Inondazioni tra Pakistan e India, centinaia di vittime e danni devastanti
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Sono più di trecento, secondo le autorità locali, le morti accertate nel nord-ovest del Pakistan dopo due giorni di intense piogge e inondazioni. In corso le operazioni di soccorso e di sgombero delle strade bloccate, con lo stanziamento di fondi di emergenza. Si prevede che le forti precipitazioni continueranno fino al 21 agosto.
Il distretto più colpito è Buner
Frane e crolli di edifici in seguito a inondazioni reputate improvvise hanno causato l'ondata più letale della stagione monsonica di quest'anno. Centinaia i dispersi, sulle colline e sulle montagne della regione di Khyber Pakhtunkhwa, da quanto riferisce l'Autorità provinciale per la gestione dei disastri. Le regioni interessate sono non solo in Pakistan, ma anche alcune zone dell'India e del Nepal. Il distretto di Buner, in condizioni normali a una distanza di tre ore e mezza di auto a nord della capitale pakistana Islamabad, è stato tra i più colpiti del Paese, con 184 morti e danni ingenti a infrastrutture, raccolti e frutteti. Qui, in alcuni punti, diverse persone, tra cui donne e bambini, sono rimaste intrappolate dalle acque alluvionali; finora sono stati recuperati 93 corpi. In un'altra zona, Shangla, il crollo del tetto di un edificio dovuto al nubifragio ha causato molte delle 34 vittime, ha affermato il segretario capo provinciale, Shahab Ali Shah.
I danni del cambiamento climatico
Sono stati istituiti campi medici, insieme a disposizioni per la fornitura di pasti pronti per gli sfollati. Impellente la necessità di ripristinare le strade. Ishaq Dar, vice primo ministro e ministro degli Esteri, ha affermato che squadre civili e militari stavano portando avanti operazioni di soccorso e di salvataggio. Ieri, 15 agosto, un elicottero di soccorso si è schiantato a causa del maltempo, uccidendo i cinque membri dell'equipaggio. Sembra che quest'anno sul Pakistan si sia abbattuta una quantità di piogge monsoniche molto più cospicua del normale, che gli esperti collegano al cambiamento climatico. Le conseguenze di questi eventi sono da considerare devastanti: hanno ucciso oltre cinquecento persone dal 26 giugno, secondo la National Disaster Management Authority. In queste ore si parla di tonnellate di rocce cadute insieme all'acqua, che hanno spazzato via decine e decine di case in pochi istanti. Anche una stazione di polizia è stata rasa al suolo e se il personale in servizio non fosse salito su un terreno più elevato, non sarebbe sopravvissuto.
Alla ricerca di sopravvissuti in Kashmir
La maggior parte delle vittime è morta prima di poter raggiungere l'ospedale, ha detto all'Associated Press Mohammad Tariq, un medico di Buner. "Molti tra i morti erano bambini e uomini, mentre le donne erano sulle colline a raccogliere legna da ardere e a pascolare il bestiame". A circa 300 chilometri, nel Kashmir controllato dall'India, i soccorritori hanno setacciato il remoto villaggio di Chositi, nel distretto di Kishtwar, alla ricerca di decine di persone scomparse dopo che due giorni fa il villaggio era stato colpito da inondazioni eccezionali che giovedì hanno coinvolto anche lo svolgimento di un pellegrinaggio indù annuale. Circa quattromila pellegrini sono stati evacuati in luoghi ritenuti più sicuri. Si tratta di nubifragi sempre più comuni nelle regioni himalayane dell'India e nelle aree settentrionali del Pakistan. I funzionari pakistani hanno dichiarato che da due giorni i soccorritori hanno evacuato oltre 3.500 turisti intrappolati nelle aree colpite in tutto il Paese. Si ricorda che il Pakistan ha vissuto la sua peggiore stagione dei monsoni nel 2022 che uccise più di 1.700 persone con danni stimati in 40 miliardi di dollari.
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