Gaza, ancora raid su civili e bambini in attesa degli aiuti
Roberto Paglialonga - Città del Vaticano
Mentre proseguono, anche se tra molte difficoltà e con fatica, i negoziati per la tregua a Gaza, sul terreno si registrano nuove violenze e morte. Stamattina 24 persone sono state uccise — tra cui almeno 10 bambini e 3 donne mentre attendevano la distribuzione degli aiuti a Deir el-Balah — durante un raid dell’Idf. Colpiti anche civili a Gaza City e Khan Yunis. L'esercito israeliano, per parte sua, ha comunicato di aver individuato e demolito nel sud un tunnel sotterraneo lungo 500 metri e profondo 13, oltre ad aver smantellato oltre 130 infrastrutture terroristiche, sia in superficie sia nel sottosuolo.
Per la tregua si tratta a oltranza in Qatar
Quanto alle trattative piccoli passi avanti nella giornata di ieri. Hamas — sebbene i negoziati «rimangano difficili a causa dell’intransigenza dell’occupazione» — ha confermato la propria disponibilità a proseguire con «spirito positivo e costruttivo» i colloqui indiretti per il cessate-il-fuoco a Doha, in Qatar, e «come parte del suo impegno per la riuscita degli sforzi in corso, ha accettato il rilascio di dieci prigionieri» (sarebbero in totale ancora 49 le persone trattenute agli islamisti, 27 delle quali dichiarate decedute). Il presidente Usa, Donald Trump, continua a dirsi ottimista per la definizione di un accordo già entro la fine di questa settimana o la prossima.
Incontri tra l'inviato Usa Witkoff e il ministro israeliano Dermer
Tra i fattori che avrebbero contribuito a far avanzare le trattative, secondo indiscrezioni da parte di diplomatici arabi ottenute dai media israeliani, ci sarebbe stata, durante un incontro a Washington tra l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, e un funzionario del Qatar, la presentazione da parte di Israele di nuove mappe che mostrano un ritiro più ampio dell’Idf durante la tregua proposta di 60 giorni. La pressione diplomatica per un accordo è tornata a salire in queste ore, anche se il premier, Benjamin Netanyahu, ha confermato di non essere interessato a un’intesa «a qualsiasi costo». Rimangono però ancora molte lacune: tra i punti critici sul tavolo, l’insistenza israeliana nel mantenere il controllo sull'asse Morag e sul “Corridoio Filadelfia”, lungo il confine tra la Striscia e l'Egitto. Lo riferiscono fonti egiziane e palestinesi al quotidiano saudita con sede a Londra «Asharq Al Awsat».
Egitto: no a rioccupazioni delle aree strategiche al confine
L'Egitto rifiuta qualsiasi rioccupazione israeliana delle aree strategiche al confine, considerate dal Cairo una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale. Piani che, dice una fonte del governo dell’Egitto riferendosi in particolare al possibile raggruppamento della popolazione a Rafah, chiesto dal ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, «preludono allo sfollamento forzato dei palestinesi».
Anche gli Usa contrari a occupazioni di ampie porzioni di territorio
Contrari «all’occupazione di ampie porzioni di territorio» da parte dell’Idf anche gli Usa: secondo Axios lo avrebbe detto «chiaramente» Witkoff al suo interlocutore Dermer durante l’incontro avuto alla Casa Bianca.
Save the Children: acqua potabile a rischio per 44 mila bambini
La situazione umanitaria nell'enclave intanto continua a essere drammatica. Save the Children denuncia in una nota che il mancato accesso del carburante a Gaza, impedito da Israele, potrebbe causare nel giro di pochi giorni l'interruzione di forniture di acqua potabile a circa 44 mila bambini - anche se le persone colpite sarebbero molte di più - supportati dall'ong, aumentando il rischio di malattie come colera, diarrea e dissenteria. L'assenza di carburante per i veicoli impedisce infatti il trasporto quotidiano di acqua pulita e sicura a oltre 50 comunità nella Striscia, spiega l'organizzazione.
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