ÐÓMAPµ¼º½

Un bambino vittima della fame a  Khan Younis Un bambino vittima della fame a Khan Younis 

Gaza, rischio di morte per 100mila bambini

Le autorità di Gaza lanciano un appello disperato per l'invio di aiuti umanitari alla popolazione della Striscia: 40mila neonati sono in pericolo di vita. Lazzarini, Unrwa: 6mila camion di cibo bloccati in Egitto e Giordania

Beatrice Guarrera - Città del Vaticano

«Hamas non voleva davvero raggiungere un accordo. Credo che vogliano morire. Ed è una situazione molto, molto brutta». Lo ha dichiarato il presidente Usa, Donald Trump, in partenza per la Scozia, dopo che ieri l’inviato speciale Usa ha annunciato il fallimento dei negoziati a Doha, tra Israele e il gruppo militante palestinese, tacciato di non agire in buona fede.

La posizione di Hamas

Accuse rispedite al mittente da Izzat al Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas, che ha affermato che le dichiarazioni di Trump e, prima di lui, dell’inviato speciale degli Stati Uniti Witkoff, «contraddicono la valutazione dei mediatori sulla posizione del movimento e non sono coerenti con il corso del processo negoziale, che stava facendo progressi reali». Al Rishq ha ribadito la volontà del gruppo palestinese di raggiungere «un accordo globale per porre fine all’aggressione a Gaza», sostenendo che il vero ostacolo sarebbe invece «il governo Netanyahu, che elude i suoi impegni». Trump è tornato anche sull’annuncio del presidente francese, Emmanuel Macron, del riconoscimento dello Stato di Palestina da settembre: «È una brava persona» ma «quello che dice non conta» e anche questo riconoscimento «non ha importanza».

La catastrofe umanitaria

Nel frattempo fonti mediche hanno riferito ad Al Jazeera che sono almeno 25 i palestinesi uccisi dalle forze israeliane a Gaza dall’alba di oggi, tra cui 13 mentre aspettavano gli aiuti umanitari, oltre a una neonata morta per malnutrizione. Sarebbero almeno 470.000 le persone che stanno vivendo condizioni simili alla carestia, secondo l’Onu, a seguito del blocco, imposto da Israele, dell’ingresso agli aiuti.  Regno Unito, Francia e Germania, ieri - a conclusione di una chiamata  tra i leader Starmer, Macron e Merz -  hanno riconosciuto  che nella  Striscia di Gaza è in corso «una catastrofe umanitaria» che «deve finire subito», rilanciando l’appello di 28 Paesi. Stamani le autorità di Gaza hanno nuovamente lanciato un appello per l'apertura dei valichi e l'ingresso degli aiuti umanitari dichiarando che la vita di almeno 100mila bambini è in grave pericolo e che decine di migliaia di neonati moriranno a breve se non arriveranno le scorte di latte in polvere.

Israele nega la carestia

Ieri l’Idf ha affermato che consentirà ai Paesi stranieri lanci di cibo  su Gaza da aerei, ma ha insistito sul fatto che non ci sarebbe una carestia nella Striscia. Mentre Emirati Arabi Uniti, Giordania e Gran Bretagna si sono detti pronti all’inviio di forniture aeree, l’annuncio è stato criticato dal capo dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, secondo il quale questa sarebbe «la modalità più costosa e inefficiente per far arrivare gli aiuti». «È una distrazione dall’inazione» israeliana, ha dichiarato. Secondo Lazzarini, l’Unrwa ha già pronti circa 6.000 camion carichi di cibo e forniture mediche, attualmente bloccati in Egitto e in Giordania. Aiuti che rischiano di deteriorarsi, se non consegnati in tempo, come quelli nei mille camion distrutti questi mattina dall’Idf — secondo quanto riferito da fonti militari all’emittente israeliana Kan — dopo che erano rimasti per molte settimane dal lato palestinese del valico di Kerem Shalom.

Presidi medici bombardati

La situazione a Gaza è stata descritta come «abominevole» dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) che ha chiesto la «consegna rapida, senza ostacoli e imparziale di aiuti umanitari in tutta Gaza» e il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti. Le strutture mediche continuano a essere nel mirino dell’esercito israeliano, come il dispensiario sanitario, gestito da Caritas Gerusalemme a Deir al-Balah, nel sud della Striscia, parzialmente danneggiato dai bombardamenti domenica scorsa. La conferma arriva da Anton Asfar, segretario generale di Caritas Gerusalemme, che ha riferito ieri ai media vaticani di scene strazianti, testimoniate dagli operatori medici, di bambini malnutriti che piangono dalla fame. 

Il rilascio del Gran Muftì di Gerusalemme

A Gerusalemme, intanto, la polizia israeliana ha rilasciato Sheikh Muhammad Hussein, Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, dopo averlo trattenuto per alcune ore in seguito al suo arresto all’interno del complesso della moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme Est. Hussein era stato fermato nel cortile della moschea, subito dopo la predica del venerdì, in cui aveva condannato i crimini israeliani contro i palestinesi da Rafah a Jenin.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

26 luglio 2025, 12:47