"Testa, cuore e mani" un libro di Eraldo Affinati sui grandi educatori
Eugenio Murrali - Città del Vaticano
L'energia di chi da quarant'anni vive l'insegnamento come una missione e non ha perso passione e vivacità nel dialogo con le nuove generazioni. Con testa, cuore e mani, come recita il titolo del suo nuovo libro, Eraldo Affinati ha raccontato molte figure che hanno ispirato il mondo dell'educazione, donne e uomini la cui storia si è intrecciata con quella della capitale italiana. Il suo saggio narrativo attraversa il tempo, a partire da grandi santi - Pietro e Paolo, Agostino, Ignazio di Loyola, Francesca Romana, Filippo Neri, Giuseppe Calasanzio - arrivando a personalità come Maria Montessori, Luigia Tincani, fino ad Alberto Manzi, Albino Bernardini e, tra gli altri, John Patrick Carroll Abbing, il fondatore della Città dei Ragazzi.
Un maestro del rischio
Testa, cuore e mani nasce su impulso del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l'educazione. "Il cardinale - spiega Affinati - mi ha 'commissionato' questo libro per raccontare, prima di tutto ai giovani che sono già presenti per il Giubileo e per quelli che verranno, ma anche agli adulti, l'operato di grandi educatori che nei secoli hanno agito a Roma, figure canoniche decisive della nostra cultura occidentale". Lo scrittore si è inoltrato nelle strade, è andato a cercare le tracce dell'azione di questi protagonisti della storia educativa. De Mendonça nella prefazione, riferendosi alle personalità raccontate da Affinati, offre un'immagine bellissima, condivisa dall'autore: "L'educatore degno di questo nome è un maestro del rischio".
San Paolo, modello per ogni insegnante
"Ricorderò sempre - racconta lo scrittore romano - che mentre andavo verso l'abbazia delle Tre Fontane, il luogo della decapitazione, riflettevo sul fatto che San Paolo è stato un grande scrittore epistolare, un uomo che scriveva pensando alle persone che aveva di fronte. Questo ci fa capire che il vero insegnante deve avere un interlocutore, non può chiudersi nella sua turris eburnea. Deve mettersi in gioco". In questo senso le lettere paoline possono essere considerate un archetipo dell'"insegnante in movimento": "San Paolo viaggiatore, pensatore, uomo d'azione e intellettuale allo stesso tempo. Tutte le sue lettere ti fanno capire che quelle parole sono una secrezione dell'esperienza".
Il principe degli apostoli è un modello ideale di tutti gli educatori di cui Affinati ha trattato nel suo libro. Insieme a lui sono imprescindibili Sant'Agostino e Sant'Ignazio di Loyola, che introducono all'interiorità: "Sant'Agostino ti fa capire che in ogni ragazzo c'è un demone interiore che l''educatore deve riuscire a scoprire. La figura di Sant'Ignazio è importante per il tema del discernimento, della scelta che ognuno di noi è chiamato a compiere". Secondo lo scrittore, oggi l'adulto credibile è colui che mostra di aver compiuto una scelta, "di aver rinunciato a qualcosa che avrebbe potuto fare, in nome di un'altra azione in cui credeva di più".
Madri di umanità
Molte pagine sono dedicate alle educatrici. Nel capitolo su Santa Francesca Romana, intitolato Al servizio di tutti, Affinati riflette sull'origine della motivazione pedagogica, a partire da questa donna eccezionale vissuta tra XIV e XV secolo. In lei riconosce una "tensione mariana" che "non può non pulsare nella passione di ogni educatore cristiano, ma riguarda a ben vedere tutti coloro che sono chiamati a svolgere il compito di cura verso le nuove generazioni". Emblematica, in queste pagine, è l'intensità, anche emotiva, con cui lo scrittore accompagna i lettori nei luoghi della storia. Parlando della chiesa intitolata alla Santa, di fronte alle rovine dei Fori, scrive: "I ragazzi che vengono qui possono soltanto intuire il flusso magmatico di secoli, irrefrenabile e ancora attivo nella loro stessa carne, ma qualcuno dei giovani pellegrini, ai quali idealmente ci rivolgiamo, soprattutto nel caso in cui fosse guidato da un maestro consapevole e appassionato, negli anni a venire di certo saprebbe mettere a frutto le impressioni ricevute a due passi dal Colosseo". Tra le altre educatrici della storia, hanno un ruolo preminente, nel racconto di Affinati, donne come Luigia Tincani e Maria Montessori, entrambe vissute tra Otto e Novecento. La prima è un'apostola intellettuale che dedicò la sua vita a una battaglia di civiltà, "non potendo tollerare che a mezza umanità fossero in sostanza negati gli strumenti culturali e quindi la medesima dignità". Maria Montessori, il cui metodo ha valicato ogni confine, ha iniziato a Roma il suo itinerario scientifico e ebbe intuizioni, ancora oggi spesso inattuate, capaci cambiare l'insegnamento.
La Città dei Ragazzi e la scuola Penny Wirton
"John Patrick Carroll Abbing è stato l'ultimo educatore di cui ho parlato in questo libro, perché ha fondato la Città dei Ragazzi", racconta Affinati. Con questa comunità educativa, nata alle porte di Roma dopo la Seconda guerra mondiale, per togliere dalla strada i bambini abbandonati, Affinati ha collaborato per anni: "Ho visto la struttura dell'autogoverno, un'idea già rivoluzionaria ai suoi tempi: questi orfani eleggono un sindaco, che a sua volta sceglie gli assessori. All'interno c'è una moneta locale: lo scudo". Lo scrittore, avendo lavorato a lungo con i ragazzi, perlopiù emigrati, che popolano la Città dei Ragazzi, ha avuto, insieme a sua moglie Anna Luce Lenzi, l'intuizione di creare la Penny Wirton: "Una scuola basata sull'insegnamento gratuito della lingua italiana agli immigrati, in un rapporto uno a uno, senza voti, senza classi, senza burocrazie". Un'idea pedagogica che ha avuto grande diffusione e oggi conta molti affiliati. In questa scuola, gli studenti delle scuole medie italiane si trasformano in piccoli docenti dei loro coetanei: "Questo insegnamento tra pari è molto importante. Anche il ragazzo difficile, che a scuola non va tanto bene, quando si trova a insegnare a un ragazzo straniero, rivela una disinvoltura e un approccio inaspettati". Affinati ha una certezza: "Anche la scuola deve cambiare. Non deve essere lontana dalla vita, ma l'intensificazione della vita".
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