ÐÓMAPµ¼º½

Un'esibizione delle Frecce Tricolori Un'esibizione delle Frecce Tricolori  (ANSA)

“Un Dono dal Cieloâ€, la ²õ´Ç±ô¾±»å²¹°ù¾±±ð³Ùà dell’Aeronautica per l’Ospedale Bambino Gesù

La campagna della forza armata italiana a sostegno del polo pediatrico, dal finanziamento di tecnologie sanitarie d’avanguardia al supporto nel trasporto dei malati

di Claudia D’Ascenzo

Solidarietà, scienza e coraggio. Sono le caratteristiche che legano da anni l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Aeronautica Militare italiana, istituzioni diverse ma unite dalla stessa missione di difendere la vita. Era il dicembre 2024 quando all’Auditorium Parco della Musica di Roma veniva lanciata l’iniziativa benefica Un Dono dal Cielo per il Bambino Gesù, che comprende gli eventi della forza armata a sostegno del polo ospedaliero pediatrico, in particolare la stagione acrobatica 225 delle Frecce Tricolori. La campagna ha un obiettivo ambizioso: finanziare l’acquisto di una “bioprinter 3Dâ€, una tecnologia all’avanguardia in grado di riprodurre tessuti biologici complessi. Un passo decisivo per la medicina rigenerativa e per i piccoli pazienti dell’ospedale. Il legame tra Aeronautica e Bambino Gesù non si limita però alle raccolte fondi.

Ogni missione, una corsa contro il tempo

Ogni giorno i piloti del 31° Stormo affrontano missioni delicate di trasporto sanitario d’urgenza, spesso con neonati in condizioni critiche. “Quando si vola per salvare una vita – spiega il capitano Daniele Inguglia – ogni dettaglio conta. Operiamo seguendo protocolli precisi e il paziente viaggia sempre con un’équipe medica specializzataâ€. Ad esempio, “un pilota non decolla mai senza conoscere non solo un aeroporto secondario, ma anche un centro ospedaliero alternativo, in grado di accogliere e trattare il paziente con lo stesso livello di assistenza. Ogni missione è una corsa contro il tempo, ma non si è mai soli: alle spalle c’è una macchina organizzativa pronta a intervenire in ogni imprevistoâ€.

La possibilità di fare del bene

Dietro la freddezza delle procedure c’è però anche tanta umanità. Inguglia ricorda la notte in cui, dopo aver messo a letto suo figlio, fu chiamato per trasportare un bimbo quasi coetaneo: “Vivi un cortocircuito emotivo. Da un lato la serenità della tua famiglia, dall’altro la disperazione silenziosa di genitori che salgono a bordo stringendo la speranza, spesso l’unica cosa che resta loro. Ma sai che puoi fare la differenza. È questo che ci spinge ad andare avantiâ€. Spesso, da quei viaggi, nascono legami che continuano anche dopo la fine della missione, con messaggi di gratitudine da parte delle famiglie.

Razionalità con umanità

Dal versante ospedaliero, Matteo Di Nardo, medico rianimatore del Bambino Gesù, racconta la scelta della sua specializzazione e il valore della “ECMOâ€, una tecnica di ossigenazione extracorporea utilizzata in pochissimi centri e soprattutto un supporto vitale per pazienti con gravi insufficienze cardiache o respiratorie. “La nostra è una professione che richiede razionalità e umanità insieme in un lavoro di squadra. Con l’Aeronautica, con i colleghi, con le famiglie. Solo così si può proteggere il dono più sacro: la vitaâ€.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

10 settembre 2025, 15:17