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Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine, con le studentesse e gli studenti del Quarto Annoi Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine, con le studentesse e gli studenti del Quarto Annoi

Rondine guarda al futuro "con inquietudine": come custodire la scintilla dell'umano

Si è concluso lo YouTopic Fest 2025 nel borgo toscano laboratorio di pace, con migliaia di partecipanti e la storica giornata inaugurale, venerdì 6 giugno, che ha visto protagonista il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Annunciato il tema della prossima edizione: l'inquietudine. Il vescovo Migliavacca: nella relazione si sgretolano i muri

Andrea De Angelis - Rondine (Arezzo)

Dall'immaginazione all'inquietudine, Rondine Cittadella della Pace prosegue il suo percorso della relazione, l'unica arma per abitare il conflitto. Si è dunque conclusa la nona edizione del Festival internazionale del conflitto al borgo in provincia di Arezzo, una nona volta che ha visto una prima assoluta con la presenza del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per l'avvio dei lavori.  "Qui a Rondine non viene solo trasmesso un messaggio prezioso, ma si vive una palestra di rapporti umani che costruisce relazioni che esprimono il tessuto di pace, ciò di cui c’è bisogno”, ha detto il Capo dello Stato italiano. Sono state migliaia le persone che hanno deciso di recarsi questa settimana in un luogo unico al mondo, già candidato nel 2015 al Nobel per la pace, dove convivono studentesse e studenti provenienti da Paesi in guerra tra loro. Annunciato il tema di YouTopic Fest 2026, in programma dal 5 al 7 giugno del prossimo anno: "Inquietudine: come custodire la scintilla dell'umano". 

Tre giorni disarmanti 

Nei tre giorni il Festival ha visto la partecipazione, tra gli altri, della regista e attrice Paola Cortellesi. Nel suo intervento ha sottolineato come a Rondine si può osservare "una trasformazione, che per me è un mistero e un dato di fatto: qui la pace è viva”. Il registra Gianni Amelio, tra i protagonisti del Festival, ha ringraziato i giovani di Rondine perché "qui ci fate scoprire che gli esseri umani non sono nemici tra loro, ma qualcuno vuole e decide di armarli. L'uno contro l'altro". Numerosi poi i panel dedicati al giornalismo ed alle varie crisi umanitarie contemporanee, partendo da quella in Medio Oriente. Agnese Pini, direttrice de La Nazione e Quotidiano Nazionale, ha sottolineato che "a Rondine si respira quell'empatia capace di mettere la persona al centro delle relazioni", ed ha invitato i giovani ad essere fedeli ai loro sogni. Il presidente e fondatore di Rondine, Franco Vaccari, ha ricordato che questo borgo "è nel cuore di ogni città del mondo, specialmente quelle ferite dalla guerra. La nostra parola forte è comunità, da soli si va poco lontano. Da 28 anni questo luogo ogni giorno accoglie, da ogni parte del mondo, il dolore causato dalle guerre e da varie forme di violenza".

Trasformare i cuori di pietra in cuori di carne

A chiudere i lavori il vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Andrea Migliavacca. “A Rondine i giovani sono e saranno sempre in prima linea, hanno la forza, l'energia di mettere in atto alcune strategie, alcune passi positivi e questa deve essere un'eredità, uno stimolo che passa a tutti. Ciascuno – spiega nella nostra intervista - può e deve fare esperienze che nel piccolo, nelle sue possibilità, con la propria fantasia, possano incidere anche come seme di pace. Tutto questo a Rondine si vede”. Tutti siamo stati, un tempo, giovani. “Allora forse dobbiamo da una parte ricordarci dei sogni, delle aspettative, delle tensioni che anche noi da giovani abbiamo vissuto, ma nello stesso tempo scoprire le originalità dei giovani di oggi e io credo che siano depositari di grandi valori, di grande positività”, sottolinea, ricordando "che nella relazione si sgretolano i muri. Ascoltare vuol dire cercare di capire, talvolta vuol dire mettersi nei panni dell'altro che vive una difficoltà, una sofferenza, anche una diversità di posizione rispetto a noi, quindi la strada dell'ascolto credo che cambia il cuore. Poi c'è la preghiera, Papa Francesco tante volte ha ricordato che la preghiera noi la viviamo non per convincere Dio di qualcosa, ma per cambiare noi il nostro cuore e allora ecco anche la preghiera può trasformare i cuori induriti in cuori di pietra, in cuori di carne". 

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08 giugno 2025, 14:03