Somalia senza pace, nuovi scontri nel Puntland
Emil Sandberg – Città del Vaticano
Una nuova ondata di violenza ha sconvolto allinizio della settimana la regione somala del Puntland, dove almeno otto persone sono rimaste uccise e altre 24 ferite nei combattimenti tra milizie filogovernative e separatiste. Il Puntland, ricco di petrolio, ha dichiarato la propria autonomia nel 1998 e da allora la regione ha rapporti tesi con il governo centrale di Mogadiscio. I combattimenti sono scoppiati nel distretto di Dhahar, nel Puntland, a circa 260 chilometri dalla capitale regionale Garowe.
Il caos somalo
La Somalia in generale è attraversata da un gran numero di conflitti interni legati al controllo delle risorse economiche e naturali del Paese. Nel 2024 il Puntland in seguito a una disputa sulle modifiche costituzionali somale ha dichiarato che avrebbe agito come Stato indipendente. L’biettivo delle autorità locali era quello di preservare la propria autonomia e la propria stabilità politica, minacciate invece dalle riforme imposte dal governo centrale.
La difficile presenza internazionale
Neppure la presenza di diverse missioni di peacekeeping promosse dalle Nazioni unite e dall’Unione africana sono riuscite negli ultimi anni a garantire un minimo di stabilità. Recentemente nei pressi delle città di Sabid e Anole, nella regione del Basso Shabelle, un attentatore suicida ha colpito un convoglio di peacekeepers ugandesi della Missione di stabilizzazione e supporto dell'Unione africana in Somalia (AUSSOM). L’attacco è stato rivendicato da al- Shabaab, che conferma l’uccisione di 20 soldati ugandesi e il ferimento di almeno 43 militari. Si tratta del secondo attacco mortale messo a segno nelle ultime settimane contro le forze ugandesi nella zona di Sabid e Anole, a sud-ovest della capitale Mogadiscio. Il mese scorso, un analogo attentato suicida nella stessa area ha ucciso oltre una dozzina di soldati ugandesi e ne ha feriti diversi altri.
La presenza di al Shabaab
Al-Shabaab è un gruppo militante salafita molto attivo in Africa orientale. La sua prima apparizione in Somalia è avvenuta nell’estate del 2006 nel corso della battaglia per la conquista della capitale somala. Al-Shabaab ha in seguito consilidato la propria fama terroristica a livello globale con una serie di attentati avvenuti in Somalia e negli Stati confinanti: Kenya, Etiopia e Uganda. Nel 2023 è stato riconosciuto come uno dei gruppi terroristici più pericolosi al mondo. La sua capacità offensiva ha reso lo scenario operativo dei peacekeepers in Somalia particolarmente complesso.
La grave situazione umanitaria
Decenni di conflitti e insicurezza, tensioni politiche, dominio dei clan e cambiamenti climatici hanno provocato una crisi umanitaria senza precedenti. Solo nel 2023 sono stati registrati 2,9 milioni di sfollati interni. Ora, nel 2025, le Nazioni unite riferiscono che quasi 4,4 milioni di persone potrebbero affrontare crescenti livelli di insicurezza alimentare.
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