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Le bandiere usa a mezz'asta dopo l'omicidio di Kirk, come ordinato dal presidente Trump Le bandiere usa a mezz'asta dopo l'omicidio di Kirk, come ordinato dal presidente Trump 

Usa, Trump: arrestato il killer di Charlie Kirk

Sarebbe stato segnalato da una figura a lui vicina, probabilmente il padre, l'assassino del noto attivista conservatore e sostenitore di Donald Trump, ucciso mercoledì con un colpo di fucile durante un evento universitario nello Utah. Trump ha confermato la cattura e ha definito l’omicidio un “episodio isolato”

Guglielmo Gallone - Città del Vaticano

Donald Trump, lo aveva annunciato, parlando dell'arresto di un sospettato dell’omicidio di Charlie Kirk, l'influente attivista conservatore ucciso mercoledì durante un evento universitario nello Utah. Il presidente statunitense in un’intervista in diretta su Fox News aveva spiegato che a convincere l’uomo a consegnarsi è stato suo padre. Il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha a sua volta confermato l'avvenuta cattura del killer, identificato come Tyler Robinson. Secondo le ancora frammentarie informazioni, il ragazzo di 22 anni avrebbe detto o fatto apertamente capire ad un amico di famiglia di essere il responsabile di quanto accaduto, avrebbe poi confessato all'Fbi subito dopo la cattura.

Lo spettro di una guerra civile

L'attacco era stato subito definito, da parte di Trump, come «episodio isolato», parole scelte evidentemente per evitare un’escalation. Le autorità sembrano essere state fin da subito della stessa idea. Se l’indagine o le stesse dichiarazioni di Trump dovessero infatti rivelare una rete organizzata dietro l’omicidio, il rischio sarebbe quello di innescare una vera e propria guerra civile dagli esiti imprevedibili, in un Paese dove – secondo i sondaggi – crescenti minoranze considerano legittimo persino uccidere chi appartiene allo schieramento opposto. La tragica fine di Charlie Kirk è in questo senso un compendio del male che affligge l’America: intolleranza reciproca, demonizzazione, incapacità di accettare la diversità di pensiero. Il dolore espresso dai leader di entrambi i partiti è stato, per ora, sobrio e istituzionale. Eppure, il dibattito acceso e violento sui social dimostra quanto profonda sia la frattura.

L'impegno politico di Charlie Kirk

In effetti, Charlie Kirk, 31 anni, oltre ad essere un convinto sostenitore di Trump, era uno degli attivisti conservatori più influenti degli Stati Uniti proprio attraverso i social media. Mercoledì è stato colpito al collo da un unico proiettile proprio mentre parlava agli studenti della Utah Valley University, a Orem, durante la tappa inaugurale dell’“American Comeback Tour”, un ciclo di dibattiti organizzato dalla sua associazione, Turning Point USA. Kirk, noto per il suo stile provocatorio, era una figura centrale tra i giovani repubblicani. Con Turning Point, una realtà presente in centinaia di campus universitari, aveva costruito una rete capace di mobilitare folle e risorse, diventando un punto di riferimento per il movimento Maga di Trump. Durante la campagna elettorale del 2024, la sua organizzazione ha giocato un ruolo decisivo nell’attivare il voto giovanile a favore del presidente. «Nessuno ha compreso, o conquistato, il cuore dei giovani americani meglio di Charlie Kirk», ha scritto Trump su Truth Social. «Era amato e ammirato da tutti, soprattutto da me. Le mie condoglianze e quelle di Melania vanno alla moglie Erika e alla sua famiglia. Charlie, ti amiamo!». Il vicepresidente JD Vance e sua moglie Usha hanno incontrato la famiglia Kirk a Salt Lake City, definendo l’attivista «un amico e un alleato indispensabile». Trump ha annunciato che conferirà a Kirk la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, e ha confermato la sua presenza ai funerali, che si terranno a Phoenix, dove ha sede Turning Point USA.

Una spirale di violenza in tutto il Paese

L’omicidio di Kirk si inserisce in una spirale di violenza politica che, nell’ultimo anno, ha toccato figure di entrambi i partiti: dal governatore democratico della Pennsylvania Josh Shapiro alla tentata aggressione contro l’ex segretario di Stato Mike Pompeo, fino al marito di Nancy Pelosi e allo stesso Trump, sopravvissuto a un attentato durante un comizio nell'estate 2024. Ma il caso Kirk va oltre la cronaca nera o il problema delle armi negli Usa. La sua uccisione rappresenta un drammatico campanello d’allarme per un Paese sempre più incapace di ascoltarsi e dialogare. Negli Stati Uniti la contrapposizione politica si è trasformata in un conflitto culturale, dove l’avversario non è più un interlocutore da convincere, bensì un nemico da abbattere. Seppur con idee spesso estreme, Kirk aveva riportato il dibattito là dove era sparito e dove oggi c’è più bisogno: nei campus universitari. E la sua morte rischia dunque di lasciare un vuoto che rischia di essere colmato da figure ancora più radicali.

AGGIORNAMENTO ALLE ORE 16.45

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12 settembre 2025, 14:35