Pakistan, piogge e inondazioni senza precedenti
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Gravissime inondazioni, abitazioni, infrastrutture, strade e scuole devastate, interi raccolti e capi di bestiame persi: il Pakistan continua ad affrontare una delle peggiori stagioni monsoniche degli ultimi decenni. Le piogge intensissime e i nubifragi senza precedenti, esacerbati dagli effetti del cambiamento climatico, sono cominciati a fine giugno, interessando tutta la nazione asiatica, e da allora il bilancio ufficiale fornito dall’Autorità nazionale per la gestione dei disastri parla di almeno 910 morti per le conseguenze delle inondazioni, 4,2 milioni di persone colpite nel Paese, di cui oltre 2,1 milioni sono sfollate.
L'emergenza nel Punjab
Nella provincia orientale del Punjab, solo nelle ultime ore i soccorritori, supportati da soldati e volontari, hanno evacuato più di 122.000 persone da Jalalpur Pirwala, a causa dell’innalzamento del livello dei fiumi che minacciava di inondare tutta l’area: l’operazione è avvenuta dopo che sabato un’imbarcazione di soccorso si era capovolta nelle acque alluvionali alla periferia della città, causando la morte di cinque persone. Il Punjab sta conducendo una delle sue più massicce operazioni di soccorso in particolare dal mese scorso, quando l’emergenza si è ampliata dopo che l’India ha deciso di rilasciare l’acqua dalle proprie dighe. Ancora oggi è una lotta contro il tempo: molte persone risultano bloccate nei villaggi allagati, altre lamentano ritardi nei soccorsi.
«Ho visto con i miei occhi persone appollaiate sui rami degli alberi, semisommerse dalle acque alluvionali», ha raccontato all’Associated Press Taj Din, tra gli sfollati salvati dai team di emergenza. Il portavoce del governo del Punjab, Uzma Bukhari, ha fatto sapere che si stanno utilizzando anche i droni con immagini termiche per localizzare le persone ancora presenti nelle zone allagate, mentre sotto la pioggia battente si continuano a trasmettere annunci di evacuazione. Critica la situazione pure a Lahore e a Multan, ancora a rischio di inondazioni per il livello dei fiumi che cresce pericolosamente.
Continua a salire il livello dei fiumi
Sale la preoccupazione poi per le chiuse idriche del Sindh, dove confluiscono le acque dei principali fiumi del Punjab, che hanno registrato livelli eccezionalmente alti: anche nella provincia meridionale sono in corso evacuazioni per le minacce crescenti dell’acqua del fiume Indo che continua a scorrere a valle, con almeno 100.000 persone già trasferite dagli insediamenti più a rischio. Qulla del Sindh è stata una delle aree più colpite dalle catastrofiche inondazioni del 2022, che causarono la morte di oltre 1.700 persone in tutto il Paese.
Gli aiuti
Nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa, già la scorsa settimana varie organizzazioni umanitarie avevano constatato sul terreno la vastità della devastazione, con ripercussioni nell’immediato e sul futuro: «La riabilitazione rappresenta una sfida significativa, soprattutto a causa della natura montuosa del territorio», aveva spiegato Aamir Muhammad, direttore di “Azione contro la fame” in Pakistan, monitorando la situazione nel distretto di Buner, dove peraltro operano anche i team di Caritas Pakistan. «Questo disastro ha provocato un disagio senza precedenti tra la popolazione. Abbiamo già rilevato un bisogno urgente di supporto psicologico nelle comunità», aveva evidenziato.
È scattata intanto la macchina degli aiuti internazionali, sebbene il Pakistan non abbia lanciato alcun appello al riguardo. Dopo quelli inviati nel week end da Washington, ieri il governo saudita ha consegnato alle autorità del Punjab 10.000 pacchi alimentari e altrettanti kit di emergenza per le famiglie alluvionate.
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