Gaza City, l'esercito israeliano intima agli abitanti di lasciare la cittÃ
Vatican News
Ancora un grattacielo distrutto a Gaza City, a sole 24 ore dal primo e, anche questo, abbattuto dalle forze armate israeliane perché, secondo l'Idf, "utilizzato da Hamas" per "installare apparecchiature di raccolta dati nell'edificio e allestire postazioni di osservazione per monitorare la posizione delle forze israeliane nella zona". Secondo la stampa ebraica, "l'edificio sarebbe stato riempito di trappole esplosive in previsione dell'arrivo delle truppe in città". Già ieri, un raid missilistico israeliano aveva colpito e sventrato a Gaza la Torre Mushtaha, un palazzo di 12 piani. Anche in questo caso, secondo l'esercito, l'edificio avebbe contenuto infrastrutture utilizzate per condurre attacchi. Nei prossimi giorni, l’esercito effettuerà "attacchi precisi e mirati contro le infrastrutture terroristiche", ha aggiunto l’Idf, specificando che saranno presi di mira in particolare i grattacieli, mentre il ministro della Difesa, Israel Katz ha sottolineato che con questi raid Israele ha "aperto la porta dell’inferno a Gaza". Intanto si estendono ulteriormente le operazioni militari dell'esercito. In previsione di un massiccio intervento armato di terra nel centro urbano di Gaza, stamane l'esercito ha intimato ai residenti di lasciare la città e di spostarsi verso una "area umanitaria" a Khan Younis, a sud. "Cogliete l'occasione per recarvi senza indugio nella zona umanitaria e universi alle migliaia di persone che vi sono già andate", si legge in una nota dell'esercito isrealiano. Secondo le Nazioni Unite, che mettono in guarda da un "disastro" imminente in caso di espansione dell'offensiva israeliana sulla città, circa un milione di persone si trovano nella zona di Gaza City.
Nuove vittime
Intanto, oltre venti palestinesi sono rimasti uccisi all'alba in attacchi lanciati dagli israeliani. La maggior parte delle vittime si conta proprio a Gaza City. Secondo Hamas, nelle ultime 24 ore, i morti per fame sarebbero sei, numero che porterebbe a oltre 370 le vittime della malnutrizione, 300 delle quali negli ultimi due mesi. Dal 7 ottobre 2023, giorno in cui è iniziativa la guerra, sarebbero state uccise in totale oltre 64mila persone.
Un nuovo video degli ostaggi
La minaccia giunge mentre Hamas ricorda che nella Striscia ci sono ancora ostaggi israeliani vivi, che rischiano di morire da un momento all’altro. In un nuovo video pubblicato dai miliziani, due di loro, Guy Gilboa-Dalal e Alon Ohel, si trovano proprio a Gaza. E chiedono accoratamente che "tutto questo finisca" altrimenti sarà la loro fine. Dei 251 ostaggi rapiti durante il terribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre del 2023, 47 si trovano ancora a Gaza. Di questi, 25 sono sicuramente morti, secondo l’esercito israeliano, mentre regna l’incertezza sulle condizioni dei restanti. Incontrando ieri i familiari dei due rapiti del video, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha espresso la posizione del governo: "Nessun video di propaganda malevola indebolirà la nostra determinazione o ci distoglierà dalla nostra volontà di raggiungere i nostri obiettivi". Che, ha tenuto a ribadire, restano i medesimi: "Il rilascio di tutti gli ostaggi, sia vivi sia morti; il disarmo di Hamas; la smilitarizzazione della Striscia di Gaza; il controllo di sicurezza israeliano nella Striscia di Gaza; e l’istituzione di un’amministrazione civile alternativa che non rappresenti una minaccia per Israele".
L'allarme delle Nazioni Unite
"Questi sviluppi — ha dichiarato Stéphane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite — stanno costringendo un numero crescente di persone a fuggire in un luogo dove quasi tutti sono già stati sfollati, spesso più volte, e dove la carestia, come sapete, è appena stata confermata. I nostri colleghi umanitari ci dicono che al nord le persone sono esauste". Sulla disastrosa situazione nella Striscia è intervenuta anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che in un comunicato ha chiesto a Israele di fermare "la catastrofe della fame a Gaza" che, ha dichiarato da Ginevra il direttore dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus "Israele avrebbe potuto prevenire e fermare".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui