Il Papa a francescani e trinitari: mettersi sempre al servizio del prossimo
Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano
Dio ha ispirato a San Juan de Mata, fondatore dell’Ordine della Santissima Trinità e degli Schiavi - più comunemente conosciuti come trinitari - e a San Francesco, iniziatore dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, “un cammino spirituale di servizio” e “il desiderio di confrontarsi con il Successore di Pietro sul dono ricevuto dallo Spirito per metterlo a disposizione della Chiesa”. Leone XIV evidenzia in questo modo il contributo di due figure importanti della Chiesa nel suo discorso ai membri dei Capitoli Generali delle due famiglie religiose, incontrati stamani, 20 giugno, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Ricordando il “grande apporto alla riforma della vita religiosa” che hanno portato questi due santi, il Papa rivolge anche poi dei pensieri particolari ai due ordini. Incoraggia i trinitari nella loro missione di sostenere coloro che sono perseguitati nella fede ovunque nel mondo, ed esorta i francescani ad lasciare che sia lo Spirito di Cristo a condure le loro azioni.
San Juan de Mata e San Francesco e la Chiesa
Per parlare dei due santi fondatori, il Pontefice richiama un dipinto nell’abside della Basilica di San Giovanni in Laterano che raffigura Papa Innocenzo III, il quale approvò l’istituzione dei due ordini, mentre riceve San Francesco e San Juan de Mata insieme. Il primo è “in ginocchio con un enorme libro aperto” mostrando “la sua docilità alla Chiesa, presentando il suo progetto non come proprio ma come dono divino”, spiega Leone XIV. Il secondo “è in piedi e tiene in mano la Regola che ha redatto insieme al Pontefice”, presentando “il testo approvato” come “il culmine di un lavoro assolutamente necessario per realizzare il proposito che Dio ha ispirato”.
I due atteggiamenti, lungi dall’essere in contrasto tra loro, si sarebbero illuminati a vicenda e sarebbero stati una linea guida per il servizio che la Santa Sede ha svolto da allora a favore di tutti i carismi
Gli ordini al servizio del prossimo
Entrambi i santi si confrontano con il Pontefice su questa ispirazione che hanno ricevuto dallo Spirito per la Chiesa, aggiunge il Pontefice. San Francesco “espone al Papa la necessità di seguire Gesù senza riserve, senza altri fini, senza ambiguità o artifici”. Mentre San Juan de Mata “ha espresso questa verità con parole che si riveleranno poi fondamentali e che San Francesco farà sue”. “Un bell’esempio sarà quello di vivere “senza nulla di proprio”, senza nulla di “nascosto nella camera della tasca o del cuore”, come ha sottolineato Papa Francesco”, osserva Leone XIV.
Un altro di questi termini esprime la necessità che tale dedizione si trasformi in servizio, che il superiore sia percepito come un ministro, cioè colui che si fa più piccolo, per essere il servo di tutti. È interessante notare come il versetto di San Matteo abbia influenzato il vocabolario di tutta la vita religiosa, perché chiamare priore, maestro, magister o ministro modella l’intera concezione dell’autorità come servizio.
La missione dei trinitari: rimanere vicini a coloro che sono perseguitati
Il Papa si rivolge poi ai trinitari in spagnolo e li invita a continuare a “portare consolazione a quanti non possono vivere la propria fede in libertà”. “Che non smettiate di ricordare nella vostra preghiera e nel vostro impegno quotidiano quanti sono perseguitati a causa della loro fede”, ha affermato, dicendo che si univa anche lui a questa intenzione.
Questa tensione verso i membri della Chiesa che più soffrono attirerà lo sguardo delle vocazioni, dei fedeli e degli uomini di buona volontà su questa realtà, e manterrà voi disponibili ai servizi di frontiera che svolgete nella Penisola Arabica, in Medio Oriente, in Africa e nel subcontinente indiano
Ai frati minori: non il nostro interesse personale ma quello di Cristo
Il Pontefice ha invece esortato i frati minori conventuali ad essere mossi da Dio in tutte le loro decisioni, riprendendo anche il motto del loro capitolo generale. “Non è il nostro interesse personale che ci deve muovere, ma quello di Cristo; è il suo Spirito che dobbiamo anzitutto ascoltare, per ‘scrivere il futuro nel presente’”, ha ribadito.
Cari figli di San Francesco d’Assisi, nell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle creature o di frate sole, vi esorto ad essere, ciascuno personalmente e in ognuna delle vostre fraternità, vivente richiamo al primato della lode di Dio nella vita cristiana
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