i missionari agostiniani e che la sfide relative soprattutto ai conflitti sono fondamentali. "Lui nel suo ruolo sta richiamando alla pace e questa è una responsabilità di tutti. Non ci si può voltare dall¡¯altra parte. Ciascuno nel suo piccolo deve avere il coraggio di dire 'no' alla guerra".
Dall'aiuto alle donne di Cabo Delgado al recupero dei bambini soldato in Congo
Il direttore questa mattina ha illustrato al Papa alcuni progetti in cui Agostiniani nel mondo è particolarmente impegnata: "Abbiamo parlato del tema a lui caro della disabilità. A questo proposito abbiamo un progetto di inserimento dei bambini diversamente abili nelle nostre scuole in Kenya, peraltro proprio in una delle scuole di cui lui aveva inaugurato una prima parte. In Mozambico, che ha citato di recente in uno degli appelli all'Angelus domenicale, stiamo aiutando le donne che scappano dagli attacchi terribili dei terroristi a Cabo Delgado. Poi c¡¯è la Repubblica Democratica del Congo dove, in un centro che lui aveva visitato nel 2011 e che noi abbiamo ricostruito, stiamo recuperando ex bambini e bambine soldato. Giustamente, si parla spesso di quello che succede nel nord Kivu - precisa -, però nella nostra zona che è immediatamente limitrofa continuano a rapire minori per trasformarli in soldati".
C'è uno spirito missionario che in effetti rischia di spegnersi, conclude Maurizio Misitano, per via del pervasivo individualismo: "Siamo molto concentrati su noi stessi, sul nostro benessere. Quando anteponiamo i nostri interessi, quelli pecuniari, rispetto alla salvaguardia di tutti, si genera questo rischio. Dovremmo riempirci il cuore di solidarietà".
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