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Il Papa: aiutare i poveri è questione di giustizia. La sicurezza non si afferma con le armi

Nel suo Messaggio per la IX Giornata Mondiale dei Poveri, il prossimo 16 novembre, Leone XIV ricorda che i poveri sono “i fratelli e le sorelle più amati†della Chiesa e spera che questo Anno Giubilare “possa incentivare lo sviluppo di politiche di contrasto alle antiche e nuove forme di ±è´Ç±¹±ð°ù³Ùà†davanti alle disuguaglianze e i conflitti nel mondo. â€Lavoro, istruzione, casa, salute sono le condizioni di una sicurezza che non si affermerà mai con le armiâ€

Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano

“Aiutare il povero†è “questione di giustizia, prima che di carità†e “tutte le forme di povertà, nessuna esclusa, sono una chiamata a vivere con concretezza il Vangelo e a offrire segni efficaci di speranzaâ€. Questo è l’appello del Papa nel suo Messaggio per la IX Giornata Mondiale dei Poveri, che si celebrerà il 16 novembre prossimo. Pubblicato oggi, 13 giugno, nella memoria di Sant’Antonio di Padova, patrono dei poveri, il testo di Leone XIV insiste sull’importanza della speranza cristiana, tema di questo Anno Santo, per produrre opere concrete che possano contrastare l’indifferenza, le disuguaglianze e i conflitti che oggi costringono migliaia di persone in tutto il mondo in situazioni di povertà. 

Auspico dunque che quest’Anno Giubilare possa incentivare lo sviluppo di politiche di contrasto alle antiche e nuove forme di povertà, oltre a nuove iniziative di sostegno e aiuto ai più poveri tra i poveri. Lavoro, istruzione, casa, salute sono le condizioni di una sicurezza che non si affermerà mai con le armi

I poveri i fratelli più amati della Chiesa

Nel documento il Pontefice spiega che la Giornata è importante per ricordare che “i poveri sono al centro dell’intera opera pastorale†della Chiesa, non solo nell’“aspetto caritativo†ma “ugualmente di ciò che la Chiesa celebra e annunciaâ€. I poveri non sono “oggetti†ma “i fratelli e le sorelle più amati†e i “soggetti creativi che provocano a trovare sempre nuove forme per vivere oggi il Vangeloâ€. “Dio ha assunto la loro povertà per renderci ricchi attraverso le loro voci, le loro storie, i loro voltiâ€, insiste.

Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi. Incontriamo persone povere o impoverite ogni giorno e a volte può accadere che siamo noi stessi ad avere meno, a perdere ciò che un tempo ci pareva sicuro: un’abitazione, il cibo adeguato per la giornata, l’accesso alle cure, un buon livello di istruzione e di informazione, la libertà religiosa e di espressione

Per il Papa questo invito a vivere concretamente il Vangelo alla luce delle situazioni di povertà è reso ancora più concreto in questo anno del Giubleo: “Quando la Porta Santa sarà chiusa, dovremo custodire e trasmettere i doni divini che sono stati riversati nelle nostre mani lungo un intero anno di preghiera, conversione e testimonianzaâ€

Creare segni concreti di speranza

Per aiutare coloro che affrontano qualsiasi tipo di povertà, il Papa sottolinea come “tutti siamo chiamati a creare nuovi segni di speranza che testimoniano la carità cristiana†che è “la madre di tutte le virtùâ€. “Chi manca di carità, - continua - non solo manca di fede e di speranza, ma toglie speranza al suo prossimoâ€. Leone XIV ricorda che la povertà “ha cause strutturali che devono essere affrontate e rimosse†e cita istituzioni come scuole e ospedali, che sono state create “per esprimere l’accoglienza dei più deboli ed emarginati†e “dovrebbero far parte ormai delle politiche pubbliche di ogni Paese, ma guerre e diseguaglianze spesso ancora lo impedisconoâ€. O menziona ancora come “segni di speranza†organi come “le case-famiglia, le comunità per minori, i centri di ascolto e di accoglienza, le mense per i poveri, i dormitori, le scuole popolariâ€.

Quanti segni spesso nascosti, ai quali forse non badiamo, eppure così importanti per scrollarsi di dosso l’indifferenza e provocare all’impegno nelle diverse forme di volontariato!

I poveri testimoni di speranza

Per Leone XIV questo impegno pratico, “in mezzo alle prove della vitaâ€, deve radicarsi nella speranza cristiana che "è come un’àncora, che fissa il nostro cuore sulla promessa del Signore Gesù, il quale ci ha salvato con la sua morte e risurrezione e che tornerà di nuovo in mezzo a noiâ€. Per il Papa i poveri possono quindi sperimentare questa speranza in modo particolare proprio perché “dinanzi al desiderio di avere Dio come compagno di strada, le ricchezze vengono ridimensionate, perché si scopre il vero tesoro di cui abbiamo realmente necessitàâ€.

Il povero può diventare testimone di una speranza forte e affidabile, proprio perché professata in una condizione di vita precaria, fatta di privazioni, fragilità ed emarginazione. Egli non conta sulle sicurezze del potere e dell’avere; al contrario, le subisce e spesso ne è vittima. La sua speranza può riposare solo altrove

La povertà spirituale

Il Pontefice sottolinea inoltre che “la più grave povertà è non conoscere Dioâ€, citando anche Papa Francesco, che scriveva nell’Evangelii gaudium “la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spiritualeâ€.

È una regola della fede e un segreto della speranza: tutti i beni di questa terra, le realtà materiali, i piaceri del mondo, il benessere economico, seppure importanti, non bastano per rendere il cuore felice. Le ricchezze spesso illudono e portano a situazioni drammatiche di povertà, prima fra tutte quella di pensare di non avere bisogno di Dio e condurre la propria vita indipendentemente da Lui.

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13 giugno 2025, 12:35