Papa a S. Marta: Angeli custodi, la nostra porta quotidiana alla trascendenza
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
"Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato". Sono queste parole della Prima Lettura, tratta dal capitolo 23 del Libro dell'Esodo, a guidare la riflessione del Papa nell' della Messa celebrata a Casa Santa Marta oggi, giorno in cui la Chiesa festeggia i Santi Angeli Custodi. Sono proprio loro - dice Francesco - "l'aiuto molto particolare" che il "Signore promette al suo popolo e a noi che camminiamo sulla strada della vita".
(Ascolta il servizio con la voce del Papa)
L'Angelo, bussola che ci aiuta a camminare
E' proprio questo la vita, un cammino sul quale, osserva il Papa, dobbiamo essere aiutati da "compagni", da "protettori", da una "bussola umana, o una bussola che assomigli all’umano e che ci aiuti a guardare dove dobbiamo andare". Tre sono i possibili pericoli nel percorso della nostra vita che Francesco cita:
C’è il pericolo di non camminare. E quanta gente si stabilisce e non cammina, e tutta la vita è ferma, senza muoversi, senza fare niente… È un pericolo. Come quell’uomo del Vangelo che aveva paura di investire il talento. Lo aveva sotterrato, e: “Io sono in pace, sono tranquillo. Non potrò fare uno sbaglio. Così non rischioâ€. E tanta gente non sa come camminare o ha paura di rischiare, e si ferma. Ma noi sappiamo che la regola è che chi nella vita è fermo, finisce per corrompersi. Come l’acqua: quando l’acqua è ferma lì, vengono le zanzare, mettono le uova, e tutto si corrompe. Tutto. L’Angelo ci aiuta, ci spinge a camminare.
Il pericolo di sbagliare strada o girare in un labirinto
Ma altri due sono i pericoli sulla strada della nostra vita, prosegue il Papa: il "pericolo di sbagliare strada", che solo "all'inizio è facile da correggere"; e il pericolo di lasciare la strada per disperdersi in una piazza, andando "da una parte e dall’altra come in un labirinto" che "intrappola" e che "mai ti porta alla fine". Ecco, "l'Angelo", ribadisce Francesco, "è per aiutarci a non sbagliare strada e a camminare su di essa", ma serve la nostra preghiera, la nostra richiesta di aiuto:
E dice il Signore: “Abbi rispetto della sua presenzaâ€. L’Angelo è autorevole, ha autorità per dirci. Ascoltarlo. “Da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a luiâ€. Ascoltare le ispirazioni, che sono sempre dallo Spirito Santo, ma è l’Angelo a portarle davanti a noi. Ma io vorrei dire a tutti voi una domanda: voi parlate con il vostro Angelo? Voi sapete il nome che ha il vostro Angelo? Voi ascoltate il vostro Angelo? Vi lasciate portare per mano sulla strada o spingere per muovervi?
L'Angelo ci mostra la via per arrivare al Padre
Ma la presenza e il ruolo degli Angeli nella nostra vita è ancora più importante perchè, fa notare ancora Francesco, non solo ci aiutano a camminare bene ma ci mostrano anche "dove dobbiamo arrivare". Sta scritto nel Vangelo odierno di Matteo: “Non disprezzare i bambiniâ€, dice il Signore, perché “i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei Cieliâ€. Nel "mistero della custodia dell'Angelo" c'è dunque anche la "contemplazione di Dio Padre" che il Signore ci deve dare la grazia di comprendere. Da qui la conclusione del Papa:
Il nostro Angelo non solo è con noi, ma vede Dio Padre. È in rapporto con Lui. È il ponte quotidiano, dall’ora che ci alziamo all’ora che andiamo a letto la notte, che ci accompagna ed è in rapporto con il Padre e noi. L’Angelo è la porta quotidiana alla trascendenza, all’incontro con il Padre: cioè l’Angelo che mi aiuta ad andare per la strada è perché guarda il Padre e sa qual è la strada. Non dimentichiamo questi compagni di strada.
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