Migranti, la denuncia dell'Oim: già 539 le vittime nel Mediterraneo
Vatican News
Quella del Mediterraneo centrale si conferma drammaticamente la rotta migratoria più mortale al mondo. Sono almeno 255 i morti e 284 i dispersi dall’inizio dell’anno al 21 giugno, secondo un nuovo bilancio fornito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia. L’ultimo aggiornamento dell’agenzia Onu, pubblicato sui propri profili social, riferisce inoltre come nello stesso periodo i migranti intercettati in mare e riportati in Libia — in un contesto che rimane di profonda insicurezza nel Paese nordafricano — siano stati 11.129, tra i quali almeno 369 minori.
Gli ultimi naufragi
La scorsa settimana l’Oim aveva dato notizia di due distinti naufragi al largo della Libia, uno non lontano dal porto di Alshab, l’altro vicino a Tobruk: almeno 60 i dispersi, perlopiù eritrei, pakistani, egiziani e sudanesi. In quell’occasione, a proposito del Mediterraneo centrale, le Nazioni Unite avevano ancora una volta denunciato «pratiche di traffico sempre più pericolose, capacità di soccorso limitate e crescenti restrizioni alle operazioni umanitarie», chiedendo «alla comunità internazionale di intensificare le operazioni di ricerca e soccorso e di garantire uno sbarco sicuro dei sopravvissuti».
Al contempo, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati aveva rilevato un’intensificazione delle partenze di migranti verso l’Italia: al 15 giugno, gli sbarchi sulle coste italiane risultano aumentati del 15% rispetto all’anno precedente, con 26.781 migranti, di cui 24.560 provenienti dalla Libia e 1.505 dalla Tunisia.
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