Raid contro la parrocchia di Gaza. La condanna del Patriarcato di Gerusalemme
Vatican News
Tre morti e nove feriti, di cui una in condizioni critiche e due in condizioni gravi. È il bilancio dell'attacco israeliano di questa mattina, intorno alle 10 (ora italiana), contro la chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza. È il Patriarcato Latino di Gerusalemme, in una nota pubblicata sul proprio sito, a fornire i dati del raid, durante il quale è rimasto lievemente ferito anche il parroco della comunità, padre Gabriel Romanelli. Il sacerdote ha ricevuto cure mediche presso il nosocomio locale prima di fare ritorno presso la comunità. La struttura della chiesa, nella quale sono ospitate ancora circa 500 persone in fuga dalla guerra, ha subito diversi danni materiali. Israele si sarebbe giustificato parlando di "un errore di tiro".
La condanna del Patriarcato
Nella nota del Patriarcato si ricorda che le persone hanno trovato rifugio in Chiesa, "sperando che gli orrori della guerra potessero almeno risparmiare le loro vite, dopo che le loro case, i loro beni e la loro dignità erano già stati spogliati". "A nome di tutta la Chiesa di Terra Santa, - si legge - porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie in lutto e, da qui, offriamo le nostre preghiere per una rapida e completa guarigione dei feriti". "Il Patriarcato latino condanna fermamente questa tragedia e questo attacco a civili innocenti e a un luogo sacro. Tuttavia, questa tragedia non è più grande o più terribile di molte altre che hanno colpito Gaza. Anche molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi. Morte, sofferenza e distruzione sono ovunque".
"Si fermi questa tragedia"
"È giunto il momento - è l'appello del Patriarcato - che i leader alzino la voce e facciano tutto ciò che è necessario per fermare questa tragedia che è umanamente e moralmente ingiustificata. Questa guerra orribile deve finire completamente, in modo da poter iniziare il lungo lavoro di ripristino della dignità umana". Infine viene espressa vicinanza "in questo momento di dolore" e anche gratitudine per la solidarietà che in molti hanno espresso al Patriarcato e alla Chiesa, in primis Papa Leone XIV. "Continueremo a stare al fianco della comunità di Gaza e a fare tutto ciò che è in nostro potere per sostenerla".
La Custodia di Terra Santa: urgente il cessate-il-fuoco
Parole di dolore e di condanna arrivano anche dalla Custodia di Terra Santa che, in un comunicato, esprime "la sua più profonda solidarietà alla comunità cristiana di Gaza". "In comunione con il Patriarcato Latino di Gerusalemme, i cristiani di Terra Santa e Papa Leone, piangiamo le vite perse e preghiamo per i feriti, le loro famiglie e l'intera comunità che continua a soffrire tra le insensate devastazioni della guerra". Inoltre si denuncia l'uso della forza su civili indifesi, luoghi di culto e strutture umanitarie diventate "bersaglio di violenza e distruzione". "Le richieste di scuse postume suonano purtroppo come un ripetuto ritornello volto a mascherare comportamenti bellicosi che non possono più essere tollerati". Chiare le richieste: un immediato cessate il fuoco, la fine della guerra e l'avvio di un processo che porti a una pace giusta e duratura. "Ogni giorno che passa, il costo umano diventa più insopportabile, il silenzio del mondo più assordante e la paralisi della comunità internazionale più ingiustificabile. La Custodia di Terra Santa - si legge - si unisce alla preghiera di tutti coloro che lavorano per la pace, la giustizia e la protezione di ogni essere umano, indipendentemente dal suo popolo o dalla sua religione".
Dalla CEI vicinanza e solidarietà alla parrocchia di Gaza
In una nota diffusa in mattinata, la Conferenza Episcopale italiana esprime sgomento per "l’inaccettabile attacco alla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza" ed esprime "vicinanza alla comunità della parrocchia colpita, con un particolare pensiero a coloro che soffrono e ai feriti, tra i quali padre Gabriel Romanelli". Nel condannare fermamente le violenze che continuano a seminare distruzione e morte tra la popolazione della Striscia, duramente provata da mesi di guerra, la presidenza della CEI rivolge "un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace". A conclusione della nota, la presidenza dei vescovi italiani esprime gratitudine alla presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, per il suo messaggio di solidarietà.
Il dolore della Diocesi di Roma
Anche la Diocesi di Roma si associa al dolore per quanto avvenuto a Gaza. Invoca quindi, tramite una nota, "il dono della pace per quella terra martoriata" e continua a "chiedere la liberazione degli ostaggi", stringendosi in preghiera per le vittime, esprimendo "solidarietà alle loro famiglie" e invocando "la conversione dei carnefici". "Dopo 600 giorni di guerra e oltre 60 mila morti palestinesi - si legge nel comunicato - la comunità internazionale ha l’obbligo di adottare tutte le misure diplomatiche per arrestare questo assurdo e deplorevole bagno di sangue".
Tajani: attacchi inammissibili, è tempo di fermarsi
Immediata stamane anche la reazione del governo italiano che tramite il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di "un atto grave contro un luogo di culto cristiano" e sottolineato che "gli attacchi dell'esercito israeliano contro la popolazione civile a Gaza non sono più ammissibili". Sul proprio profilo X il ministro ha aggiunto: "È tempo di fermarsi e trovare la pace".
Parigi: attacchi intollerabili, la carneficina a Gaza deve finire
Sempre su X, il post del ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, che definisce "inammissibile l'attacco a Gaza contro la chiesa della Sacra famiglia, posta sotto la protezione storica della Francia". "Rivolgo al Patriarca latino di Gerusalemme il cordoglio e la solidarietà del nostro Paese. Questi attacchi sono intollerabili. E' tempo che la carneficina a Gaza finisca''.
Caritas Gerusalemme: in caduta libera il sistema umanitario
"La crisi umanitaria a Gaza - riferisce in un comunicato Caritas Gerusalemme - ha raggiunto un livello di devastazione senza precedenti. Con l'intensificarsi delle ostilità e il blocco dei rifornimenti essenziali, ogni settore della vita civile sta crollando". Da qui l'appello urgente per un intervento internazionale che impedisca ulteriori perdite di vite umane e di dignità. La fame acuta attanaglia l'intera popolazione, manca il carburante e non c'è possibilità di trattare le acque, gli ospedali sono sovraccarichi e privi di risorse. Si stima che 1,3 milioni di persone abbiano urgentemente bisogno di ripari d'emergenza.
(Ultimo aggiornamento, 17 luglio 2025, 17.20)
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