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Francesco saluta i partecipanti al Simposio “Université des Communicants en Église†Francesco saluta i partecipanti al Simposio “Université des Communicants en Église† (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Il Papa: comunicare non è propaganda o marketing, ma farsi carico dell'altro

Nel discorso consegnato ai responsabili della comunicazione ecclesiale in Francia e non pronunciato a causa di una lieve bronchite che gli impedisce di “parlare beneâ€, Francesco evidenzia che la sfida della buona comunicazione non va affrontata con l’ossessione del controllo, del potere, del successo e che non bisogna arrendersi alla cultura dell’aggressività e della denigrazione, ma ascoltare e vedere le cose con il cuore e costruire relazioni sincere

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Saluta con calore, Francesco, i partecipanti al simposio “Université des Communicants en Égliseâ€, ricevuti nella Sala Clementina del palazzo apostolico, li ringrazia “di essere venutiâ€, pronuncia poche parole, poi si scusa di non poter leggere il .

Ho un problema, ho un po’ di bronchite, e non posso parlare bene. Se voi non vi offendete, consegnerò la copia del discorso. Scusatemi. La consegnerò perché la diano a tutti voi, ma faccio tanta fatica a parlare. Grazie della vostra comprensione. E grazie di essere venuti. Grazie tante del vostro lavoro.

Aggiunge che “non è facile comunicareâ€, ma che è “la prima cosa che fa una personaâ€. “Da Adamo quando vide Eva, comunicò - prosegue -. Comunicare è la cosa più umana che esiste†aggiunge prima di dare la sua benedizione e di salutare, uno per uno, i responsabili della comunicazione di diocesi, congregazioni religiose, associazioni e movimenti cattolici, nuove comunità e parrocchie della Chiesa francese.

Francesco mentre saluta alcuni partecipanti al simposio organizzato dai vescovi francesi
Francesco mentre saluta alcuni partecipanti al simposio organizzato dai vescovi francesi   (Vatican Media)

La sfida della buona comunicazione

Nella realtà odierna, iperconnessa e bombardata di notizie, inquinata “da parole roboanti, da sogni di potere e di grandezzaâ€, la comunicazione è “una grande missioneâ€. E “anche il ministero del Papa oggi è dentro il mondo della comunicazioneâ€, sottolinea il Pontefice nel discorso consegnato, nel quale esprime apprezzamento per l’incontro organizzato a Roma dal 9 al 12 gennaio dalla Conferenza dei Vescovi di Francia. Iniziative di questo genere, in cui ci si ferma “per condividere, per pregare, per ascoltareâ€, servono “a ritrovare la radice†di ciò che si comunica, “la verità†che si è “chiamati a testimoniare, la comunione†che unisce in Cristo, osserva il Papa, aiutano, pure, “a non cadere nell’errore†di ritenere che oggetto della comunicazione siano le proprie “strategie o imprese individualiâ€, a non chiudersi nelle proprie solitudini, paure o ambizioni, “a non puntare tutto sul progresso tecnologicoâ€.

La sfida della buona comunicazione è oggi più complessa che mai, e il rischio è di affrontarla con una mentalità mondana: con l’ossessione del controllo, del potere, del successo; con l’idea che i problemi siano innanzitutto materiali, tecnologici, organizzativi, economici.

Ripartire dal cuore

È importante comunicare e “ascoltare con il cuoreâ€, e anche “vedere con il cuore cose che gli altri non vedonoâ€, rimarca Francesco, “per condividerle e raccontarle, rovesciando la prospettiva e le categorie del mondoâ€. Insomma c’è bisogno di “ripartire dal cuoreâ€.

Comunicare per noi non è sovrastare con la nostra voce quella degli altri, non è fare propaganda; a volte è anche tacere; non è nascondersi dietro slogan o frasi fatte. Comunicare per noi non è puntare tutto sull’organizzazione, non è questione di marketing; non è solo adottare questa o quella tecnica.

Offrire una lettura cristiana degli avvenimenti

Il Papa chiarisce che invece “comunicare è stare nel mondo per farsi carico dell’altro, degli altri, è farsi tutto a tutti; è condividere una lettura cristiana degli avvenimentiâ€, e significa pure “non arrendersi alla cultura dell’aggressività e della denigrazioneâ€, e poi “costruire una rete di condivisione del bene, del vero e del bello fatta di relazioni sincereâ€. Tutto questo coinvolgendo i giovani.

La comunicazione è testimonianza

A quanti sono impegnati nella comunicazione nell’ambito ecclesiale, Francesco offre poi “tre parole come tracce di cammino: testimonianza, coraggio e sguardo largoâ€. Riguardo alla prima, evidenzia che “la comunicazione è soprattutto testimonianzaâ€, che può essere condivisa con parole e immagini. Questo “rende credibili nella relazione con i media secolari; ed è questo anche che rende sempre più attrattiva e fa crescere giorno dopo giorno, da persona a persona, la nostra rete di comunicazione†specifica il Papa che accenna, poi allo scandalo degli abusi emerso nella Chiesa francese - ora in un cammino di purificazione - e incoraggia i responsabili della comunicazione ad andare avanti, a condividere attraverso il loro lavoro “tutto il bene che c’è†nelle “diocesi, nelle congregazioni, nei movimentiâ€.

La Sala Clementina
La Sala Clementina   (Vatican Media)

Essere creativi e accoglienti

Con la comunicazione si costruisca “la comunione nella Chiesa e la fratellanza nel mondoâ€, suggerisce Francesco, che esorta ad essere creativi e accoglienti, perché “la società vuole e ha bisogno di sentire la parola della Chiesa come Madre amorevole di tuttiâ€.

Non abbiate paura, ma coraggio. Un coraggio diverso da quello di chi crede di essere lui o lei il centro. Il coraggio che viene dall’umiltà e dalla serietà professionale, e che fa della vostra comunicazione una rete coesa e nello stesso tempo aperta, estroversa.

L’invito è legato alla seconda traccia di cammino indicata dal Pontefice, che raccomanda di non scoraggiarsi anche se i destinatari della comunicazione sembrano “indifferenti, scettici, a volte critici, addirittura ostiliâ€. “Non giudicateli - sollecita il Papa -. Condividete la gioia del Vangelo, l’amore che ci fa conoscere Dio e capire il mondoâ€. Perché “gli uomini e le donne del nostro tempo hanno sete di Dio, cercano un incontro con Lui†che cercano anche attraverso quanti comunicano nella Chiesa.

La carità spiega tutto

Infine, l’ultima indicazione di Francesco è quella di “guardare lontanoâ€, di avere uno “sguardo largo†di fronte alla bellezza e alla complessità del “mondo interoâ€. Perché “in mezzo alle mormorazioni del nostro tempo, all’incapacità di vedere l’essenzialeâ€, ciò che unisce è sempre più grande di ciò che divide; e “va comunicato, con la creatività che nasce dall’amoreâ€. “Verità ignorata†è che la carità “spiega tuttoâ€, conclude il Papa, “tutto diventa più chiaro – anche la nostra comunicazione – a partire da un cuore che vede con amoreâ€.

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12 gennaio 2024, 13:29