Il Papa: il Vangelo risposta alle ingiustizie ed esclusioni subite da tanti fratelli e sorelle
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Indica l’esempio dei grandi santi del Perù, Papa Leone XIV, a quanti dal 14 al 16 agosto partecipano alla Semana Social 2025 di Lima. Uno spazio nazionale di incontro, dialogo e impegno, promosso dalla locale Conferenza Episcopale, per elaborare risposte e progetti a fronte della complessa realtà sociopolitica del Paese e in vista delle elezioni del 2026. E queste risposte da dare in un “tempo segnato da molteplici sfide economiche, politiche e culturali” il Papa, nel suo messaggio in spagnolo - letto nell’ambito della Fiera delle esperienze cittadine e della sinodalità – suggerisce di trovarle nell’opera di Santa Rosa da Lima, San Martino de Porres, San Giovanni Macías, San Toribio de Mogrovejo.
La testimonianza dei Santi
Tutte figure che rendono evidente come le terre peruviane, quelle che Prevost stesso ha vissuto come missionario, siano sempre state “accompagnate da un particolare disegno della Provvidenza, soprattutto per quanto riguarda la nostra fede cattolica, sempre professata in armonia con la cura e il servizio ai più bisognosi”. Una “densità di santità” quella registrata nei secoli in Perù tra testimonianze di vita mistica, amore per i poveri, presenza vigorosa e feconda del Vangelo. Oggi su questo bisogna inserirsi per portare avanti l’opera ecclesiale e sociale.
Il dolore dell'ingiustizia e dell'esclusione subite da tanti nostri fratelli e sorelle spinge tutti i battezzati a rispondere, come Chiesa, che deve corrispondere ai segni dei tempi dalle profondità del Vangelo. A tal fine, abbiamo urgente bisogno della testimonianza dei santi di oggi, cioè di persone che rimangono unite al Signore, come i tralci alla vite
Cristo, centro e fine
I santi “non sono ornamenti di un passato barocco”, afferma il Pontefice, ma “nascono da una chiamata di Dio a costruire un futuro migliore”. Dunque “ogni azione sociale della Chiesa deve avere come centro e fine l’annuncio del Vangelo di Cristo, affinché, senza trascurare l'immediato, rimaniamo sempre consapevoli della direzione propria e ultima del nostro servizio”. “Se non doniamo Cristo nella sua interezza, daremo sempre pochissimo”, sottolinea Leone XVI.
Forze rinnovatrici a partire dal Vangelo
A questo proposito, il Papa cita le “illuminanti” parole di San Paolo VI in occasione della canonizzazione di San Giovanni Macías nel 1975: egli “unì tutti nella carità, lavorando per un umanesimo pieno. E tutto questo perché amava le persone, perché in esse vedeva l'immagine di Dio. Quanto desidereremmo ricordarlo a tutti coloro che oggi lavorano tra i poveri e gli emarginati!”
Non dobbiamo allontanarci dal Vangelo, né infrangere la legge della carità per cercare una maggiore giustizia con mezzi violenti. C’è ne Vangelo un potenziale sufficiente per suscitare forze rinnovatrici che, trasformando le persone dal di dentro, le spingano a cambiare le strutture in tutti i modi necessari, per renderle più giuste, più umane
Il Vangelo nelle "periferie"
In particolare, nel suo messaggio Papa Leone ricorda il ministero episcopale di San Toribio de Mogrovejo, spagnolo di nascita, ma “evidentemente peruviano per la sua attività missionaria e il suo ampio lavoro pastorale” il quale nel corso del suo episcopato, fondò cento parrocchie, convocò un Concilio Panamericano, due concili provinciali e dodici sinodi diocesani. Il tutto mentre “donava quotidianamente il meglio delle sue forze agli abbandonati e a quanti abitavano quelle regioni geografiche o culturali che il mio predecessore, Papa Francesco, chiamava ‘periferie’”.
Toribio fu, nel XVI secolo, “il simbolo episcopale dell’autentica sinodalità e del Vangelo offerto alle periferie”, rimarca il Pontefice. E le terre peruviane lo videro non solo nel “fervore” di un'azione apostolica “che ancora oggi ci stupisce” ma anche nella “quiete del suo volto sereno e del suo aspetto raccolto e devoto”, che mostrava chiaramente come tale forza provenisse da una preghiera intensa.
La fame del "Pane del Cielo"
“Cari fratelli e sorelle, non ci sono due amori, ma uno solo e identico”, scrive Leone XIV a conclusione del suo messaggio ai partecipanti della Settimana Sociale di Lima. Un amore “solo e identico” che “ci spinge a donare sia il pane materiale che il Pane della Parola, il quale, a sua volta, per il suo stesso dinamismo, risveglierà la fame del Pane del cielo, che solo la Chiesa può dare, per comando e volontà di Cristo, e che nessuna istituzione umana, per quanto ben intenzionata, può sostituire”.
Non dimentichiamo le parole dell’Apostolo delle genti: “Non stanchiamoci di fare il bene, perché la mietitura verrà a suo tempo se non ci stanchiamo”
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