Il Papa: le religioni insieme per pregare per l'Ucraina, "mamma" ora ammalata
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Non c’è “l’Ucraina ebrea, l’Ucraina cristiana, l’Ucraina ortodossa, l’Ucraina cattolica, l’Ucraina islamicaâ€. No, c’è un’unica Ucraina, “mamma†che soffre nel vedere le brutalità inflitte da circa un anno ai suoi figli. Per questa “madreâ€, Papa Francesco chiede e offre preghiere, assicurando un pensiero costante e la sua vicinanza: “Non abbiate dubbio… Io vi porto nel cuore e chiedo a Dio che abbia pietà di questo popolo così coraggiosoâ€, dice il Papa alla delegazione del Consiglio Panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose, ricevuta questa mattina prima dell’udienza generale e che proprio al termine dell’udienza generale ha salutato, esortando i fedeli a pregare insieme per una “pace definitiva†nel martoriato Paese.
Viaggio a Roma
Il Consiglio è a Roma da ieri, 24 gennaio, e rimarrà fino a domani 26. Oggi pomeriggio i rappresentanti delle varie confessioni parteciperanno ai Vespri a San Paolo fuori le Mura presieduti dal Papa per la chiusura della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Ieri la delegazione ha invece incontrato i vertici di alcuni Dicasteri della Curia romana, tra cui il Dicastero per il Dialogo interreligioso e quello della Comunicazione. Questa mattina l’udienza con il Papa nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, evento centrale della visita del Consiglio, di cui fanno parte – tra gli altri - l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, padre e Capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ma anche il vescovo Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli dei latini, presidente della Conferenza episcopale, come pure rappresentanti delle Chiese ortodossa ucraina, apostolica armena e luterana, oltre alle comunità ebraiche e quelle musulmane. È compresa pure la Società biblica, che è interconfessionale.
Esempio di dialogo
Una grande varietà che, per Francesco, è modello di dialogo e di coesistenza pacifica. Il Consiglio pan-ucraino ha portato avanti in questi mesi di guerra iniziative comuni, tra dichiarazioni pubbliche e interventi nei territori in conflitto, già dal 2015. Nei mesi scorsi i membri dell’organismo avevano anche inviato una lettera al Papa. “Considero una grazia di Dio il fatto che tutte queste iniziative le decidete e le portate avanti insieme, come fratelli. Questa è una testimonianza concreta di pace in un Paese che soffre per la guerraâ€, dice Francesco nel discorso consegnato. “La vostra azione, portata avanti con tenacia e coraggio, prepara efficacemente il domani, un domani di pace, in cui finalmente gli interessi economici e politici che generano la guerra lasceranno il posto al bene comune dei popoli. Ogni giorno prego per questoâ€, afferma il Pontefice.
“Sono con voi nel difendere i diritti dei fedeli di ogni comunità religiosa, specialmente di quelli che soffrono soprusi e persecuzioneâ€
Ascolto di tutti
Il Papa ha messo da parte il testo preparato non solo perché – come ha detto a braccio – “siamo schiavi della limitazione del tempoâ€, visto che “alle 9 meno 5 io devo essere lì per incominciare l’udienza generale che non può aspettareâ€, ma anche perché la sua volontà era di ascoltare ognuno dei presenti. A tutti il Papa ha chiesto infatti di essere “breviâ€: “Scusatemi, io rimarrei tutta la mattinata con voi ma siamo schiavi anche del tempoâ€.
In contatto con inviati di governo e popolazione
Nel breve intervento a braccio, Francesco ha ribadito ancora una volta: “Vi sono vicinoâ€. Poi ha spiegato di ricevere regolarmente “inviati†dal presidente Volodymyr Zelensky e di essere “in dialogo con i rappresentanti del popolo ucrainoâ€: “Questo mi porta a sentire con voi e a pregareâ€.
Vi ringrazio (di) questa unità, questo per me è una cosa grande, come i figli di una famiglia che sono uno di là, uno di là, uno di là, ma quando la mamma è ammalata (sono) tutti insieme. Non interessa tanto l’Ucraina ebrea, l’Ucraina cristiana, l’Ucraina ortodossa, l’Ucraina cattolica, l’Ucraina islamica… no, no! Interessa Ucraina, “mamma†Ucraina e tutti insieme! E questo fa vedere il tessuto della vostra razza. È un esempio davanti a tanta superficialità che oggi si vede nella nostra cultura.
Una vicinanza che ha radici lontane
La vicinanza di Jorge Mario Bergoglio all’Ucraina ha radici lontane, sin da quando era bambino e a Buenos Aires serviva la Messa a un prete ucraino, padre Stefano. “Lui conosce la storiaâ€, ha detto Francesco indicando l’arcivescovo Shevchuk, che per tre anni è stato ausiliare di Santa Maria del Patrocinio degli ucraini nella capitale argentina.
Insieme a padre Stefano, il futuro Papa ha imparato a servire la Messa in ucraino: “Avevo 11 anni e da quel momento la simpatia con l’Ucraina è cresciuta. È una simpatia vecchia che è cresciuta e questo mi fa più vicino a voiâ€. “Non abbiate dubbio! Io prego per voi!â€, ha quindi assicurato il Vescovo di Roma.
Io vi porto nel cuore e chiedo a Dio che abbia pietà di questo popolo così coraggioso. Grazie di questa visita, grazie!
L'appello a fine udienza generale
A conclusione dell’incontro, prima di spostarsi in Aula Paolo VI, Papa Francesco ha chiesto a ognuno di “fare una preghiera in silenzio ognuno nella propria modalità, nel proprio modo di pregare che ha, in silenzio ma insieme per la madre Ucrainaâ€.
La stessa richiesta di preghiere, ampliata ai fedeli di tutto il mondo, l’ha reiterata al termine dell’udienza del mercoledì.
Nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere non manchi la martoriata Ucraina, così tanto afflitta.
“Questa mattina – ha detto il Papa - ho avuto un incontro con i capi delle diverse Confessioni di fede che sono in Ucraina – tutti uniti – e mi hanno raccontato il dolore di quel popoloâ€. Da qui, il nuovo appello: “Non dimentichiamo mai, ogni giorno, di pregare per la pace definitiva in Ucrainaâ€.
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