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Bombardamenti nel nord della Striscia di Gaza (Reuters) Bombardamenti nel nord della Striscia di Gaza (Reuters) 

Gaza, attesa per la risposta di Hamas al piano di tregua

È attesa per la giornata di oggi la risposta di Hamas al piano per la tregua a Gaza. Alla proposta Israele ha dato il suo assenso nei giorni scorsi. Il presidente Usa, Donald Trump, è convinto che "nelle prossime 24 ore sapremo". Intanto almeno 15 morti in un nuovo attacco dell'Idf nei pressi di Khan Yunis

Roberto Paglialonga - Città del Vaticano

È ancora presto per le certezze, viste le ripetute e cocenti delusioni di questi 22 mesi di conflitto, ma non per le speranze. A Gaza lampeggiano segnali di una tregua forse più vicina. Ieri sera — secondo canali affiliati ad Hamas — il gruppo islamista avrebbe inviato una risposta positiva al Qatar sulla nuova proposta di cessate-il-fuoco e di liberazione degli ostaggi. Si attende ancora una dichiarazione ufficiale del movimento, che, riportano fonti riprese dal quotidiano saudita «Al-Sharq Al-Awsat», potrebbe arrivare nel corso della giornata. Il presidente degli Usa, Donald Trump, che nelle scorse ore aveva annunciato il sì da parte di Israele, ha fatto sapere che per la risposta ci potrebbero volere 24 ore.

I dettagli della proposta di tregua

I dettagli della proposta, anticipati dall’emittente egiziana Al-Rad, prevederebbero un accordo su 60 giorni sostenuto da garanzie internazionali di Egitto, Qatar e Usa. Sarebbe previsto anche un impegno personale di supervisione politica del piano da parte dello stesso presidente statunitense. L’intesa, nell’arco dei due mesi, sarebbe suddivisa in fasi: al rilascio progressivo di gruppi di ostaggi, e di corpi di quelli deceduti, si accompagnerebbero graduali ritiri di truppe da parte dell’Idf dal nord della Striscia. Nel secondo mese, parallelamente alla continua liberazione di altri ostaggi, Israele — e questi sono i punti dirimenti per Hamas — consentirebbe l’ingresso immediato di aiuti umanitari, mentre il ritiro militare proseguirebbe verso sud. Durante la tregua, poi, le parti dovrebbero impegnarsi ad aprire anche negoziati più ampi riguardanti la sicurezza a lungo termine della regione, la governance a Gaza e la possibilità di un cessate-il-fuoco permanente.

Netanyahu contestato al kibbutz di Nir Oz

Intanto, il premier israeliano — che ieri pomeriggio si è recato per la prima volta dal 7 ottobre in visita in uno dei kibbutz maggiormente presi di mira dall’attacco, quello di Nir Oz, accolto da decine i manifestanti che hanno protestato contro di lui —, ha riunito il gabinetto ristretto.

Nuovi raid dell'Idf nei pressi di Khan Yunis: almeno 15 morti

Sul terreno i raid continuano. Ieri il bilancio dei morti della giornata ammontava a 94, molti dei quali uccisi mentre erano in fila per gli aiuti: alcuni video mostrano contractor, preposti alla sorveglianza dei siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation, aprire il fuoco sulle persone accalcate. Testimonianze di due appaltatori, raccolte dall’Associated Press a condizione di anonimato, parlano di personale non qualificato e pesantemente armato. Ma il capo della Ghf ha smentito le violenze, ribaltando le responsabilità e sostenendo che "Hamas ha intenzionalmente ucciso e ferito civili a Gaza con l'obiettivo di attribuire queste morti a noi".  Stamattina un altro attacco dell’Idf, scrive la Wafa, ha causato almeno 15 vittime nella zona di Al-Mawasi, a ovest di Khan Yunis, sud della Striscia. Secondo l’Onu, infine, altre 40.000 persone sono state raggiunte da nuovi ordini di evacuazione in diverse aree di Gaza City.

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04 luglio 2025, 15:29