Mattarella a Rondine: le relazioni costruiscono un tessuto di pace
Andrea De Angelis – Rondine (Arezzo)
“I tempi si modellano con i nostri comportamenti e qui a Rondine non viene solo trasmesso un messaggio prezioso, ma si vive una palestra di rapporti umani che costruisce relazioni che esprimono il tessuto di pace, ciò di cui c’è bisogno”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nel suo intervento allo YouTopic Fest di Rondine, in corso fino a domenica 8 giugno al borgo in provincia di Arezzo già candidato al Nobel per la Pace. Mattarella ha ricordato in questo passaggio Leone XIV: “Pochi giorni fa il Pontefice, citando Sant’Agostino, ci ha detto che i tempi siamo noi”.
La nascita della Repubblica italiana
Dal Capo dello Stato italiano il ricordo della nascita della Repubblica italiana, la cui festa si è celebrata quattro giorni fa: “La pace è un progetto condiviso tra cittadini e istituzioni. Così è nata la nostra Repubblica e la nostra Costituzione, da una spinta comune dopo la guerra. Un progetto di pace espresso non soltanto nella Costituzione, ma anche dal sentimento comune che ha prodotto: il cercare la pace e la collaborazione tra i popoli. Vorrei aggiungere che anche quando si è stati costretti a fare uso delle armi per resistere all’orrore della violenza, l’obiettivo era sempre quello: la pace e la collaborazione tra i popoli”.
Il ruolo dell'Unione Europea
Il pensiero di Mattarella è poi andato all’Europa: “Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la svolta è stata rivoluzionaria: dalla contrapposizione tra i nazionalismi si è deciso di mettere insieme il futuro dei popoli europei. Un capovolgimento di prospettiva, una rivoluzione di pensiero. Per riuscire ad estirpare dal mondo la volontà di dominio sugli altri, quindi il male dei comportamenti umani, bisogna ripristinare il rispetto delle regole internazionali. L’Europa – ha ribadito - deve essere uno dei perni di dialogo internazionale per ridisegnare tutti insieme un nuovo sistema di coesistenza che allontani gli spettri della guerra. Siamo tutti disorientati da quello che avviene, il mondo è stravolto, va dunque costruito un sistema che ripristini condizioni in grado di realizzare quella collaborazione che chiede di essere uniti, efficienti, anche all’Europa, nonostante gli attacchi che subisce dall’esterno e dall’interno, da chi coltiva il desiderio di ritornare ad una contrapposizione tra nazionalismi”.
Le relazioni personali
Infine un pensiero alla rete. “Sul web sovente emergono espressioni di ostilità e malevolenza, talvolta addirittura di odio. Questo fa riflettere perché il web nacque per consentire conoscenze e amicizie oltre ogni confine, è paradossale che venga usato in altre modalità. Non possiamo ignorare l’umanità altrui, isolarla in una bolla di solitudine. Questo richiede naturalmente di riflettere sull’importanza di condividere, conoscere l’altro. Per questo il rapporto personale è indispensabile nella vita quotidiana come nei rapporti tra gli Stati. La diffidenza, il sospetto tra gli Stati ha portato quasi sempre alle guerre. Per questo è importante ricercare ostinatamente contatti e collaborazioni, l’incomunicabilità è sempre superabile".
Tre giorni disarmanti
Ad introdurre il presidente Mattarella è stato Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace. “Qui a Rondine i giovani provenienti da Paesi in guerra studiano, vivono insieme per superare l’odio. Lei – ha detto rivolto a Mattarella - oggi dà forza al loro coraggio. Rondine è nel cuore di ogni città del mondo, specialmente quelle ferite dalla guerra. La nostra parola forte è comunità, da soli si va poco lontano. Da 28 anni questo luogo ogni giorno accoglie, da ogni parte del mondo, il dolore causato dalle guerre e da varie forme di violenza. Salutiamo con affetto Papa Leone XIV, che lei oggi ha incontrato, e ci uniamo – ha concluso - al suo auspicio, che “i nemici si incontrino e si guardino negli occhi perché ai popoli sia restituita una speranza e data la dignità che meritano, la dignità della pace”. Questo Festival da anni lo definiamo “tre giorni disarmanti”, come disarmate e disarmanti il Santo Padre ci ha chiesto siano le parole. Ripetiamo insieme: cessino le armi! Cessino subito! Tregua e dialogo, dialogo!”.
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