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I giovani di Rondine in marcia per la pace I giovani di Rondine in marcia per la pace

I giovani di Rondine, artigiani di pace grazie alla relazione

Studentesse e studenti, da quelli del penultimo anno del Liceo ai neolaureati, provenienti da decine di Paesi diversi, molti dei quali in guerra tra loro. Le loro storie sono raccontate allo YouTopic Fest 2025, in corso a Rondine fino a domenica 8 giugno

Andrea De Angelis – Rondine (Arezzo)

Gratitudine, pazienza, dialogo, ascolto, rispetto reciproco. Sono solo alcuni degli elementi che emergono in un delizioso misto di forza e mitezza allo YouTopic Fest 2025 di Rondine Cittadella della Pace, il Festival del conflitto iniziato ieri, venerdì 6 giugno e in programma fino a domani nel borgo in provincia di Arezzo. Storie di giovani donne ed uomini che hanno deciso di abitare il conflitto, strappando le etichette che identificano l’altro come un nemico pur senza conoscerlo. Ucraini e russi, israeliani e palestinesi, ed ancora studentesse e studenti provenienti dal continente africano e dall’America del Sud qui vivono insieme, studiano, comprendono e, pur mantenendo spesso opinioni legittimamente diverse, entrano in relazione tra loro.

La World House 

Teodora è serba, fa parte dello Studentato Internazionale – World House, il cuore di Rondine: qui si sviluppa la Cittadella della Pace e ha origine il Metodo Rondine. Dal 1998 accoglie giovani provenienti da Paesi in cui imperversano guerre, attuali o trascorse, o conflitti degenerati nelle diverse forme di violenza, che accettano di convivere con il proprio nemico, di sperimentare un dialogo quotidiano divenendo nei fatti, giorno dopo giorno, messaggeri di pace. Insieme, intraprendono un percorso innovativo, elaborando un modello di trasformazione creativa. Questo si sviluppa in tre contesti: quotidiano, formativo e accademico. La World House oggi ospita una trentina di studenti di venticinque nazionalità diverse, tra Europa, Africa, America e Vicino Oriente. “La mia prima impressione una volta arrivata a Rondine – ci racconta la serba Teodora, giunta a metà del suo percorso di formazione a Rondine – è stata di una accoglienza ricca di attenzione, mi sono subito sentita felice, tutti i timori sono svaniti”. “In questi primi mesi – spiega – ho imparato innanzitutto l’italiano, che non conoscevo minimamente. Poi ho conosciuto giovani del Kosovo, il Paese con cui anni fa il mio Paese era in conflitto. Ho imparato ad ascoltare quello che nel mio Paese è spesso considerato un nemico, a conoscerlo”. Spesso si ha paura del diverso, ma “qui a Rondine la paura di non capire gli altri si trasforma in una relazione carica di bellezza. Se ho bisogno di aiuto da qualcuno, non importa la sua provenienza. È una persona. Non ho dunque paura degli altri. Qui ho imparato – conclude – che è possibile abitare il mondo nella relazione, ciascuno con le sue diversità”.

Leader di pace

Al termine del biennio, i giovani della World House sono in possesso degli strumenti per promuovere azioni e progetti di sviluppo nei propri Paesi ed essere leader in contesti caratterizzati da rapide trasformazioni, elevata complessità e alta conflittualità. Proprio come Tornike, giornalista georgiano, che ha appena completato il suo percorso. “A Rondine prima di tutto ho imparato la pazienza, non è semplice ascoltare l’altra parte del conflitto, ma qui cerchi di rispettare le persone per capire l’altro punto di vista”, spiega. “Prima avevo l’idea che ci fosse una sola ragione, la mia. Qui ho compreso che la verità è una, ma dobbiamo ascoltare gli altri. Rispettare le esperienze diverse, così – sottolinea – si costruisce la pace”. “Alla fine spesso – nota – nasce un’amicizia anche tra persone provenienti da territori in conflitto tra loro. Sono molto grato alle persone che rendono possibile tutto questo”. “Il Metodo Rondine – prosegue - si basa sul concetto di non avere paura di chi è diverso”, proprio come ha detto Leone XIV in uno dei suoi primi discorsi. “Qui – conclude – si impara non in teoria, ma in pratica ad usare parole disarmate e disarmanti, proprio come ci ha chiesto di fare il Papa”.

Un anno straordinario

Leonardo ha 17 anni, studia a Roma ed ha sposato il progetto del Quarto Anno di Rondine decidendo di vivere il penultimo anno dei suoi studi liceali a Rondine, dove già vivono da anni i giovani coraggiosi che provengono dai luoghi di guerra e che hanno deciso di dire basta alla violenza e alla vendetta, all’odio, rovesciando le loro piccole storie per rovesciare insieme la grande storia e costruirne una nuova. “Un anno straordinario”, come ama definirlo il presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, Franco Vaccari. “Sì, è davvero una esperienza fuori dall’ordinario e oggi, al termine di questo anno, sono ancora più convinto della scelta fatta. Posso dire che è l’esperienza più bella fatta nella mia vita”. Cos’è dunque per un giovanissimo Rondine? “Un gruppo magnifico, mi verrebbe da dire quasi una famiglia, dove siamo riusciti a creare una conoscenza autentica, vera, mettendo insieme la scoperta di noi stessi”. In particolare la possibilità di confrontarsi con gli universitari provenienti da Paesi di ogni continente rende il quarto anno unico, un po’ come avere il mondo a portata di mano. “Il rapporto con la World House è magnifico, sono giovani che hanno scelto di mettersi in gioco e con loro facciamo diverse attività, ma i momenti più belli sono i pranzi, quando, finita scuola, ci confrontiamo con persone provenienti, ad esempio, da Mali ed Ucraina, Kosovo e Russia”.

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07 giugno 2025, 14:35