Una comunicazione che va incontro alle persone
Vatican News
I giornalisti accolgano lâappello lanciato da Papa Francesco ad âandare e vedereâ i fatti sul posto, consumando le suole delle scarpe e incontrando le persone âdove e come sonoâ. Eâ quanto sottolineato nella trasmissione di Radio Vaticana âLa Finestra del Papaâ, condotta da Fabio Colagrande, dedicata al Messaggio di Papa Francesco per la 55.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Una trasmissione che ha visto alternarsi in diretta Patricia Thomas, giornalista di Associated Press e presidente dellâAssociazione Stampa Estera in Italia, Vania De Luca, vaticanista di Rai News e presidente dellâUCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana), Vincenzo Corrado, direttore dellâUfficio Comunicazioni Sociali della CEI, e Alessandro Gisotti, vice-direttore editoriale dei media vaticani.
âCredo che il Papa â è la riflessione di Vincenzo Corrado â con lâespressione âconsumare le suole delle scarpeâ, contenuta nel Messaggio, ci voglia fondamentalmente ricordare che la comunicazione è dinamica, che lâinformazione è in continuo movimento. Non per altro i grandi cronisti, soprattutto del passato, parlavano dellâinformazione e del giornalismo come di una grande forza empatica che ti permette di entrare in contatto con il vissuto delle persone, fino a farne parte propria: le sofferenze, le gioie, le speranzeâ. Il portavoce della CEI sottolinea che, nel momento in cui riesce a sviluppare questa âcaratteristica empaticaâ, il giornalista ha già compiuto parte del suo lavoro. âLâocchio soprattutto di chi comunica â avverte â deve saper leggere dentro le fratture e deve anche offrire delle chiavi di lettura per capire meglio ciò che succede, sviluppare quella capacità di andare dentro le storie, per poter generare unâopinione pubblica che non sia appiattita su circoli viziosiâ.
Con questo Messaggio, riprende Alessandro Gisotti, Papa Francesco âva al cuore della comunicazione, allâessenza di cosa significhi comunicareâ. Ancora una volta, constata, emerge il tema dellâincontro, âparola-chiave di questo Pontificato e che è anche il perno attorno al quale gira tutto il messaggioâ. Questo, prosegue, âinizia proprio ribadendo lâinvito a incontrare, a âvenire e vedereâ che accompagna i primi emozionanti dialoghi di Gesù con i discepoliâ. Incontrare, per Francesco, è anche âil metodo di ogni autentica comunicazione umana, non solo di quella professionaleâ. Il vice-direttore dei media vaticani coglie nel Messaggio âun approccio disponibile, positivo del Papa rispetto alle nuove tecnologieâ. Un atteggiamento che ricorda quanto già affermava nel suo primo Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni e cioè che Internet, se vissuto come rete di persone e non solo come rete di fili, âè un dono di Dioâ. Tuttavia, annota Gisotti, il Papa non manca di sottolineare le insidie del web ribadendo che âper quanto siano importanti le tecnologie, non potranno mai sostituire lâuomo. Sono i giornalisti che devono uscire per le strade, incontrare la gente, cercare le storie. Questo spetta alle persone, non lo possono fare le tecnologieâ.
Eâ stata dunque la volta di due giornaliste sul campo, abituate a consumare le suole delle scarpe nel proprio lavoro quotidiano. âNoi â ne è convinta Patricia Thomas â dobbiamo esserci, dobbiamo sempre essere lì di persona e vedere, anche se con questa pandemia le cose sono peggiorate e a tanti giornalisti è chiesto di rimanere a casa, di fare le interviste via Zoom o via Skypeâ. La presidente di Stampa Estera ha dunque ricordato la mostra âLockdown Italiaâ, promossa dalla sua associazione e inaugurata lâottobre scorso ai Musei Capitolini. Una mostra fotografica che racconta lâItalia nella primavera del 2020, nel momento in cui irrompe il virus e, a causa delle misure di contrasto alla pandemia, cambia radicalmente il modo di vivere degli italiani. Per Thomas, i giornalisti devono âcogliere tutto questo come unâopportunità, non sentirsi sconfitti in questo momento difficile. Bisogna cercare di uscire di più e raccontare quello che avviene. Anche sulla questione dei vaccini, bisogna domandarsi chi parlerà dellâAfrica. Bisogna spingersi oltre lâEuropa, oltre gli Stati Uniti: ci sono molti servizi da fare, molti avvenimenti e storie da seguireâ.
Lâultimo contributo in trasmissione è stato quello di Vania De Luca che, proprio in questi giorni, ha pubblicato il volume âPandemie Mediali. Narrazioni, socializzazioni e contaminazioni del mediavirusâ, curato assieme a Marica Spalletta per i tipi di Aracne Editrice. âIn un momento in cui la pandemia è ancora in corso â spiega la presidente dellâUCSI - abbiamo cercato, da diverse angolazioni e punti di vista, di capire come la pandemia abbia influenzato lâinformazione e come unâinformazione corretta possa aiutare a uscirneâ. Per De Luca, bisogna cogliere lâinvito del Papa ad andare a vedere, a incontrare le persone dove e come sono, superando anche i limiti del momento. âCredo â rileva â che ci sia stato in questo periodo di pandemia, almeno in Italia, un grandissimo sforzo per garantire unâinformazione puntuale. Abbiamo avuto tanti colleghi che sono entrati nei reparti Covid, pur con i rischi che questo comportava, per raccontare ciò che stava accadendoâ. Di qui, la consapevolezza che âlâinformazione abbia avuto, abbia e avrà sempre un ruolo importante a patto di essere unâinformazione certificata, sicura, che si interroghi un poâ anche sui rischi dellâinfodemia, cioè di quellâeccesso di informazioni che circolano, che non sono certificate e che spesso sono messe in giro ad arte per insinuare dubbi, che minacciano piuttosto che ricostruire la veritàâ.
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